Bergamo
– Giocarsela con una big, pur con la partenza ad handicap, quando non c’è più niente da perdere non basta, se sei alla manita di ko di fila sulla guancia e non ne hai più da porgere. Una Bergamo Basket encomiabile per volontà di riscatto e tenacia non sBiella, ma contro la seconda forza del Girone Ovest di A2 non può evitare il diciannovesimo stop di un’annata sorta dalla rotazione corta falcidiata pure da acciacchi assortiti. Impossibile davvero, ormai, smettere i panni del fanalino di coda, quando a separare i cittadini dalla fase a orologio (3+3 con chi precede e chi segue in classifica, ma contro le squadre del Girone Est) ci sono solo Trapani, Orlandina in casa e il derby extra moenia del primo marzo.
In fin dei conti, 89-76 (26-13, 45-29, 65-54) con inchiodata pazzesca di Bortolani al fotofinish per l’ottimo e soprattutto completissimo in ogni ruolo collettivo di Paolo Galbiati. Agli ordini della triade Tirozzi-Longobucco-Marzulli, davanti a 634 testimoni oculari aggrappati incrollabilmente alla fiammella della speranza di non veder svanire il moloch cestistico cittadino con una retrocessione dietro l’angolo a meno di miracoli, Biella parte col settebello-sprint allargando il gap, col muscolare Lombardi top scorer e rompighiaccio da oltre l’arco, fino al 22-6 firmato Bortolani a un paio di minuti dallo scollinamento nel secondo quarto. Con Jackson limitato alla prima ciuffata dei suoi, sono Zugno e Carroll, che allo start della frazione della sirena corta insacca la prima tripla in giallo (28-18 ospite, 1’36”) senza però risolvere alcunché: di là sono tutti immarcabili, compreso Deangeli cui Costi regala il gioco da 3 punti a 7′ dall’intervallo (33-18). Coach Marco Calvani arrischia il doppio portatore di palla affiancando Augeri al nisseno ex canturino per poi sperimentare quintetti bassi e veloci con Dieng – il fuori rosa di dicembre e gennaio – rispolverato in post e poi sotto contro il totem Omogbo in sostituzione di un Bozzetto nervoso, con licenza di tiro da fuori (difettoso), Costi a sfidare l’altro (mezzo) lungo e Jackson “3” per far rifiatare il fromboliere principe. Scelte che nascondo dalla necessità di coprire il crac (caviglia, ricaduta) di Allodi. Non che i risultati lo premino, perché Lombardi in area varca la doppia cifra personale (37-18, 5′) e Bortolani insacca da sette metri trascinando il divario al ventello secco (40-20) a un poker dalla pausa di riflessione, senza che la tripla di Jackson (45-29, 8’30”) possa spostare gli equilibri di mezza virgola.
Nella ripresa l’avvio dice ancora venti sul 13 di Lombardi, cui l’ala americana risponde dalla lunga, ma è un incipit del terzo atto che non cambia l’andazzo di molto. Nello shootout che ne segue Carroll e Dieng accorciano di un quid (54-43, 6′), ma il “4” nemico ha mano rovente e polso freddo. Da dove vale dispari sbuca anche l’Usa-maltese e Zugno la riporta a tiro: 51-59 dall’angolo, 54-60 con appoggio e aggiuntivo. Pollone non lo sa e la schiaffa a filo di ultimo passaggio cronometrico, inaugurato dal frontale pesante del play locale. Un Bozzetto da cinquina e ancora il regista la mettono sulla lotta con unghie & denti (65-69, 4’40”), Saccaggi in entrata tende all’innesto di gennaio il tranello del falletto per mantenere le distanze. Polite va in fouled out seguito a ruota da Bozzetto a un tris dal gong: il segno della resa, con Saccaggi a scavare un nuovo 13 e un finale ahinoi già scritto. Ma i blaugrana se la sono dovuta sudacchiare.
Simone Fornoni