Fabrizio Carcano“Bergamo ha voglia di gioire e di riprendersi, anche il BB14 deve fare la sua parte”.

Il Bergamo Basket 2014 ha chiuso nella prima settimana di agosto un mercato sorprendente, con il colpaccio Rodney Purvis e l’aggiunta di Tony Easley su un gruppo di italiani giovani e di potenzialità. Candidandosi ad un ruolo nella corsa ai playoff.
“Abbiamo messo insieme un gruppo solido, equilibrato, con molte buone doti individuali, ma anche in buona combinazione tra loro. Il campo come sempre darà i suoi verdetti e speriamo siano lusinghieri, ma certamente questi giocatori vengono a Bergamo con velleità di migliorarsi e faranno di tutto per dare un senso vincente a questa stagione particolarissima”, racconta in questa intervista a Bergamo & Sport il general manager giallonero, il 60enne friulano Gianluca Petronio. Protagonista di trattative sotto traccia e operazioni condotte con strategia e lungimiranza.
Petronio partiamo dal fondo, dall’ingaggio degli americani.
“La firma di Easley ha completato un roster costruito su idee chiare e portato avanti con seri principi: giocatori di buon atletismo, molto allenabili e motivati, un bel mix di gioventù con un’aliquota di giocatori esperti, conosciuti e a conoscenza del livello dell’A2 i più esperti, meritevoli di scalare le tappe i più giovani, un trampolino di lancio per livelli superiori i più in vista. Insomma ciascuno con un proprio grande obiettivo, ma ad uso e servizio della squadra e della Società. Tutti buoni giocatori, ma addirittura migliori persone. Per Purvis e Easley parla molto il loro curriculum, non saprei dir di meglio, ma vorranno mettersi enormemente in gioco e vogliono crescere ancora ed aiutarci a vincere e divertirci”.
Quali le tappe di questo mercato?
“Il primo passo è stato quello delle riconferme, affrontato subito con certezze: quelle di tenere i nostri registi Zugno e Parravicini. Avendo certa la coppia in regia abbiamo deciso che gli stranieri avrebbero dovuto occupare il ruolo di combo-guard (2/1) e di ala/centro (4/5) e che sarebbero stati gli ultimi due innesti fatti ad agosto quando i costi per loro sarebbero certamente calati”.
Un colpaccio a luglio è stato l’ingaggio dell’esterno Mattia Da Campo dal college di Seattle.
“Cercavamo un’ala piccola italiana da mettere nel ruolo di Carroll, un giocatore fuori dai radar, magari una scommessa, ma che ci desse garanzie nel rapporto qualità-prezzo: niente di meglio di un promettentissimo giovane che avesse maturato esperienze uniche da riproiettare nel nostro campionato. Mattia Da Campo rientra dopo quattro anni dal college USA, con spalle più larghe, una bella maturità, encomi sportivi e accademici, una laurea vera. Lo abbiamo firmato senza esitazione”.
Per la panchina avete scelto due ’99 a km zero: il bergamasco Bedini e il milanese Vecerina.
“Dopo Parravicini abbiamo completato il terzetto obbligatorio degli under con due giovani di grande atletismo, multiruolo, reduci da una bella esperienza da protagonisti in serie B, con tanta voglia di mettersi in luce: così ecco Vecerina e Bedini a chiudere il reparto esterni”.
Per il pacchetto lunghi invece avete privilegiato l’esperienza.
“È il reparto che l’anno scorso ha sofferto contro la presenza di stranieri nella squadre avversarie. Siamo andati alla ricerca di esperienza, molta energia, pericolosità sul perimetro, ma anche capacità di mettersi in gioco in area ed a rimbalzo: è stato immediato riconoscere tutto ciò in Stefano Masciadri”.
E a seguire il ritorno di Rei Pullazi graditissimo alla tifoseria.
“La squadra si stava delineando come richiesta e voluta da Marco Calvani che notoriamente vuole tra i lunghi una dimensione interna ed esterna ed una capacità di giocare in transizione, da qui la scelta di inserire nel roster un altro giocatore di qualità, come Pullazi, che aggiungeva il pregio di essere già passato da Bergamo avendoci lasciato il cuore oltre che un ottimo ricordo di lui.
Il puzzle squadra andava completandosi secondo i piani e viste le qualità tecniche di Masciadri e Pullazi abbiamo capito che la combinazione migliore con loro era un giocatore straniero spostato di più verso l’area, come dicono gli allenatori un “5 meno”, piuttosto che un “4 e mezzo”, e quindi ci siamo mossi anche verso un quarto lungo che ne avesse le caratteristiche per accoppiarsi difensivamente in allenamento con l’americano e per dargli qualche minuto di respiro in partita”.
Ovvero Magaye Seck.
“È giovane, fisicato, voglioso ed umile, nessuno è più adatto al ruolo”.
Il vostro è stato un mercato low budget ma non low profile.
“Abbiamo avuto un mercato senza intoppi, condotto in equilibrio ed armonia con lo staff tecnico, gestendo con cura e parsimonia le risorse economiche del club e con un occhio di riguardo anche ai feedback di grande apprezzamento che arrivavano dai soci, dalla stampa e non ultimi dai tifosi. Tutte le nostre proposte sono sempre state altamente considerate dagli agenti, anche quelli internazionali: la serietà del Club, le grandi qualità tecniche ed umane di coach Calvani e del suo staff, il rispetto che BB14 ha nelle sedi istituzionali, la bellezza della città e non ultimo la tenacia e la forza di una cittadinanza così provata dagli ultimi eventi hanno fatto sì che nessuno – italiano o straniero – abbia esitato ad accettare le nostre offerte”.
Che ruolo pensi questa squadra rivestirà nel prossimo campionato?
“Coach Calvani, il suo vice Grazzini – importantissimo ed indispensabile nel lavoro di scouting, raccolta dati e relazione – ed io abbiamo la consapevolezza di aver messo insieme un gruppo solido, equilibrato, con molte buone doti individuali, ma anche in buona combinazione tra loro. Diciamo anche che nel costruire questa squadra abbiamo sempre avuto un occhio di riguardo al fatto che debba contaminare di energia, entusiasmo e soddisfazione i nostri soci, gli sponsor attuali e quelli che dovremmo sapere avvicinare, tutto il pubblico ed i tifosi che dopo un anno travagliatissimo dentro e fuori dal palasport meritano di essere gratificati ed esaltati”.