Fabrizio Carcano
Alla fine è rimasto. Musa Barrow ha vissuto una strana estate da ‘partente sicuro’. Era quasi l’unica certezza del mercato, oltre alla cessione di Mancini, il prestito del giovane attaccante gambiano.
Che doveva fare i bagagli per cambiare aria, crescere, maturare, trovare quel spazio che in nerazzurro non aveva più.
Erano i primi di giugno e sembrava già sicuro al Parma, poi al Lecce. Questione di giorni, poi si è parlato del Bologna. Ai primi di luglio era sicura la sua partenza. Sempre Parma o Lecce ad attenderlo. Quindi il raduno, il ritiro in Val Seriana, le prime amichevoli giocate da titolare mancando i due attaccanti colombiani. Qualche gol nelle abbuffate realizzative in quel di Clusone. Gli elogi di Antonio Percassi che alla festa allo stadio spende parole sincere per lui: “Ho rivisto un Barrow motivato e determinato come un anno fa”.
Interpellato più volte a riguardo Gasperini è stato sempre tiepido parlando del gambiano, spiegando che per l’attacco voleva un altro tipo di giocatore, alternativo a Ilicic.
Poi è arrivato agosto, con le amichevoli internazionali: Barrow ha giocato con lo Swansea, poi è sparito dai radar (anche se a Norwich è entrato nel finale e ha segnato) trovando pochissimo spazio.
Le sirene del mercato cantavano per lui.
Sembra già fatta con il Verona, lo aspettavano per le visite mediche.
Alla vigilia della trasferta a Ferrara Gasp snocciola l’elenco dei giocatori non convocati, quelli che andranno via: Reca, Pessina, Varnier, Zambataro.
Su Barrow specifica: “Viene a Ferrara solo perché non abbiamo Ilicic”.
La partenza di Musa sembra sicura: il Verona insiste, lo cerca la stessa Spal.
Poi l’ultimo giorno di mercato spunta il Torino.
Niente. Barrow alla fine è rimasto a Zingonia, come quinto attaccante.
E a questo punto, a nemmeno 21 anni (li compie a novembre) è una scommessa da vincere.
Per lui, perché questo deve essere l’anno chiave della sua carriera, per la società per cui rappresenta un patrimonio, per lo stesso Gasperini che lo ha lanciato 19enne e ha creduto nel ragazzo, finché ha potuto, fino alla scorsa primavera.
Ora Barrow è ad un bivio.
Per tutta l’estate il suo agente ha chiesto il prestito per farlo giocare con continuità, l’Atalanta ha scelto di trattenerlo.
Adesso tocca a lui. Parte dietro fenomeni come Ilicic, Muriel e Zapata. Trovare spazio sembra difficile.
Ma dalla ripresa l’Atalanta giocherà sette partite in sedici giorni, venti partite in tre mesi.
Ci saranno occasioni per tutti, anche per Musa.
Ma le occasioni vanno sapute cogliere.