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Debutto anche allo Store per il neo acquisto dell’Atalanta. Bryan Cristante, il giovane che ha già esperienza da vendere, quel gioiellino cresciuto nel vivaio milanista, mercoledì sera ha ricevuto il battesimo delle foto e dei selfie con i tifosi di tutte le età arrivati da ogni angolo di Bergamo. Volto da bravo ragazzo, di quelli che piacciono tanto ai parenti quando li porti ai cenoni di Natale, e tanta gioia per i fan più piccoli, che gli hanno pure lasciato un biglietto. Insomma, sono tutti venuti a vedere il ventunenne che dà un volto al tanto ricercato sostituto di Gagliardini, trasferitosi a Milano, sponda interista. Se gli si chiede cosa ne pensa lui del confronto fatto da Percassi: “Speriamo, Gagliardini ha fatto una grande stagione all’Atalanta e sta continuando a fare buone prestazioni all’Inter, quindi non mi dispiace questo paragone”.
Bryan è a Bergamo già da un po’ di giorni, ha assistito alla gara contro il Torino e ha debuttato in maglia nerazzurra nella partita di domenica scorsa contro il Cagliari, mancando di poco il 3-0. Ecco come commenta il suo debutto e quali sono le sue aspettative per la prossima gara, questa domenica a Palermo: “Ho sfiorato il goal domenica, ma la cosa più importante è che la squadra ha conseguito una vittoria fondamentale e dobbiamo continuare così. Sarebbe stato bello segnare al debutto – cosa che ha già fatto quando era in rossonero – , ma con la vittoria il mio goal passa in secondo piano. Contro il Palermo gioco da ex, non ho alcun tipo di rancore contro la squadra, ma la cosa che conta di più sarà sicuramente vincere la gara”. E poi sui tifosi nerazzurri: “Il debutto al Comunale ha confermato le mie aspettative: ho avuto la prova del calore dei tifosi e della curva. Il loro contributo è sicuramente fondamentale per i successi in campo. Inoltre, con i ragazzi della squadra mi trovo bene, è un organico che funziona e che sa dare il meglio quando viene chiamato in campo. Sono tanti giovani, e ho già avuto modo di conoscerli anche nelle giovanili della Nazionale”.
Il centrocampista non ha certo bisogno di presentazioni. Timido, posato, ma gran lavoratore e con la testa sulle spalle, il friulano classe ’95 è cresciuto nel Milan – insieme ad un certo Andrea Petagna – e detiene un record invidiabile: quello di giocatore più giovane della storia del club rossonero ad esordire in Champions League, quando il 6 dicembre 2011 è sceso in campo contro il Viktoria Plzeň. Aveva 16 anni e 278 giorni. Un primato che fa spalancare la bocca, e di certo non la fa richiudere se si considera che Bryan ha esordito prima nella massima competizione europea e solo dopo due anni in Serie A. Tre presenze con il Diavolo, in cui si dimostra essere efficacissimo – un assist contro il Sassuolo e il primo goal nel campionato italiano contro, ebbene sì, l’Atalanta – che portano su di lui l’attenzione di molte squadre europee. La spuntano i portoghesi del Benfica, che strappano ai rossoneri, non senza critiche, il gioiellino che non riesce a trovare spazio in prima squadra. Storia già sentita nel calcio italiano.
Attirato dalle prospettive del top club portoghese, approda nella squadra di Jorge Jesus ma trova poco spazio tra campionato e Champions, e con l’arrivo del tecnico Rui Vitoria fatica ancora di più ad inserirsi. Così torna dal suo vecchio amore, la Serie A, con la formula del prestito. Le piazze però sono difficili: prima il Palermo, che si salva per miracolo, e poi il Pescara nell’estate del 2016. La neo promossa, lo sappiamo, è tornata nella massima serie con tante e buone aspettative, ma la stagione si sta rivelando disastrosa. Ed ecco che Cristante trova la squadra ideale, nella città ideale, dove rilanciarsi definitivamente e mostrare il proprio valore. Le Águias del Benfica lo mandano in prestito agli orobici con la formula del prestito biennale con diritto di riscatto e con opzione di rinnovo del prestito per un’altra stagione.
Bryan è un semplificatore del gioco, e ha le doti per far arrivare la squadra in porta con un solo gesto. Grande verticalizzatore, può usare entrambi i piedi e si sposta la palla sia sul destro che sul sinistro. Preciso, con un gran tiro sia nei lanci lunghi da metà campo, sia nelle conclusioni dalla distanza, come il goal segnato al Barcellona in Youth League, per quelli che se lo ricordano. Sennò, andatelo a cercare su Youtube. Qui, nell’Atalanta del Gaspe, che fa sbocciare come nessuno il talento dei giovani, prende maglia, numero (il 4) e ruolo di Gagliardini. Una soluzione che, seppur nella breve comparsa di domenica scorsa, pare aver convinto chi era all’Atleti Azzurri.
“Si sa che Bergamo è una piazza storica per i giovani italiani e che Gasperini è un allenatore che li valorizza molto bene. Per me è un valore aggiunto per questa società e per questa squadra. Noi lavoriamo parecchio perchè il mister pretende molto, ma i risultati in campo si vedono. E parlano quelli”.
La storia di Bryan e quella dell’Atalanta paiono non intrecciarsi per caso. Lui, il ragazzo, è quel classico talento inespresso, che ha bisogno di fiducia e coraggio per poter splendere. Quel giovane che vale – anche i soldi, e mica pochi – sacrificato troppo presto, e spedito all’estero. I risultati di solito sono due, ma in ogni caso alla fine della fiera hai perso un gran bel giocatore. Ma poi, per Bryan, c’è stato il ritorno. E allora Lui, l’allenatore, che ha il dono di vedere un po’ più in là, lo chiama e decide di puntare su quel giovane. Offrendogli il posto di uno dei giocatori chiave di questa mezza stagione storica. Un’annata che mai come ora ha il profumo di Europa.
“Sono venuto qui in cerca di continuità. Il mio obbiettivo è quello di rimanere almeno un anno e mezzo, di confermarmi per la prossima stagione e fare del mio meglio per la squadra. Sento che questa è la piazza giusta per rilanciarmi sul campo. Come con Andrea (Petagna), il segreto è quello di trovare la squadra giusta e l’allenatore giusto, per valorizzare i giovani e quello che possono dare. Credo che il nostro obbiettivo debba essere proprio l’Europa. Abbiamo visto che possiamo starci, lottare per le posizioni che contano e soprattutto in campo abbiamo dimostrato che possiamo giocarcela con tutti: ci crederemo fino alla fine. Penso che potrò dare una mano non solo come playmaker al gioco di Gasperini, ma anche sotto tutti gli altri compiti che vengono richiesti ad un centrocampista”.
In bocca al lupo, Bryan.
A cura di Giorgio Bottagisio
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