ROMA
– Autolesionismo allo stato puro. L’Atalanta manca l’opportunità di salire al secondo posto della classifica facendosi male da sola perché, dopo aver sprecato almeno cinque palle gol clamorose, ha rischiato addirittura di perdere, infatti nei venti minuti finali ha giocato in dieci per l’espulsione di Gosens per doppia ammonizione con un fallo su Veretout. E’ altrettanto vero che anche i giallorossi hanno terminato in dieci per l’espulsione di Ibanez (nel minuto finale) che ha preso due gialli nel giro di pochi secondi. Ma era troppo tardi per rimediare e anche la punizione di Muriel, in giornata no, è finita altissima sopra la porta di Pau Lopez. Comunque da quel momento l’Atalanta si è abbassata sulla spinta della Roma che, poi, ha pareggiato con un gran tiro dell’ex Cristante con Gollini in netto ritardo. Certo, nel finale il portiere nerazzurro si è riscattato con alcune parate decisive, evitando la beffa ma l’errore è grave, ripetendo un tuffo tardivo come è successo col Real Madrid. Intanto però il peccato mortale dei nerazzurri è reiterato. Vale a dire non chiudere le partite quando le domina in assoluto. E’ successo col Bologna, poi col Torino e stasera con la Roma: sei punti gettati al vento che, speriamo di no, potrebbero costare caro in questo finale di stagione incandescente. E stavolta i cambi di Gasperini non hanno convinto e il principale di questi riguarda Malinovskyi: imprendibile nonché ancora goleador, quindi sostituito dopo un’ora di gioco. E si è spenta la luce dell’Atalanta che fino a quel momento aveva dominato la Roma: i dati lo certificano, 21 tiri a 13, 8 a 3 quelli in porta e poi le occasioni da gol: Malinovskyi all’8’, Zapata al 20’, Ilicic al 22’, Freuler al 33’ oltre al gol di Malinovskyi al 26’ del primo tempo, nel secondo tempo Romero al 10’ e Muriel, appena entrato al posto di Ilicic, al 15’. E la Roma sempre in balia della forza propulsiva dei nerazzurri, maestri nell’anticipo come Freuler e De Roon ma anche Palomino e Romero, che hanno attaccato a campo aperto e hanno costretto Pau Lopez a prendersi i meriti di migliore in campo. Gasperini per attaccare la Roma è tornato al 3-4-3, in difesa a destra Romero dalle parti di Pellegrini, Palomino addosso a Dzeko, Djimsiti a sinistra per Mkhitaryan, Maehle a destra di fronte a Calafiori, Gosens a sinistra per Karsdorp, in mezzo Freuler ha annientato Villar e De Roon ha fatto altrettanto con Veretout, in attacco Malinovskyi a sinistra subito una spina nel fianco tra Cristante e Mancini che non riuscivano mai ad intercettare, di volta in volta, l’ucraino e Zapata mentre Ilicic sulla destra veniva affrontato da Ibanez e lì, spesso e volentieri, il brasiliano faceva prevalere la sua fisicità sul fantasista sloveno, protagonista di una partita tra alti e bassi. Queste le premesse tattiche che, minuto dopo minuto, si rivelavano come mosse azzeccate. Così dopo venti minuti iniziale di una Roma all’altezza l’Atalanta prendeva possesso del gioco e spingeva con facilità irrisoria fino all’area giallorossa. Come una tempesta di palle gol che si abbatteva sui giallorossi senza però affondarli. E gli errori o le imprecisioni possono sempre costare caro in una partita come quella dell’Olimpico. Fino all’espulsione di Gosens non si vedevano pericoli in giro per il campo. Poi tutto è cambiato, prima col gol di Cristante e poi con la forza della disperazione i giallorossi hanno cercato di vincere con Dzeko e Mkhitaryan. Gollini allora ha rimediato l’errore del pareggio salvando il salvabile, benché Muriel abbia avuto sul piede un pallone da indirizzare con maggior precisione nella porta romanista. Niente, resta il rammarico di una colossale occasione lasciata per strada.
Giacomo Mayer