Finalmente. La prima vittoria di Champions fra le mura di casa, la prima vittoria di Champions davanti al popolo bergamasco che aveva goduto solo a Reggio Emilia e a Milano. Era ora di fare festa anche a Bergamo. Un successo di stretta misura ma in certe occasioni non conta il numero dei gol. Conta, eccome, la prestazione. E quella dell’Atalanta è stata giudiziosa e attenta nel primo tempo, straripante e decisiva nella ripresa. L’1-0 significa il primato in classifica mentre la trasferta di Manchester, che è sempre complicata, non è più uno spauracchio. Ha segnato Pessina ma il gol della vittoria l’ha costruito con forza e prepotenza Duvan Zapata che ha annichilito i due centrali dello Young Boys Camara e Lauper dal primo minuto all’ultimo.
E’ un inedito per modo di dire, gli svizzeri sono di casa a Bergamo infatti hanno contribuito alla nascita e allo sviluppo del gioco del calcio, ma questo è l’aspetto ludico. Ben più importante il loro intervento nelle sorti magnifiche e progressive, leggasi sviluppo di industrie che hanno portato noi bergamaschi in un sano capitalismo. E i nostri valligiani, emigrati nei vari cantoni in cerca di un lavoro, hanno contribuito alla prosperità della nazione elvetica. E non si tratta di sociologia spicciola. E poi il calcio, stavolta non è la Coppa delle Alpi, né la Coppa dell’Amicizia, trofei degli anni sessanta, né tanto meno l’Intertoto. Questa è la Champions. Certo, lo Young Boys l’ha frequentata più dell’Atalanta. Che, a sua volta, alla terza partecipazione è già considerata una formazione temuta e temibile. La vittoria dei bernesi sull’United ha scombussolato i piani a tutti. Del resto si conoscevano fino il fondo le difficoltà nell’affrontare lo Young Boys. Ovviamente Gasperini ha impostato un gioco offensivo seppur pragmatico, attaccare col sale in zucca per poi sprigionare la santabarbara nella ripresa. E così è stato. Wagner, invece, per sfruttare appieno la vittoria sugli inglesi, ha presentato uno Young Boys solido, coperto, cercando di offendere con tre veloci attaccanti come Elia, Siebatcheu e Ngamaleu. Niente da fare. Perché i lunghi lanci del portiere sul compagno Siebatcheu erano inutili. Anticipato perennemente da un ottimo Demiral. Detto questo, gli svizzeri si proteggevano con una linea a centrocampo, compatta, un po’ Maginot, un po’ Mura Venete e i nostri faticavano a valicare questi ostacoli, seppur sempre dalle parti di Von Ballmoos che, non è un caso, è stato il migliore in campo dei gialloneri. Anche perché , dopo solo dieci minuti, l’Atalanta ha perso Gosens, che si è stirato, sostituito da Maehle, autore di una prova preziosa. Mancava di sicuro lo spunto decisivo perché sia Zapata che Malinovskyi erano controllati dalla guardia svizzera, nonostante le innumerevoli incursioni di Zappacosta, un’altra partita d’alto livello. Eppure il gol era arrivato. Grazie all’immenso Toloi, poi correttamente annullato per fuorigioco; e Pessina, al termine del primo tempo, si è divorato un gol clamoroso, poi ha rimediato nella ripresa. E gli svizzeri? Solo un’incursione, peraltro da brividi, di Elia che ha sprecato malamente. Con l’arbitro Brych che più volte ha sollecitato il portiere svizzero a sbrigarsi. Perdeva tempo.
Nella ripresa come un fiume in piena l’Atalanta ha rotto gli argini e, fino al gol di Pessina al 23’, ha assediato, in tutti i modi, l’area svizzera sia da destra che da sinistra con Frueler, regista perfetto, e con De Roon efficace nell’occupare il campo. Dai una volta, dai un’altra volta con Toloi che accendeva la miccia per innescare i fuochi d’artificio. Ma il gol se lo inventa Zapata. Maehle, sulla destra, gli offre il pallone e il colombiano gioca di forza e prepotenza su Lauper, va via, vince un rimpallo, mette in mezzo a due passi dal portiere, Pessina d’intuito anticipa Hefti e segna la rete che vuol dire vittoria e primato. Wagner vuole il cambiamento e mette in campo, minuto dopo minuto, Mambimbi, Reider e Kanga, Gasperini risponde con Muriel e Pasalic per Pessina e un Malinovskyi così così. Lo Young Boys alza il baricentro ma concede spazi: Muriel ha la possibilità di raddoppiare e Zapata di testa costringe Von Ballmoos a superarsi. Poi l’ultimo tentativo dello Young Boys. Siluro di Martins che finisce sopra la traversa senza spaventare nessuno. Poi il giubilo finale.
Giacomo Mayer