di Giorgio Bottagisio

Dall’estremo vertice del Girone A di Seconda Categoria svetta in solitaria il San Giovanni Bianco, autore fin qui di una stagione a dir poco meravigliosa.
I biancoazzurri si presentano domenica forti del loro curriculum eccezionale: sette vittorie e un pareggio, manco una sconfitta. I numeri sono super, se contiamo le 25 reti rifilate agli avversari – 10 quelle subite in otto giornate – e la media barcellonesca di 3 goal a match.
Tirare le somme basandosi sulle statistiche è facile, perciò è opportuno indagare sulle ragioni che stanno dietro a quella che molti potrebbero definire magia, ma che in realtà va definita con la parola dedizione. Del presidente e dello staff, del mister e dei ragazzi, fino ai custodi e ai tifosi.
Abbiamo chiesto a Fabio Milesi di raccontarci chi è questo San Giovanni Bianco, e chi poteva farlo meglio di lui. Un’intera carriera calcistica votata per i biancoazzurri, che comincia a 10 anni e si conclude nel 2009, a 34. Quando ancora non c’era ancora il sintetico, lo si poteva vedere la domenica proprio su quel campo che ora calpesta in qualità di vice allenatore degli allievi. Un classico numero 7, di mestiere ala destra.
Fabio analizza così i segreti del successo della sua squadra: “Ottimo organico e uno staff che ci tiene davvero. Non esiste una formula diversa per ottenere i risultati. Gli innesti di quest’anno sono stati Gasparini dal Ponteranica, Ceroni e Calvi dal Berbenno e Troudi, che hanno contribuito a dare solidità alla squadra. É stato riconfermato il tecnico Zenoni, che sta realizzando un ottimo lavoro insieme al suo vice Pianetti, come i risultati dimostrano chiaramente”.
Applausi anche alla società: “Un grandissimo merito va anche allo staff, in particolar modo al presidente Monaci. Ci consentono di lavorare in un ambiente ideale, agevolando ogni sforzo: il campo in sintetico è la prima cosa. Quando giocavo io, negli ultimi anni, c’era quello in erba, e quando pioveva era davvero difficile allenarsi e giocare. Da due anni abbiamo uno dei campi più belli della Bergamasca, e questo dimostra quanto gli sforzi fatti dalla dirigenza in primis possano conferire solidità ad un progetto calcistico”.
È un calcio pieno e di tutte le età, quello del San Giovanni. “Il settore giovanile va dai pulcini fino alla juniores, con tutte le squadre. Abbiamo pure una squadra dilettante a 11 tesserata con il CSI”.
Fabio prosegue poi raccontando la sua storia con le scarpette appese al chiodo: “Quando lasciai il calcio da giocatore non avrei mai potuto tradire il mio cuore biancoazzuro. Rimasi come ds per due anni, ma poi dovetti abbandonare per esigenze lavorative. Tuttavia, la dirigenza non mi ha mai lasciato andare del tutto, chiedendomi di tornare sempre. Alla fine, 4 mesi fa, riuscendo ad avere tempo dopo il lavoro, ho accettato di dare una mano a Capoferri, l’allenatore degli allievi. Che tra le altre cose, è un mio grande amico d’infanzia, da quando avevo undici anni.
Ringrazio la società per questa fantastica storia che dura una vita, e per concludere sul campionato dico che la stagione è ancora lunga. Ci sono da considerare vari fattori come gli infortuni, le squalifiche e anche a come girerà la fortuna. È lecito dire, però, che non è sbagliato sognare”.