Fabrizio Carcano
Si riparte. Si ricomincia. Per scacciare l’incubo a tinte blu della notte di Zagabria. Sperando di non tingerlo di viola.
La Fiorentina che arriva domani alle 18 al Tardini sta molto peggio di un’Atalanta rientrata con il morale a pezzi dalla Croazia.
I viola hanno un solo punto in classifica, non vincono una partita dai tempi di Pioli, un’interminabile striscia di pareggi e sconfitte di 17 partite e finora la cura Montella non è servita a rivitalizzare una squadra rivoluzionata in estate.
Ma non è la Fiorentina a dover fare la partita.
Tocca all’Atalanta ripartire. Pur cambiando qualcosa.
Perché le scorie di Zagabria sono rimaste in qualche giocatore e poi c’è il serbatoio del consumo delle energie, che va tarato su tre partite in una settimana, con le due successive trasferte della settimana prossima sui campi di Roma e Sassuolo.
Gasperini ha lavorato sulla testa dei suoi, per azzerare la nottataccia di Zagabria.
“Ci siamo cosparsi il capo di cenere, ma ora basta, si guarda avanti”, è il messaggio del Gasp rivolto a tutto l’ambiente.
Tifosi inclusi.
Basta parlare della Dinamo, acqua passata.
Contro la Fiorentina ci saranno piccoli ritocchi.
In difesa tocca a Palomino prendere il posto di uno tra Djimsiti o Masiello, più probabile stia fuori l’albanese.
Rientra Castagne che dovrebbe far rifiatare Hateboer.
In mediana Pasalic scalpita per sostituire un Freuler appannato.
Davanti intoccabile Zapata a detta di Gasp che tiene ancora il freno su Muriel: “Non è pronto dal primo minuto, lo vedo meglio a gara in corso, ma in queste tre partite ne giocherà una da titolare”.
E Ilicic? “Ha bisogno di giocare”.
Resta il trequartista. Papu Gomez non salta mai una partita se sta bene. E in questo momento sta bene.
Ma in vista di Roma e Sassuolo potrebbe riposare anche il capitano, per dare una possibilità da titolare a Malinovskyi. Però con Gasp mai dire mai: e magari il Papu giocherà e sarà in coppia con Muriel! E in panchina, se la partita dovesse prendere una piega favorevole, ci sono Kjaer, Arana, Ibanez e Barrow per far tirare il fiato nell’ultimo quarto d’ora a qualche titolare…