Un millennial dal contratto quinquennale, costato cinque milioni e dalle idee fin troppo chiare: “La partecipazione alla Champions League e il passaggio del girone testimoniano che l’Atalanta è un club in crescita. Il migliore dove potessi capitare per migliorarmi: sono ancora molto giovane, voglio crescerci insieme”. Parole da giovane vecchio per Bosko Sutalo, neo difensore centrale nerazzurro in arrivo a titolo definitivo dall’Osijek nonché erede della maglia numero 4 di Simon Kjaer, girato qualche settimana fa dal Siviglia al Milan: “Mi auguro di arrivare tra le prime quattro del campionato per poter disputare la coppa più importante anche nella prossima stagione”, ha aggiunto il nazionale Under 21 croato ai microfoni dei canali ufficiali della società di Zingonia.
Sutalo, dunque, ammette candidamente il potere d’attrazione esercitato sulla sua scelta dal trofeo dalle grandi orecchie: “Questo perché ho visto le partite contro Dinamo Zagabria e Shakhtar Donetsk nel Group Stage C – ha proseguito in un buon inglese Bosko, 20 anni lo scorso primo gennaio -. Sono in un club dalle grandi tradizioni, uno dei più grandi in Italia con un pubblico adeguato al livello raggiunto”. Circa le sue caratteristiche, il penultimo colpo di mercato (l’ultimo, salvo contrordine, è il mediano del Nizza Adrien Tameze che dovrebbe essere ufficializzato entro venerdì alle 15: prestito semestrale con diritto di riscatto a 8 milioni) è netto quanto conciso: “Sono un giovane destinato a crescere e che ama avere il controllo del pallone”. In coda, anche un test di atalantinità brillantemente superato circa la data di nascita del sodalizio bergamasco (17 ottobre 1907), l’unico trofeo in bacheca (la Coppa Italia del 1963 con tripletta di Domenghini) e le avversarie battute nel girone per la corsa agli ottavi di finale Champions.