Sportiello 5,5:

al rientro non ha miracoli da compiere, dopo un buon intervento su Strefezza allo start, ma in compenso becca il matchball sul palo di competenza.

Toloi 5,5: il primo a farsi gabbare da Valoti nell’azione che decide rimonta e match rischiando di compromettere la corsa al quarto posto.

Caldara 6: senza responsabilità specifiche sui gol presi, ma certamente la retroguardia, oltre che dover essere registrata per via del suo innesto in corso d’opera, risente dei continui stravolgimenti dovuti alla conservazione forzata del modulo pur con un solo pendolino di ruolo (21′ st Muriel 5: entra in partita per modo di dire, viste le magre lì davanti. Porge un pallone utile, per il resto non la vede o quasi).

Palomino 5,5:ultimo baluardo davanti al suo portiere, si fa saltare da Valoti anche lui. Maluccio.

De Roon 6: riciclato sulla fascia, a dispetto di un passo non certo da pendolino tiene la posizione segnalandosi per abnegazione e ordine. La mossa del mister a inizio ripresa lo riporta nel vivo del gioco, poi Muriel per Caldara e di nuovo di là.

Freuler 6,5: si proietta in area o nei pressi con voluttà, sfiorando il successo personale e porgendola a Ilicic per il possibile bis. Sacrificato sull’altare della tattica (1′ st Djimsiti 5: la scommessa nella scommessa, quando mai ha fatto il laterale? E difatti Reca sul pareggio se lo mangia vivo. Ultimo spicchio da terzo di destra, ma la frittata è bell’e servita).

Pasalic 5,5: sembra esserci per onor di firma fin quando non spreca malamente la palla d’oro di Zapata a metà ripresa.

Gosens 5,5: forse sente il fiato sul collo del connazionale Czyborra, atteso martedì a visite mediche e firma. Perché non sembra lui: in ritardo dietro sulle folate di Strefezza, impreciso e incerto in fase offensiva.

Gomez 5,5: controlla la situazione tendendo ad allargarsi per ammollare qualche crossetto, però si vede che non è al meglio, vedi caviglia destra acciaccata a Firenze in Coppa Italia. Spento (14′ st Malinovskyi 6: dà appena un po’ più d’ordine e disciplina, ma ahilui trova compagni svagati o imprecisi col sovrappiù della cabeza di Tomovic che probabilmente gli nega il 2-2).

Ilicic 6,5: buona la decima, grazie al rituale preziosismo, un taco da ouro che manco il Socrates dei bei tempi. Cicca il raddoppio non incrociando col piede sbagliato, nel secondo tempo dà una pallonessa al suo centravanti che non la sfrutta.

D. Zapata 6,5: punta il vertice sinistro agendo più che altro da rifinitore, cavandosela benone in appoggio per via di un’intelligenza calcistica. Di suo la spara sull’incrocio e quindi su Berisha, ma è difficile essere lucidi quando si deve stragiocare al posto di quelli che non sono in grado nemmeno di giochicchiare.

All. Gasperini 5,5: ricicla De Roon largo a destra per non sconfessare il suo credo tattico più incrollabile di una fede cieca, rischiando qualcosina e non solo da quel lato. Rischia pure Djimsiti per riportare Marten in mezzo, quindi cambia ancora. Cambia i giocatori, forse l’atteggiamento, col Papu sempre meno attaccante e sempre più tuttocampista. Tutto tranne il modulo, che senza un esterno di qua nessuno avrebbe mai mantenuto uguale.