Dinamo Zagabria – Atalanta 4-0 (3-0)DINAMO ZAGABRIA (3-5-2):

Livakovic 6; Teophile-Catherine 6,5, Dilaver 6,5, Peric 6,5; Stojanovic 7, Ademi (cap.) 7, Moro 6 (28′ st Gojak 6), Dani Olmo 7,5, Leovac 8; Petkovic 6,5 (38′ st Gavranovic sv), Orsic 8 (31′ st Ivanusec 6). A disp.: 1 Zagorac, 8 Hajrovic, 16 Situm, 20 Atiemwen. All.: Bjelica 7,5.
ATALANTA (3-4-1-2): Gollini 5,5; Toloi 4,5, Djimsiti 4,5, Masiello 5,5 (1′ st Malinovskyi 6); Hateboer 4,5, De Roon 5, Freuler 5 (1′ st Pasalic 6,5), Gosens 6; Gomez (cap.) 5,5; Ilicic 5 (43′ st Barrow sv), Zapata 5,5. A disp.: 57 Sportiello, 6 Palomino, 21 Castagne, 9 Muriel. All.: Gasperini 5.
Arbitro: Gil Manzano 5,5 (Barbero, Nevado; Martinez Munuera. VAR Hernandez e de Burgos).
RETI: 10′ pt Leovac (D), 31′ pt, 42′ pt e 23′ st Orsic (D).
Note: serata uggiosa e fredda, terreno in condizioni passabili. Spettatori 28.863. Ammoniti Djimsiti, De Roon, Teophile-Catherine, Moro e Gosens per gioco scorretto. Occasioni 8-8, nello specchio 6-2. Var: 2. Corner 3-2, recupero 3′ e 4′.

Zagabria – La prima alla scala del calcio europeo, nel proscenio zagrebino dello Stadion Maksimir, è stata una stecca di quelle memorabili. Perché la Dinamo Zagabria, pur difendendo a cinque, ha fatto l’Atalanta mettendoci forza, ritmo e pressing altissimo. I sogni sono belli finché la realtà non si materializza in tutta la sua crudezza, figurarsi poi in un girone (C) di Champions League: a oggi Gian Piero Gasperini e i suoi non si sono ancora calati nello spirito e nel livello delle competizione regina dell’Europa.
Avvio subito da brividi, anche se a sprazzi, con Dani Olmo (mezzala e poi trequartista, l’uomo ovunque) a mettere da sinistra un radente che Petkovic smista di tacco all’accorrente Orsic: palla a lato. Al 3′ scarso la risposta mancina un po’ sbilenca di De Roon, imbeccato da Ilicic al limite. Troppi rischi e alla fine si soccombe: all’8′ Ademi sbatte su Djimsiti, quindi Dani Olmo si libera per un sinistro che trova Masiello come ultimo baluardo e inevitabilmente il vantaggio di Leovac, pescato nel suo taglio dalla corsia da Stojanovic nella classica manovra da quinto a quinto. La Dea ce ne mette per riprovare la scalata all’Olimpo, svegliandosi sull’asse Freuler-Gosens per il primo corner al 21′. Poco dopo Josip s’accentra e sgancia la botta, a lato, da posizione centrale. Il grosso dei tifosi bergamaschi bloccati 140 minuti dalle 18 alla frontiera con la Slovenia arriva proprio nei pressi e comincia a scatenare i cori. Senza esito, perché l’undici del Gasp pasticcia in ogni fase. Al 31′ Gosens sventa in diagonale su Ademi, servito dall’out da Leovac, che in compenso dopo qualche decina di secondi sull’imbeccata di Olmo pesca all’indietro il piattone del raddoppio di Orsic. Il tutto sugli sviluppi dell’angolo su cui Ilicic difende con disattenzione. Lo sloveno cammina, De Roon lascia passare sempre lo spagnolo e al 42′ il tris è sul piatto: Stojanovic apre per la sponda aerea di Ademi sul secondo palo e il doppiettista di giornata ci mette il tuffo di testa a volo d’angelo.
Disastro totale, ma almeno c’è il primo tiro in porta atalantino, nel recupero, by Gomez, che saggia la presa di Livakovic al culmine di un’azione di rabbia al limite Ilicic-Freuler-Zapata. Proprio la solitudine del colombiano, oltre alle corsie sbarrate, zavorra oltre misura una squadra in botta pesante. Nella ripresa si passa a quattro in difesa arretrando i pendolini e inserendo Pasalic-Malinovskyi in mezzo. Eppur si muove, vedi il croato che colpisce al volo in corsa al decimo su traversone di Hateboer: mira sballata e gol mangiato, ma almeno qualcosa si fa. Si scoprono ettari di terreno e al 13′ per poco Orsic (occhio al presagio) non fa tripletta in lungolinea con Ademi: bravo Gollini a respingere a pugni serrati. Lo score assume proporzioni imbarazzanti quando il numero 99 cala il poker inserendosi sul lancio alto e in diagonale senza pretese di Theophile-Caterine (23′). Nessuno che si occupi del killer d’area, nessuno che osi metterci la testa o il piede. Che molto, troppo non vada per il verso giusto lo si deduce al 26′: scavetto del Papu per Duvan che evita il fallo di fondo e scodella, Ilicic dall’altra parte è fuori tempo e non prova nemmeno a cacciare la sfera. Al 29′ Papu allunga lo zuccherino al Cafetero, che si gira trovando la grande risposta di Livakovic che alza sopra la traversa. La creatura gasperiniana ci ritenta coi due terzini ed è Gosens (33′) a mancare la mira in svettata. Al 36′ Petkovic fa tutto bene ma telefona rientrando sul sinistro, un minuto e Malinovskyi in asse con Gomez la porge a Pasalic che allarga il piattone da posizione favorevolissima. Idem per Zapatone, che anticipa col tocco sotto il portiere di casa su lancetto di Ilicic. Verso il termine dell’extra time, mancinone alto dell’argentino sul la del made in Colombia. Tutte chances nel garbage time, fuori tempo massimo. Per la prima volta nella storia una croata segna a un’italiana nella regina delle coppe. E per la prima volta in stagione i palloni anziché nel sacco altrui rimangono in canna all’Atalanta. C’è da preoccuparsi sul serio. 

Simone Fornoni