di Carlo K Capitanio

La Dea a Genova ha fornito finalmente segni di ripresa. Ora col Chievo bisogna dimostrare che non è stato un episodio, ma la squadra sta guarendo dai suoi mali. E con un Pinilla in più si può essere ottimisti.
Torniamo a Genova. Un punto fortemente meritato contro una formazione che – pur cambiando molto a ogni sessione di mercato, in maniera quasi schizofrenica – gioca a viso aperto un buon calcio, avendo pure accarezzato il sogno di tornare da Zena con il bottino intero.
Più che il rimpianto per i tre punti appena sfiorati, questa partita ci consegna un’Atalanta più quadrata, più matura e consapevole dei propri mezzi, di sicuro superiori alla classifica: Colantuono mischia per l’ennesima volta le carte, spedisce Zappacosta a fare l’esterno di centrocampo a destra (per poi scambiarlo a gara in corso con D’Alessandro, inizialmente schierato a sinistra), schiera un eterno Bellini come terzino sinistro e riconferma Dramè nel ruolo di terzino sinistro.
Sul numero 93 neroazzurro c’è il rischio di una querelle con la federazione senegalese: convocato dalla sua nazionale per la prossima Coppa D’Africa rischia di non essere disponibile per un mese buono e l’Atalanta, infastidita, sta pensando di non lasciarlo partire.
In campo abbiamo visto un’Atalanta non più impaurita o smarrita, ma capace di pensare calcio e di essere protagonista della dialettica calcistica sviluppata in un incontro di pallone, sfruttando gli spazi lasciati dal Genoa e provando a fare male, con un Baselli finalmente leader del centrocampo.
Atalanta in crescita e atteggiamento finalmente all’altezza, sperando che Colantuono trovi l’alchimia perfetta per staccarsi del tutto dal fondo della classifica.
Ora l’orecchio è teso verso i rumours di mercato: l’intenzione della società atalantina è quella di completare un organico che si è dimostrato – anche per profondità – insufficiente nella prima parte della stagione.
E’ già arrivato Pinilla a completare un attacco spesso sterile e a pungolare El Tanque Denis: il cileno può giocare come prima punta (come Denis e Bianchi) ma non è una bestemmia testare se non si pesta i piedi con il capitano neroazzurro, magari con Maxi Moralez a innescarli.
Ora i dirigenti neroazzurri stanno dialogando molto con la Roma: l’obiettivo è di portare sotto le Mura Venete Emanuelson e il gioiellino Salih Uçan, già cercato questa estate.
Il primo è un giocatore polivalente tutto mancino, idealmente potrebbe ricoprire il ruolo di terzino (con Dramè a giocare la Coppa D’Africa) ma anche di esterno di centrocampo con dietro il franco-senegalese. Carriera che sembrava da predestinato, quella dell’olandese: esordio a 18 anni con la maglia dell’Ajax, per 5 stagioni e mezzo è titolare della fascia sinistra dei Lancieri, talento fatto in casa come nella migliore tradizione dei biancorossi. Poi nel gennaio 2011 il passaggio al Milan  senza confermare le promesse né potersi ascrivere alla lista degli Oranjie rossoneri illustri (quella dei Gullit, Rijkaard, Van Basten), con un prestito lampo al Fulham e la nuova avventura – da svincolato – con la Roma, dove Garcia però non lo “vede” mai.
Elemento dalla buona esperienza internazionale (17 presenze dell’Olanda e un Europeo U21 vinto), potrebbe approdare a Bergamo in compagnia del compagno di squadra Ucan: titolare nella Super Lig turca a 17 anni, viene acquistato dal Fenerbahce (una delle “nobili” del calcio turco) dove resta due stagioni prima di approdare a Roma.
Trequartista dal talento cristallino e di temperamento, è un giocatore già pronto e già “testato” negli infuocatissimi campi turchi: non è di sicuro un velocista, ma sopperisce con il gioco di gambe e la tecnica a questa lacuna, potrebbe diventare un’alternativa velenosa a Maxi Moralez.
C’è tempo fino a fine mese per provare ad arricchire una squadra apparsa un po’ in difficoltà e provare a dare una sterzata di freschezza con l’innesto di qualche rinforzo, l’importante è non farsi distrarre troppo dalle sirene di mercato (lo stesso Denis ha rilasciato dichiarazioni sibilline nei giorni scorsi), la “strana coppia” Marino – Sartori ha la giusta esperienza per pescare bene.

NELLA FOTO MORO: il neoacquisto nerazzurro Pinilla