di Giacomo Mayer.
La discesa agli inferi continua, incessante ed inesorabile. Come a dire, Atalanta svegliati. E questo pressante invito è rivolto non tanto ai giocatori quanto a Colantuono, a Marino e ai Percassi. Spero si rendano conto che questa caduta libera può provocare danni irreparabili per il futuro, prossimo e venturo. Per la verità, domenica pomeriggio Glenn Stromberg ci ha detto che eravamo pessimisti anche perché la situazione non era così tragica come gliela dipingevamo. Però la formazione nerazzurra denota, da troppe partite, una pericolosa involuzione tattica e soprattutto non segna più, per ricordare l’ultimo gol su azione bisogna risalire a quello di Denis in Atalanta-Parma dell’8 dicembre. Poi notte fonda. Le cause non sono difficili da individuare e vanno ascritte, inevitabilmente, all’impoverimento della “rosa” in quasi tutti i settori: persi i due esterni di difesa (Masiello e Peluso) che facevano volare la squadra sono stati rimpiazzati da un Brivio, immaturo per una formazione di metà classifica, e da nessun altro, con Bellini, perennemente infortunato, e Raimondi che sta facendo fin troppi miracoli.
Via Manfredini, dentro Canini e va bene così mentre Matheu è considerato l’ultimo delle riserve, a centrocampo non ci si può lamentare, ma ecco le note dolenti: Schelotto pesta i piedi per andarsene (ma l’Inter lo vuole davvero?) come ha fatto prima a Cesena e poi a Catania e i fans nerazzurri cominciano, a ragione, ad osteggiarlo. Se rimane, sarà recuperato o continuerà ad essere un separato in casa? E Troisi? Boh. In attacco lo stato delle cose è addirittura sconcertante: Denis ha realizzato sette gol (due su rigore), Moralez e De Luca uno a testa, Parra nemmeno uno ma non gioca quasi mai e domenica pomeriggio sembrava un centrocampista di contenimento e non una punta, Marilungo è infortunato e Budan è appena arrivato, tra l’altro nel Palermo, dove ha segnato un gol, non era nemmeno titolare. Certo, la crisi nera di Denis non era ipotizzabile e intorno a Moralez hanno esagerato tutti mentre qualcuno dovrà spiegare chiaramente la cessione di Gabbiadini. Vediamo se in questi tre giorni finali di calciomercato Percassi e Marino riusciranno ad inventarsi qualche acquisto azzeccato. Altrimenti prepariamoci ad una primavera di lacrime e sangue. E per finire è meglio non dimenticarci dei buuu del civile popolo nerazzurro verso Boateng, Constant, Traorè, Zapata e Niang, i giocatori di origine africana del Milan. Significativa la risposta di Colantuono quando gli hanno chiesto se avesse sentito i buu contro i milanisti di colore: “Sarà stato che gridavano Bu, Bu, Budan”. Al mister serve l’amplifon.