Serve una premessa prima di analizzare la prima parte del campionato dell’Atalanta. Tra Champions, sogno proibito, e Europa League, sogno realistico, il popolo nerazzurro ha salutato la conclusione del girone d’andata dell’Atalanta in un clima di esaltazione collettiva e sotto un cielo colorato dai fuochi d’artificio e dalle stelle filanti da Reggio Emilia a Bergamo. Il presidente Percassi, più realista del re, continua a sostiene “prima la salvezza, poi vediamo” ma lo fa più per scaramanzia che per altro, anch’egli sogna, anzi spera vivamente nell’Europa. Ecco la nostra analisi.
Classifica: nell’era Gasperini l’Atalanta ha girato a 35 punti (sesto posto) nel 2016-17, a 27 punti (settimo posto in coabitazione con Fiorentina e Udinese) nel 2017-18, a 28 punti (ottavo posto) in questa stagione. Sempre in lotta per un posto in Europa. E questo è il primo dato che non ammette discussioni. Nella prima stagione dopo un avvio incerto la squadra ha preso il volo proprio nella seconda parte dell’andata, nella scorsa stagione le sei partite di Europa League hanno rallentato l’andamento regolare e anche in questo campionato la partita di Copenaghen ha lasciato strascichi e scorie almeno fino al 5-1 col Chievo, nona giornata, quando la squadra era al quart’ultimo posto con solo sei punti, cinque gol fatti e dieci subiti. Di sicuro si non persi per strada almeno quattro punti (gettati al vento quelli di Empoli, immeritati quelli di Firenze), poi poteva starci il pari col Napoli e con un po’ di fortuna si è vinto con la Lazio, col Genoa è stata una partita di football americano e non di calcio. Alla fine del girone quattro vittorie in casa, altrettante lontano da Bergamo e fanno otto, le sconfitte tre in casa, quattro fuori, i pari due sia a Bergamo sia in trasferta. Insomma una formazione all’insegna di un certo equilibrio. Eppure nelle prime otto giornate l’Atalanta ha conquistato solo sei punti, dalla nona fino alla diciannovesima ha collezionato 22 punti, sette vittorie, tre sconfitte e un pareggio.
Gol: 39 gol è un record per l’Atalanta, non solo ma è l’attacco più prolifico del campionato con un gol in più della Juventus: Zapata 10 gol, Ilicic 6, Gomez 5, Mancini 4, Hateboer e Rigoni 3, Castagne, De Roon, Djimsiti, Freuler, Gosens, Palomino e Pasalic 1 e un autogol di Gagliolo (in casa 15 fatti, fuori 24, miglior attacco , contro i 19 della Juve). 27, invece, i gol subiti, tredicesima peggior difesa in coabitazione con la Spal (7 in casa, 20 fuori). Zapata ha realizzato otto gol in sei partite consecutive. Inoltre il ritorno a tempo pieno di Ilicic ha contribuito a realizzare il salto di qualità
Tattica: Si parte sempre col 3-4-1-2 poi Gasperini cambia a secondo dell’andamento della partita e tutti i moduli tattici (dal 3-5-2 o 5-3-2 o 4-4-2 e varianti) sono confezionabili. Ad inizio stagione il quesito riguardava il possibile o probabile sostituto di Cristante. Gasperini ha provato con Pasalic alle spalle di Gomez e Zapata ma con scarse fortune, poi ha deciso col tridente (Gomez-Zapata-Ilicic o Barrow), niente da fare. Poi ha trovato la soluzione finale spostando Gomez a centrocampo. Le prime partite son state complicate anche tatticamente per il Papu che comunque aveva accettato di buon grado la scelta dell’allenatore. Certo ha faticato a trovare la giusta posizione ma, di contro, gli allenatori avversari non sono riusciti a capire dove giocasse provando a mettergli addosso un centrocampista o un difensore. Gomez, invece, è cresciuto di partita in partita fino alla portentosa prestazione col Sassuolo. De Zerbi gli ha messo contro Sensi, uno dei migliori centrocampisti italiani. Chi ha stravinto il duello? Ovviamente il Papu che ha realizzato un gran gol, ha colpito una traversa e ha messo i suoi piedini fatati in quasi tutti i sei gol. In difesa, invece, restano i tre difensori Toloi, Palomino con Mancini che ha preso il posto di Masiello, a centrocampo le colonne i due mediani tuttofare De Roon e Freuler mentre sono cresciuti tre (Gosens, Castagne, Hateboer) dei cinque esterni (Ali Adnan, Reca).
Punti deboli: Certamente l’assetto difensivo più che i singoli difensori. Tanti gol su calci d’angolo o calci piazzati, è anche vero il contrario grazie (i sei gol realizzati dai difensori), e il portiere (Berisha), che parla poco, è spesso incerto sui palloni alti e non è brillante nel rinvio con i piedi. Strutturalmente la squadra ha palesato vistose lacune nell’affrontare avversarie di bassa classifica (Spal, Empoli, Genoa). Insomma grande con le grandi, piccola con le piccole e questa è un’anomalia da cancellare se si vogliono raggiungere traguardi ambiziosi.
Mercato: Tutto ruota intorno alla permanenza o meno di Rigoni. Intanto una precisazione: tempo fa abbiamo scritto che l’argentino non poteva essere ceduto ad un altro club. Invece non può cambiare club in Europa a meno che rientri allo Zenit. Fino ad oggi i russi non sembrano intenzionati a riprenderselo, quindi vedremo come va la trattativa. Il presidente Percassi ha comunque chiarito che non partirà nessun big mentre in entrata dipende se capita l’occasione d’oro. Nel frattempo Gasperini ha chiarito che, per raggiungere traguardi ambiziosi, serve qualche rinforzo di qualità. Vedremo.
Giacomo Mayer