La curiosità di vedere come se la cava un Odilon Kossounou, il braccetto campione d’Africa all’esordio, è sospesa quanto il fiato di chi s’è smazzato traffico allucinante e/o temporale in testa. Non per molto, però. Un poker di sopralluoghi che vale uno schiaffo a cinque dita al pubblico e agli addetti ai lavori. Ma se la palla non rimbalza e sul campo non s’è vista l’ombra di un telone, nonostante l’allerta meteo arancione da ormai 48 ore e la pioggia a secchi già alle due del pomeriggio, giocare è chiaramente impossibile. E il “venite a caricare” rivolto dai tifosi del Como, assiepati in numero di 1.200 nel settore ospiti, vale un rinvio delle ostilità quantomeno dialettiche alla stessa ora di martedì sera: 24 ore esatte, 20.45 del 24 settembre.
Il triplice fischio virtuale (andavano mandati a favore di tv e di pubblico) del monzese Paride Tremolada, nessun precedente con l’Atalanta, padrona di casa per la terza consecutiva con la Fiorentina nell’incipit e i prestigiosi occhiali con l’Arsenal in mezzo all’esordio stagionale nella nuova League Phase di Champions, è arrivato alle 21.43, a conclusione di un teatrino poco edificante e francamente inutile. Alle 22, mentre stiamo vergando queste righe, avrebbe spiovuto, mentre la quarta verifica della serie, la terza presieduta dal direttore di gara a riscaldamento ormai fatto e finito, è stata accompagnata dalla fretta evidente dei capitani Marten de Roon e Patrick Cutrone di tornarsene alla base.
Sarebbe bastata, in caso di volontà evidente di giocarsela, magari un po’ sporca, nonostante tutto, l’attesa di un altro quarto d’ora. 20.43: escono solo i due giocatori con la fascia al braccio e dicono che no, non si può fare, anche perché ala bomba d’acqua delle 19 che ha reso le strade cittadine una riedizione in tono minore dell’esondazione a due Morla-Tremana con 30 milioni di danni di lunedì 9 settembre ne è seguita un’altra di intensità meno accentuata proprio all’approssimarsi dell’orario previsto del kick-off. Alle 21.15, la sessione di verifiche interlocutoria, col rinvio alle 21.30 perché sì, tutto sommato l’attrezzo di cui rimbalzava a sufficienza senza fermarsi prima di cinque o sei rotolate. L’olandese è il più convinto che avere una famiglia a casa, tra l’altro a tiro di circonvallazione vicina, è una motivazione più che sufficiente per insistere che il calcio non deve assomigliare alla pallanuoto.
In coda al warm up, altrimenti detto riscaldamento, il sopralluogo dei dubbi che rimontano all’orizzonte annerito dal maltempo, ampiamente previsto e in nessun modo contrastato, forse perché poi togliere i teloni sarebbe stato impossibile. Inevitabile il consulto audio arbitro-Lega Calcio, coi due capitani a pregarlo di non insistere, tanto sarebbe stato inutile. A squadra rientrate nei rispettivi spogliatoi, ore 21.43, a Tremolada viene fatto notare che sull’erba a basket non si gioca e la sfera deve pur rotolare rasoterra. Finalmente il buon Paride becca i non pochi punti morti pozzangherosi dove l’acqua non può defluire o sparire all’improvviso per miracolo. Rinvio H24, e pazienza se c’è chi deve annullare impegni professionali in calendario perché ai piani alti c’è chi non guarda nemmeno le previsioni del tempo.
Le formazioni della partita rinviata
ATALANTA (3-4-1-2): Carnesecchi; Kossounou, Djimsiti, Kolasinac; Bellanova, De Roon, Ederson, Zappacosta; Pasalic; De Ketelaere, Retegui. A disp.: 28 Rui Patricio, 31 Rossi; 4 Hien, 49 Del Lungo, 7 Cuadrado, 22 Ruggeri, 27 Palestra, 6 Sulemana, 44 Brescianini, 24 Samardzic, 10 Zaniolo, 11 Lookman, 48 Vlahovic. All.: Gian Piero Gasperini.
COMO (4-2-3-1): Audero; Van der Brempt, Dossena, Kempf, Moreno; Sergi Roberto, Perrone; Strefezza, Paz, Fadera; Cutrone. A disp.: 25 Reina, 5 Goldaniga, 15 Fellipe Jack, 3 Sala, 6 Iovine, 8 Baselli, Jack, 26 Engelhardt, 27 Braunoder, 36 Mazzitelli, 14 Jasim, 33 Da Cunha, 90 Verdi, 9 Gabrielloni, 11 Belotti. All.: Cesc Fabregas.
Arbitro: Tremolada di Monza (Preti di Mantova, M. Rossi di Biella; IV Collu di Cagliari. V.A.R Paterna di Teramo, A.V.A.R. Aureliano di Bologna).