27a (8a R) serie A – Empoli, stadio “Carlo Castellani” Computer Gross, domenica 23 febbraio (ore 18)
Empoli – Atalanta 0-5 (0-3)
EMPOLI (3-4-2-1): Silvestri 6; De Sciglio 5, Goglichidze 5, Cacace 5,5; Gyasi 5,5 (12′ st Sambia ), Maleh 5,5 (38′ st Kovalenko sv), Grassi (cap.) 6 (27′ st Zurkowski 6), Pezzella 6; S. Esposito 6 (27′ st Campaniello 6), Henderson 6,5; Kouamé 6 (12′ st Colombo 6). A disp.: 12 Seghetti, 23 Vásquez, 98 Brancolini; 31 Tosto, 37 Bembnista, 36 Bacci, 90 Konate. All.: Roberto D’Aversa 5.
Atalanta (3-4-3): Carnesecchi 6,5; Posch 6,5, Djimsiti 6,5 (19′ st Toloi 6), Kolasinac 6,5; Bellanova 7, Pasalic 7 (31′ st Brescianini sv), De Roon (cap.) 8, Zappacosta 8 (41′ st Ruggeri sv); De Ketelaere 6 (18′ st Ederson 6), Retegui 8, Lookman 9 (31′ st Cuadrado sv). A disp.: 28 Rui Patricio, 31 Rossi; 49 Del Lungo, 27 Palestra, 6 Sulemana, 24 Samardzic, 45 Vavassori, 48 Vlahovic. All.: Gian Piero Gasperini 8.
Arbitro: Mariani di Aprilia 6 (Carbone di Napoli, Peretti di Verona; IV Ferrieri Caputi di Livorno. V.A.R. Fabbri di Ravenna, A.V.A.R. Meraviglia di Pistoia).
RETI: 27′ pt aut. Gyasi (A), 33′ pt Retegui (A), 43′ pt e 10′ s Lookman (A), 29′ st Zappacosta (A).
Note: mezza sera serena, spettatori non comunicati di cui 860 atalantini. Ammonito Carnesecchi per proteste. Tiri totali 10-14, nello specchio 1-8, parati 1-3, respinti/deviati 1-1. Var: 2. Corner 3-4, recupero 2′ e 2′.

Empoli (Firenze) – Tre in un tempo, un paio nell’altro. In graduatoria, meno 3 dall’Inter nuova capolista e meno 2 dal Napoli. E chi se ne frega del presunto grande gelo tra mister e bomber-2 ritrovato, alla terza in due match dopo la bruciante uscita ai playoff di martedì scorso. L’Atalanta è caldissima, come uno dei suoi leader e maestro di uno contro uno, e per l’Empoli che non vince ormai da undici allacciate di scarpe l’aperitivo domenicale è un inciampo unico con le noccioline di traverso. Shaken, not stirred, l’avvolgente vermouth nerazzurro pieno di protagonisti come i petali di un’ortensia. Zappacosta, che infine la fisserà sulla cinquina piena, la sblocca con la complicità del fianco destro di Gyasi, Retegui la mette in ghiaccio da killer d’area entro sei giri di lancetta e Lookman addirittura agli archivi accarezzando la beffa per il tris in un primo tempo a ritmi da tridente di lusso. Il contraltare mediatico di Gasperini si concede pure il lusso della doppietta, stavolta col sinistro, sganciandosi al 55′ nel corridoio spalancato da De Roon. Sabato arriva a Bergamo il pericolante Venezia, ma il calendario riserva in seguito il quartetto di scontri diretti Juventus-Inter-Fiorentina-Lazio, ammezzato dall’ultima sosta per le Nazionali. Il marzo della verità.

Prima della combinazione con Lookman e l’autore dell’apertura a sinistra Retegui per il mancino del laterale deviato dal dirimpettaio, dettata da De Roon, bergamaschi pericolosi subito con Bellanova sulla ripartenza manovrata da De Ketelaere, rifinita dal nigeriano e smozzicata dall’ex Pezzella, col giallo dell’entrata nettamente sul piede di De Sciglio a esterno già allargato dall’interessato. Se intorno al quinto impegnano severamente il guantato ex Hellas prima il futuro rompighiaccio in scia al recupero alto di Kolasinac sul pendolino destro azzurro e quindi Djimsiti (poi rovesciata alta sul rimpallo tra CDK e il terminale altrui) svettando sul corner del rigorista mancato e unico marcatore nell’eliminazione di Champions col Bruges, al quarto d’ora è bravo Carnesecchi nel saltello sbracciato a blindare il palo di competenza dall’assalto mancino di Kouamé sul la di Esposito. La smorzata di Maleh al settimo non è davvero un allarme che suona sugli sviluppi del primo calcio piazzato. A cronometro raddoppiato, Pasalic gira a lato il rimorchio offertogli dallo scatenato numero 11.

In coda al terzo angolo, il Pallone d’Oro d’Africa dalla sinistra trova il prolungamento di testa del perno albanese per il piatto destro a incrociare dell’oriundo alla ventunesima stagionale in A davanti all’area piccola. Poco prima, la svettata di Posch sulla saracinesca abbassata dal portiere di casa, sempre dalla solita battuta dalla bandierina destra. Poi, per metterci una pietra sopra, ricevendo dal centrattacco su una nuova uscita dalla trequarti di fra’ Martino, ‘Mola, nel duetto con l’esterno di Parabiago al quarantesimo culminato con l’elevazione centrale, il presunto nemico di Gasperini dribbla Silvestri con la suola entrando in porta con l’attrezzo da lavoro.

Se alle soglie del recupero Cacace mastica lo schema con Pezzella sul primo angolo a favore, in avvio di ripresa Henderson gira fuori dallo specchio una punizione quasi alla Platini (2′) e Goglichidze si fa ingolosire dal recupero alto centrando i piccioni (4′). Lo scozzese la sfiora di nuovo di girello, ma su azione, dal limite, dopo aver ottenuto il via libera da Cacace ed Esposito. Dall’olandese, invece, lo ha Ademola che prende alle spalle De Sciglio e corre per il mancino in diagonale. Il napoletano sulla trequarti corregge di testa a palombella sui tabelloni pubblicitari a bordocampo il tracciante di Kouamé. toscani reagiscono non più di tanto. A reclamare requie, la caviglia di Djimsiti che si fa sostituire da Toloi; Carnesecchi lamenta la carica di Colombo e viene ammonito dopo l’occasione di testa dell’altro volto noto Grassi in combutta col napoletano a sinistra rintuzzata da Kolasinac.

Garbage time. Retegui scava la zolletta a Ederson che subentrato da non molto si bilancia all’indietro col corpo, tutto bene invece per il sorano, accentrato in lunetta dal movimento a due passaggi del Chapita e SuperMario per il radente della manita in faccia. L’esordiente Campaniello, al contrario, smarcato dal suo centravanti oggi di riserva manda sotto la curva anziché nel sacco. Si rivede la meteora Kovalenko, sinistro incrociato male dopo un rimbalzo pazzo (42’) dopo lo scavigliamento sinistro di Rafa (a Venezia chi gioca dietro?) che comunque tiene botta costringendo Zappacosta a farsi avvicedare da Ruggeri. Un gesto di enorme attaccamento alla maglia, come del resto la prova di Lookman, che scrive diciassette a referto (dodici in campionato) con Retegui (ventuno) a ventiquattro e Zappacosta (tre) a quattro.