Felix Zwayer
è un immobiliarista berlinese prossimo (19 maggio) ai 44 anni cui l’UEFA ha assegnato il compito di dirigere lo spartiacque stagionale dell’Atalanta. C’era lui, a Kharkiv, l’11 dicembre 2019, allorché col tris secco allo Shakhtar Donetsk già costretto all’esilio si passò il girone della maggiore competizione continentale alla prima partecipazione, con Castagne (66′), Pasalic (80′) e Gosens (94′) a scandire le tappe della qualificazione agli ottavi di finale. La corsa, fatto fuori anche il Valencia nella prima eliminatoria, si sarebbe poi interrotta a Lisbona il 12 agosto 2020 nel quarto secco senza pubblico col PSG dopo aver sognato le semifinali fino all’inizio del recupero.
Martedì sera bergamasco con squadra arbitrale tedesca e direttore di gara conosciuto oltre che fortunato per i nerazzurri, dunque, nel ritorno dei playoff di Champions League col Club Brugge che invece ne sono stati arbitrati nel ko per 3-1 a San Siro col Milan. Il 22 ottobre scorso, a segno Pulisic (34′), il fiammingo Sabbe (51′) e doppietta (61′ e 71′) di Reijnders.
Tedesco di Germania, si diceva, l’intero team di giacchette colorate al netto dell’Assistente Video Assistant Replay, lo sloveno Alen Borošak. Gli assistenti sono Robert Kempter e Christian Dietz, il quarto ufficiale Florian Badstübner e il V.A.R. Bastian Dankert. Sperando che tra fischietto e cabina di regia non si ripeta il pasticcio Hien-Nilsson con rigore regalato ai belgi, un aneddoto va stampato a caratteri maiuscoli. Zwayer, infatti, nel 2004 avrebbe accettato 300 euro per favorire il Wuppertal per confessare l’anno seguente la combine ed essere squalificato sotto silenzio della DFB per sei mesi. Fu un’inchiesta della Die Zeit a portare alla luce lo scandalo, comunque mai ammesso.