Riceviamo e subito pubblichiamo“Mi chiamo Angelo Galbiati, detto capitan Melli, ho quasi 38 anni e navigo nel mondo del calcio da 32. Penso di averne vissute molte e di averne viste tante; a partire dai match interminabili sull’asfalto dell’Oratorio Seminarino di Città Alta dove dai 6 ai 16 anni le partitelle tra amici erano tutti i pomeriggi come sfide di Champions League. Al seminarino sono solito tornare per un match annuale, e lì è nato il mio soprannome Melli dal mitico Alessandro Melli, ex Parma, di cui sono poi divenuto realmente amico. Tante sfide, tante imprese, tante vittorie, come quelle con la Nazionale Padania dove ho giocato con Ganz e molti altri giocatori di serie A, come quelle recenti col Berghèm Celtic a 7 che annovera tra le proprie fila miti del calcio nazionale e provinciale: Marco Sgrò, Giorgio Pesenti, Capelli, tanto per citarne alcuni, come il campionato Csi a 11 vinto col Curno l’anno scorso.La vittoria di ieri sera col DICO NO ALLA DROGA nel campionato a 5 girone D gruppo U contro lo Sparta C5S, che era la capolista, ha avuto un sapore diverso.Quando il presidente Oreste mi ha contattato mi sono preso un paio di settimane per pensarci, i dolori a 38 anni si sentono, per chi ha giocato quasi tutti i giorni, su terreni aspri e duri, però quando mi ha spiegato il mondo che c’era dietro alla vetrina calcistica, le storie di ragazzi salvati dalla strada, mandati in comunità, e recuperati mi ha convinto ad accettare.Per la prima volta mi trovavo con compagni di squadra anonimi, sconosciuti, mi sono infilato i guanti (poiché alterno il ruolo di portiere a quello di difensore) e ho subito fatto gol dalla mia porta nel primo match, ma lo spettacolo è stato ieri sera. Ho caricato i miei compagni style Yepes negli spogliatoi, gli ho dato consigli per disporsi in campo, abbiamo lottato come leoni, abbiamo battuto la capolista, non ci ho dormito la notte…”.