Atalanta – Lecce 3-3 (0-2)ATALANTA (3-4-1-2):
Pardel 5; Guerini (cap.) 5,5 (32′ st Ghezzi 6), Comi 6,5, Obrić 5,5 (1′ st Tornaghi 5,5); Chiggiato 5,5 (1′ st Cassa 6, 32′ st Capac 7,5), Colombo 6, Manzoni 6,5, Simonetto 6 (1′ st Castiello 6); Bonanomi 6,5; Vlahović 8,5, Vavassori 7,5. A disp.: Sala, Riccio, Armstrong, Fiogbe, Jonsson, Gariani. All.: Giovanni Bosi 6,5.
LECCE (4-3-3): Borbei 7; Minerva 6, Pacia 6, Davis 6, Kongslev 6 (17′ st Munoz 6); McJannet 7, Vulturar 6,5, Samek (45′ st Gromek sv); Corfitzen 5,5 (37′ st Helm sv), Burnete 6,5, Agrimi 7 (36′ st Adewale sv). A disp.: Leone, Herceg, Lukoki, Borgo, Zivanovic, Jemo, Vescar-Kodor. All.: Federico Coppitelli 6,5.
Arbitro: Ursini di Pescara 6 (Di Meo e Russo di Nichelino).
RETI: 2′ pt McJannet (L), 8′ pt Agrimi (L), 10′ st rig., 15′ st rig. e 33′ st Vlahovic (A), 27′ st rig. Burnete (L).
Note: pomeriggio soleggiato, terreno appesantito dalla pioggia. Spettatori 160. Ammoniti McJannet, Bonanomi (proteste), Obric, Comi, Agrimi e Pardel. Espulso al 38′ st Minerva per intervento da tergo su Capac. Occasioni da gol 14-10, tiri totali 16-10, parati 7-3, respinti/deviati 4-2, legni 1-1. Corner 7-3, recupero 2′ e 5′.
Alzano Lombardo – Il dimezzamento e il pari sul 2 di Vanja Vlahovic sono di rigore, il nuovo nasino avanti di Burnete idem e il triplete una girata di sinistro del solito noto a rimorchio di Capac. Sarebbero stati quattro se non fosse per il palo alto al 93′ prendendo l’ascensore su angolo dalla destra di Bonanomi. Col Lecce terzultimo ma campione in carica la Primavera dell’Atalanta allunga a sei la serie positiva centrando col rammarico di aver centrato solo il terzo pareggio di striscia che la tiene sotto quota 20 e la zona playoff. Inizio disastroso, comunque. Pardel regala il vantaggio smanacciando il tiro-cross alto di Konglsev da mancina proprio sul destro sottomisura di McJannet che poi imbuca per il bis immediato di Agrimi. Uno-due stordente, ma c’è l’omonimo serbo dello juventino che nell’uno contro uno senza opposizione è terribilmente più efficace, e figuriamoci se gli danno palla sul piede, tanto da giungere alla sporca dozzina in classifica marcatori.
Alla chiusura del mese e dell’anno solare mancano l’ottavo di Coppa Italia mercoledì 6 all’una pomeridiana in casa dell’Inter, Roma (lunedì 11, 14.30), Torino (sabato 16, ore 13) e Frosinone (venerdì 22, 12.30, a Ferentino).
Un tris cronometrico dopo la doccia gelata, il rischio della neve sulla traiettoria da fermo poco oltre il montante di Vulturar, conquistata dallo stesso apripista. Il ghiacciaio del raddoppio, però, vedi premessa, deve attendere poco, ovvero il lancio di Minerva controllato dall’irlandese che la porge alla sua punta, lesta a infilarsi in mezzo alla difesa eludendo la diagonale di Guerini. Entro il 24′ il firmatario altrui di gol e assist rischia il secondo giallo sull’arretrato Vlahovic dopo averne speso uno su Manzoni, quindi la prima chance nerazzurra con Vulturar a far muro in corner al tiro di Colombo (25′) sullo scarico di Manzoni dopo una puntata verso il fondo di Vavassori rinviata al limite da Pacia. Al 36′ palla lunghetta per Burnete, che si libera a gomito alto del capitano di casa per scagliare il sinistro del possibile tris deviato da Comi in fallo di fondo.
Il risveglio bergamasco è tutto nella doppia sfuriata intorno al 37′, quando Borbei stacca dall’incrocio alla sua destra la bordata di Vlahovic servito dalla distanza da Guerini e quindi respinge lo stacco di Obric sul susseguente schema Manzoni-Vavassori (assist acrobatico di spalle) dalla bandierina sinistra. Altro giro, altra corsa al quarantesimo: guantoni nemici ancora sollecitati a giro da Bonanomi, servito dalla destra dalla discesa del difensore summenzionato, e Minerva disinnesca il tap-in di Vavassori che si produce in una pretenziosa rovesciata.
In avvio di ripresa è Comi a spezzare l’asse play-prima punta dei salentini, episodio che precede le follie in una manciata d’orologio, ovvero il secondo palo colto da Vulturar su punizione radente conquistata da Burnete (giallo a Comi) all’8 e la successiva manovra per il penalty con Pacia caduto nella trappola dell’ex sull’allungo tra le linee di Vavassori per lo spiazzante dal dischetto sotto il primo incrocio. Il secondo in pochi giri di lancetta lo procura proprio l’italobrasiliano, che cerca e trova la gamba pressoché ferma di Kongslev sul crossetto a rientrare di Manzoni verso il quarto d’ora: dagli 11 metri stesso protagonista e angolo alto opposto, troppo in là per il pur ottimo estremo leccese. Un poker prima, l’apertura di Bonanomi per la telefonata da fuori Manzoni, l’avvisaglia male avvertita dagli ospiti. Occhio ai controbreak, figurarsi se l’eroe leccede del primo tempo, pardon dell’avvio, spunta verso sinistra e segna di ribattuta però in fuorigioco (21′). Zio Vanja si vede negare la tripletta da Borbei (22′), il liscio di una delle tre new entry Tornaghi induce Pardel all’uscita di kamikaze su Agrimi e il rumeno là davanti risolve la terza massima punizione del pomeriggio alzanese con la sassata centrale.
Sale in cattedra l’esterno offensivo rumeno della Baby Dea, che se la prima volta procura il rigore in movimento perfetto del bomber di giornata col piede debole, la seconda pesca Bonanomi, fermato all’ottantesimo dal mostro tra i legni. Pardel dice di no a Burnete dal vertice sinistro (stessa zola del palo da fermo in avvio di secondo tempo) togliendo la ragnatela al 43′ a Lecce già in dieci (falciaerba di Minerva a Capac) e regalando un corner da destra gemello di quello da sinistra del capitano avversario. Nel recupero, 2 punti mancati, ma mica tutte le ciambelle riescono col buco.