“Non eravamo abbastanza concentrati”, “la nostra forza è la squadra”, “sono venute meno le motivazioni”, “la squadra è giovane ma sta crescendo con la convinzione dei suoi mezzi”. Sono frasi che commentano i risultati sportivi, vittorie e sconfitte e richiamano quello che viene chiamato “l’aspetto psicologico”, l’approccio mentale” allo sport.
In questi anni sono cresciute scuole di pensiero che oltre alla preparazione fisica curano la preparazione mentale. Negli Stati Uniti Bob Neff ha definito le tecniche di Mental Coaching portate successivamente in Italia da Alberto Biffi. Ne abbiamo parlato con Romolo Gervasoni che nel 2015 ha frequentato la Scuola per Mental Coach di Biffi a Milano e mette la sua competenza a servizio del Centro Pallavolo 27 di cui è vice direttore sportivo, della Asd San Gallo di cui è tra i soci fondatori e della Nordic Sport di Fabio Monaci. E’ una esperienza che lo entusiasma: “per vincere nello sport (come in ogni altra attività) bisogna allenare anche la mente, con tecniche, strumenti e metodologie specifiche. Il Mental Coach aiuta atleti e persone a migliorare se stessi dandogli il potere di agire e vivere più vicine al proprio potenziale e superare le paure quotidiane che ci condizionano anche inconsapevolmente“.
Allenatori ed atleti sanno che le capacità mentali sono essenziali o comunque molto importanti per il raggiungimento del successo. Ma poi quali specifiche azioni e cambiamenti mettono in pratica?
“Per me è facile da capire. Sei un allenatore? Sei un atleta? Sei il direttore tecnico in una società sportiva? Prova a chiederti: durante la settimana, quanto tempo dedichi all’allenamento fisico per la gara? Quanto consideri importanti le capacità mentali e psicologiche per la prestazione sportiva? Quanto tempo dedichi all’allenamento mentale per la gara? Se in una settimana dedichi 4 ore all’allenamento fisico e 10 minuti all’allenamento mentale è ovvio che mentalmente non siamo pronti“.
Foto coaching Asd San Gallo e sopra CP 27.
Le società dilettantistiche ma anche professionistiche quando le cose non vanno bene si rivolgono al mercato, cioè cambiano allenatori o giocatori. Pochi pensano a intervenire sulla mente. Il Mental Coach potrebbe essere una risorsa? “C’è un POTENZIALE INTERIORE nella persona-atleta che va allenata. Occorre sviluppare lentamente un pensiero positivo, immaginarlo e costruendo maggior fiducia nel gestire le proprie paure, una consapevolezza e concentrazione sulle proprie qualità, la capacità di gestire la tensione della gara, le incomprensioni di SQUADRA, la pressione del pubblico. E’ bene saper controllare le nostre EMOZIONI per vivere al meglio e dare il meglio nell’evento, e soprattutto tanto DIVERTIMENTO. Sapendo che l’avversario che si nasconde nella nostra mente è molto più forte di quello che troviamo dall’altra parte.Questo richiede una preparazione specifica, quello che ho chiamato l’allenamento mentale, che richiede tempi e tecniche come l’allenamento fisico“.
Abiti in Valle Brembana. Hai in progetto degli incontri in alcuni comuni per diffondere queste importanti convinzioni. Quando avrai pronto il calendario ci farai sapere e potremo approfondire altre tematiche. Ma se una società, un allenatore, un Diesse, un giocatore, un genitore, ti volesse contattare puoi lasciare i tuoi riferimenti? “Certo. La mia email è romolo-gervasoni@alice.it. Il mio cellulare 338-4505887. L’allenamento mentale e le sue tecniche funzionano e danno risultati eccellenti“.