Olbia – AlbinoLeffe 1-2 (0-1)OLBIA (4-3-1-2):
Tornaghi 6; Arboleda 5,5, La Rosa (cap.) 6 (38′ st Gagliano sv), Altare 6, Demarcus 6 (32′ st Secci sv); Occhioni 6 (12′ st Belloni 5,5), Biancu 6,5, Pennington 5; Marigosu 6 (13′ st Lella 6,5); Udoh 6, Ragatzu 6,5. A disp.: 22 Van der Want, 39 Cabras (p), 29 Cossu, 34 Putzu. All.: Max Canzi 6.
ALBINOLEFFE (3-5-2): Savini 6; Canestrelli 6,5, Mondonico 7, Riva 6,5; Borghini 7, Gelli 6,5, Piccoli 6 (1′ st Nichetti 5,5), Giorgione (cap.) 7 (45′ st Genevier sv), Tomaselli 7; Cori 5 (21′ st Maritato 5,5), Manconi 6,5. A disp.: 24 Paganessi, 31 Caruso (p), 3 Berbenni, 10 Gabbianelli, 11 Galeandro, 19 Ravasio, 29 Ghezzi, 30 Petrungaro. All.: Marco Zaffaroni 6,5.
Arbitro: Ubaldi di Roma-1 5,5 (Voytyuk di Ancona, Lisi di Firenze; IV Cappai di Cagliari).
RETI: 4′ pt aut. Pennington (A), 14′ st rig. Ragatzu (O), 35′ st Manconi (A).
Note: espulsi Pennington (O) all’8′ st per gioco violento e Tomaselli all’11’ st per somma di ammonizioni (simulazione). Ammoniti Tomaselli, Demarcus e Udoh per gioco scorretto, Giorgione per proteste. Tiri totali 10-10, nello specchio 3-4, respinti 3-3, parati 2-3, legni 1-0. Corner 6-8, recupero 0′ e 5′.
Olbia – L’autogol di Pennington, in seguito sotto la doccia in anticipo con il pur ottimo Tomaselli a raggiungerlo, spiana la strada a un AlbinoLeffe che si fa riprendere ma nel finale ha sangue freddo a sufficienza per spuntarla con Jacopo Manconi, capocannoniere del girone A di serie C che alla quattordicesima di ritorno azzecca il tredici in mischia per il bottino pieno. Un lauto pranzetto di sabato, in casa d’un Olbia decimato dal mini cluster da 4 rinvii (tre settimane di stop) e dalle squalifiche (Emerson e Giandonato; di qua rientra Canestrelli e Cerini dietro la lavagna; in Galeandro, ancora out Gusu, bicipite femorale), quando verso al gong della regular season resta la cinquina d’impegni: due sabati di fila alle 15 (il 3 e il 10) ospitando Pro Vercelli e Carrarese, quindi la trasferta di Piacenza che causa groviglio di recuperi anti-Covid slitterà probabilmente da martedì 13 (17.30) a domenica 18, l’ultima a Gorgonzola col Pontedera che scivolerebbe di conseguenza al 25 (15) e il 2 maggio a Lecco alle 17.30. La classifica dice 47, scavalcando all’ottavo posto la Juve Under 23 che però ha tre partite in meno.
Per rompere il ghiaccio nel soleggiato vento gallurese non serve nemmeno inquadrare la porta, perché ci pensa l’italo-australiano, fra i tanti ex della Primavera del Cagliari guidati non a caso dal loro mentore storico, a bucare la propria anticipando Mondonico con uno stacco da centravanti provetto sulla punizione lunga da mancina di Giorgione. Nemmeno un poker cronometrico e situazione creata da Tomaselli, abilissimo a costringere Udoh al fallo in uscita. L’autore dell’errore in capo a un paio di minutini trova Gelli sulla strada della redenzione sullo scarico di Ragatzu, mentre di qua ci si guadagna sempre qualche palla inattiva succosa. All’11’ il perno ospite salta ancora sul terzo angolo a rientrare del beneventano mancando la mira, dopo il muro di Arboleda sull’attivissimo laterale col 7 sulle spalle dell’away kit giallorosso. Un confronto che procede a strappi, soprattutto sul versante locale, che tesse trame prevedibili o non baciate dalla precisione, come al 14′ quando Occhioni pesca un Udoh aiutatosi con la mano nel controllo sul contrasto con Canestrelli prima di strozzare il destro dall’area. La quaterna temporale successiva vede Marigosu portarsi via in avanzata e blocco in navata mezza difesa per il conato da fuori del suo terzino destro che sibila a 20 centimetri dal palo lontano.
Scollinata metà frazione, ecco il muro di La Rosa su Gelli, dopo l’infilata in diagonale del solito Tomaselli bruciando tutti sullo scatto, e l’affannosa sbracciata oltre il montante di Tornaghi sul tiro-cross dall’estrema destra di Borghini. Siamo al ventiseiesimo e i corner salgono a sette. A un amen dalla mezzora il capitano non approfitta dell’accentrata con assist di Tomaselli lamentando però il tocco in punta di falange del portiere nemico sulla sua conclusione a giro forse pretenziosa, visto che sarebbe bastato piazzarla nell’angolino. Di là, se l’ex Casteddu non svaria, non si muove foglia, e ne è l’esempio l’autogoleador che a volo d’angelo incoccia maluccio il pallone da destra (35′) dell’esperto compagno. Nella ripresa, occhio alle folate di casa: Pennington, sempre lui, s’inserisce sullo spunto di Ragatzu e il mirino non è che ne risulti appannato di molto. Due e cinque giri di lancetta più tardi, la follia a due fronti, col mezzosangue da rosso diretto da tergo ai danni del ripartente Giorgione e il mattatore seriano colto in simulazione a sandwich tra terzino (che invero lo tocca) e centrale destro olbiesi. Valutazione discutibile del direttore di gara, dunque, anche se il volo è accentuato e il secondo giallo ahinoi in saccoccia. Un altro paio ed ecco l’harakiri temporaneo: Udoh in linea col suo esterno basso va via dalla sua zolla a Nichetti che lo segue stendendelo per il rigore trasformato dallo spiazzante Ragatzu. Bisogna riprovarci con calma. Manconi ha il primo spunto al 19′ impegnando in tuffetto il portiere nemico col rasoterra dal limite. Il colmo è che in 10 contro 10 si rischia sui dettagli. Al 22′ Savini è attento sulle traiettorie di Biancu dalla bandierina sinistra, prima spazzando l’angoletto sul legno di competenza e quindi rifugiandosi in un altro corner sopra il montante. I blucelesti formato trasferta continuano a litigare con lo specchio magico, troppo più in qua o più in basso, o da puntare in modo meno indeciso, come al 27′, quando Borghini taglia a centro area prendendo l’ascensore chiamatogli da Riva, o al 31′, sul fendente non incrociato della new entry Maritato a rimorchio del precedente, bravo a prendere il fondo a Belloni e Demarcus. Manca pochino alla zampa risolutiva: è il 34′, La Rosa concede il piazzato a pelo d’erba dal centrosinistra a capitan Carmine e dal rimpallo generato, con Altare (di Sant’Omobono Imagna, frazione Selino Alto) a sbattere nel suo rinvio sul compagno più corto, esce vittorioso il bomber ex Gubbio. L’ultimissimo brivido freddo lungo la schiena di Zaffaroni e di tutti i suoi svanisce in versione doppia sulla traversa inferiore colta da Biancu, liberatosi ai venti metri sul velo di Lella, e sul tap-in in ribattuta di mancino di Gagliano che si spegne largo e alto a uno spicchietto dal novantesimo. Al secondo di recupero ci pensa invece Udoh a intromettersi sulla legnata da fuori di Ragatzu.
S.F.