Un Aladino Valoti al ritorno alla base dopo cinque anni e un Simone Giacchetta che lascia e saluta. Le sliding doors in casa AlbinoLeffe si aprono alla voce direttore sportivo: l’ormai ex diesse della Primavera del Napoli, al Sudtirol e al Palermo dopo l’addio rivelatosi in realtà un arrivederci, si accinge a iniziare la sua tredicesima stagione da uomo mercato bluceleste, col fabrianese a chiudere la parentesi di un lustro pieno di lustri, ben quattro volte ai playoff con l’apice delle semifinali raggiunte di recente con l’Alessandria poi promosso in B ai rigori a discapito del Padova. “U.C. AlbinoLeffe ringrazia sentitamente Simone Giacchetta per quanto fatto in questi cinque anni alla guida sportiva della Prima Squadra, per la professionalità e serietà dimostrate e per tutti i traguardi raggiunti. Le emozioni vissute insieme resteranno per sempre nella storia della società seriana. A lui vanno i nostri auguri più sinceri per un futuro roseo e un grosso in bocca al lupo per il prosieguo della sua carriera”, recita il comunicato ufficiale del club.
Dal primo luglio Giacchetta sarà in B, alla Cremonese, curiosamente lo stesso percorso seguito da Sandro Turotti prima dell’avvento dell’ex atalantino. “Per me si conclude un ciclo, un periodo bellissimo ricco di lavoro, impegno e tanti sacrifici, tutti ripagati da grandissima soddisfazione. Nel nostro primo incontro, il presidente Andreoletti mi sottolineò subito quanto, l’accettare il ruolo di diesse dell’AlbinoLeffe, significasse anche assumersi la responsabilità relativa al futuro della società perché, dopo due retrocessioni consecutive, una terza ne avrebbe minato l’avvenire – ricorda il dirigente in partenza sul sito ufficiale -. Dopo la riammissione avvenuta l’11 agosto, in soli 15 giorni allestimmo una squadra la cui guida venne affidata a un tecnico come Massimiliano Alvini, che oggi è uno stimatissimo allenatore di B, riuscendo a conquistare i Playoff e il passaggio del Primo turno contro il Padova. Da lì iniziò una lenta e oculata costruzione seguendo sempre la filosofia del Presidente, incentrata sulla valorizzazione dei giovani provenienti sia dal Settore Giovanile bluceleste sia dalla Serie D. Il tutto cercando di rispettare il budget iniziale, che è sempre stato in linea con le possibilità e l’idea di calcio della proprietà”.
Sul piano umano, sodalizio seriano promosso a pieni voti: “È stato un lavoro bello ed entusiasmante. A Zanica ho trovato tante persone che non sono stati semplici collaboratori ma veri amici e questo mi ha permesso ogni giorno di creare qualcosa di positivo. Dai giocatori ai tecnici, dai vari staff che si sono susseguiti a tutti i dirigenti, magazzinieri compresi. L’AlbinoLeffe per me è stata come una famiglia. Con tutti loro ho condiviso problemi, sacrifici, emozioni, c’è stato grande coinvolgimento che ha aiutato molto nella riuscita del progetto. Dopo l’ottima salvezza ottenuta con Michele Marcolini, questo percorso ci ha portato negli ultimi due anni a un ulteriore sviluppo con la scelta di mister Marco Zaffaroni, che ringrazio perché ha valorizzato tantissimo anche il mio lavoro e quello dell’AlbinoLeffe, facendo crescere tanti ragazzi giovani e anche giocatori più maturi che magari erano reduci da stagioni non brillantissime. Con lui abbiamo intrapreso un percorso di due anni che ci ha visti protagonisti nonostante il Covid. Nella prima stagione, interrotta dalla pandemia, abbiamo raggiunto i Playoff e in questa abbiamo ripreso da dove avevamo lasciato. È stata un’annata difficile e un ringraziamento particolare va a tutti i giocatori che durante questi mesi particolari hanno dimostrato grandissimo impegno, perché se abbiamo avuto pochi casi positivi è stato soprattutto grazie alla loro serietà e al rigido rispetto dei protocolli”.
Sull’annata appena conclusa, un’altra nota di merito collettiva: “Una volta raggiunta la salvezza, questa ci ha portato a capire che era possibile fare qualcosa in più. Il gruppo ha preso sempre più coscienza ed è cresciuto tantissimo. Ottenuti i Playoff, superare il Primo turno avrebbe voluto dire dare un significato alla stagione, che in caso contrario avrebbe corso il rischio di restare anonima. È stato a questo punto che è scattata una molla dentro di noi che ci ha permesso di dimostrare di non essere una squadra tra le tante ma un gruppo con delle qualità importanti. E così è iniziato un sogno bellissimo e fantastico, siamo entrati in una bolla magica dove tutti sono riusciti a dare il massimo. Una bolla che non si è creata dal nulla ma dai tanti allenamenti e dal profondo impegno. È stato un sogno meritato perché ai Playoff il gruppo si è reso protagonista di partite entusiasmanti che resteranno per sempre nella storia dell’AlbinoLeffe. Abbiamo superato tanti turni, abbiamo ottenuto grande visibilità, non solo come squadra-simpatia ma anche come squadra che è riuscita ad esprimere il calcio migliore. Purtroppo questo sogno si è infranto solo ai tempi supplementari con l’Alessandria che poi ha vinto i Playoff e che ringrazio ancora per i tanti complimenti che ci hanno riservato nel riconoscere le nostre qualità. Sono stati dei veri signori. È stato triste ma anche bellissimo vedere le facce sconsolate dei calciatori al triplice fischio perché vuol dire che il sogno era entrato dentro di noi e che i ragazzi hanno capito che con l’impegno, il lavoro e la mentalità che devono sempre mantenere, potranno ottenere grandissime soddisfazioni personali e di gruppo anche in futuro”.
Infine, i ringraziamenti: “Uno speciale va ai calciatori, all’allenatore e allo staff. Di mister Zaffaroni ne sentiremo parlare molto anche in futuro. E ovviamente uno immenso va al Presidente Andreoletti. Non è facile lavorare in questo ambiente e lui mi ha dato questa possibilità dopo un anno di stop dalla Reggina. Senza la sua chiamata, oggi non sarei qui e non avrei potuto far vedere le mie capacità. Ho cercato di dare il meglio di me per ridare all’AlbinoLeffe quella credibilità sportiva delle stagioni trionfali della Serie B che dopo le due retrocessioni era venuta un po’ meno. Questa è una mia grandissima soddisfazione personale: oggi quando si parla di AlbinoLeffe non si parla solo della grandissima organizzazione, struttura o del centro sportivo con lo stadio di proprietà al suo interno, oggi a queste strutture viene abbinata anche una credibilità tecnico-sportiva – ha chiuso Giacchetta -. Non è stato semplice ma lascio un AlbinoLeffe in grande spolvero. Mi sarebbe piaciuto portare al termine il sogno ma siamo comunque contenti perché c’è stata grande presa di coscienza da parte di tutto il mondo AlbinoLeffe: attraverso le scelte mirate si possono raggiungere traguardi importanti. L’AlbinoLeffe ora ha un percorso ben delineato e tracciato e auguro a tutti quanti di migliorare e continuare a vivere grandi emozioni al di là dei risultati sportivi. Il dispiacere più grande non è stato tanto quello di non essere andati in Serie B quanto l’essere consapevoli di non poter più giocare tutti insieme. Auguro a chi verrà affidata la gestione sportiva dopo di me di vivere le stesse emozioni e, perché no, di migliorarle”.