AlbinoLeffe – Pro Patria 1-1 (1-0)ALBINOLEFFE (3-5-2):

Rossi 6,5; Saltarelli 6, Marchetti 6, Ntube 6; Gusu 6,5, Poletti 6,5, Genevier 6,5, Giorgione (cap.) 6,5, Tomaselli 6 (39′ st Petrungaro sv); Cori 5,5 (16′ st Ravasio 6,5), Manconi 7 (15′ st Galeandro 6,5). A disp.: 40 Facchetti, 15 Michelotti, 18 Doumbia, 25 Zoma, 30 Martignago, 41 Muzio, 42 De Felice, 44 Concas. All.: Michele Marcolini 6.
PRO PATRIA (3-5-2): Caprile 7,5; Molinari 5,5, Saporetti 5,5 (30′ st Colombo sv), Sportelli 6; Pierozzi 7, Brignoli sv (10′ pt Ferri 6), Nicco 6,5, Galli (cap.) 6, Pizzul 6; Stanzani 5,5 (12′ st Parker 5,5), Piu 6. A disp.: 12 Mangano, 22 Bergamo, 2 Vaghi, 18 Banfi, 21 Colombo, 26 Zeroli. All.: Luca Prina 6.
Arbitro: Mirabella di Napoli (Fumarulo di Barletta, Piccichè di Trapani: IV Ceriello di Chiari).
RETI: 7′ pt Manconi (A), 35′ st Pierozzi (P).
Note: serata serena e rigida, terreno in buone condizioni. Spettatori paganti 801 per un incasso di 2.053 euro. Ammoniti Sportelli, Giorgione, Pierozzi, Pizzul, Saporetti per gioco scorretto, Prina (31′ st) per proteste. Tiri totali 14-13, nello specchio 5-4, respinti/deviati 3-2, parati 4-3. Corner 3-5, recupero 1′ e 4′.

Zanica – Ahia, il guastafeste Pierozzi e il colpo di testa nel finale parato. La vittoria manca dalla quattordicesima (il 3-2 a Lecco del 14 novembre), quella interna dalla quarta (di misura e di rigore, Cori, sul Mantova) e siamo già alla prima di ritorno, ma l’apericena del mercoledì in via Comun Nuovo è una tappa della storia sottolineata perfino da una lettera al presidente Andreoletti del presidente FIFA Infantino.
Zanica, AlbinoLeffe Stadium, unico di proprietà in C e tra i pochi in Italia, ore 18.37, minuto 6 e 14 secondi: l’alba di una nuova era la firmano Carmine Giorgione e Jacopo Manconi, all’ottava meraviglia dopo sei turni fuori causa (gluteo). Ovvero lancio alto su palla indietro di Sacha Cori, corsa e sterzata per beffare due terzi della difesa per il piattone nell’angolino lontano. Il sapore di casa, quella vera, che nessuno potrà mai togliere alla Bluceleste, indica la via contro la Pro Patria, anche se non si batte chiodo e quota 25 è sempre in bilico tra i playoff e la metà del guado. L’esilio di Gorgonzola, due stagioni baciate comunque da due playoff più l’intero girone d’andata, è vecchio di due sole settimane, ma pare un’eternità da quel 5 maggio ’19, 0-1 col Vicenza allo stadio di Bergamo, quando Ravasio era in panchina insieme al suo attuale allenatore, Galeandro subentrato a Ruffini, il sannita e Genevier sempre al loro posto, titolare anche l’infortunato Riva. L’ultima tra le mura amiche, già vendute dal Comune all’Atalanta, in terra bergamasca.
L’onore del primo tiro spetta al capitano, minuto 2 e secondi 33, un destro largo dalla distanza per la voglia immediata di qualcosa di buono sul rilancio basso di Saltarelli spondato all’indietro dall’autore, a cronometro quasi triplicato, del penultimo passaggio buono a fendere lo score. La reazione tigrotta ha le unghie spuntate, leggi Ferri e Nicco (17′) da lontano, alto e dritto per dritto. Non che vada meglio al missile dell’assistman del rompighiaccio in capo a due minutini, su schema d’angolo con Manconi e Genevier, scarico e piccioli. Rossi deve mettere la pezza sul sinistro a rientrare del futuro impattatore al ventesimo, figlio della respinta corta in tuffo di Tomaselli sulla palla dentro di Galli. Inizia il momentaccio dell’apprensione, che sforna intorno al 24′ il tracciante indietro di Pizzul per Nicco con carambola in angolo da cui spunta la fronte imprecisa di Molinari.
Un tris d’orologio ancora e l’ex carpigiano in porta deve smanacciare il radente di Piu dai venti metri, appoggiato dal play basso altrui. Poletti da Saltarelli (34′) e un’altra volta il laterale destro da Ferri (37′) sono le combinazioni per le stoccate alle stelle che accompagnano all’intervallo un match ormai tra i piedi degli ospiti, col sospiro di sollievo del volo d’angelo di Gusu a fil di pausa che intendeva spazzare il traversone del solito noto rischiando l’autogol: braccio proteso e guantone, tutto ok. Mica tanto l’avvio di ripresa, quando al 2′ basta una rimessa da sinistra ad aprire il missile di Nicco per la terza risposta positiva, a mezz’altezza, del ragazzo del 2000 tra i legni. La cinquina suona la sveglia insieme all’uomo con la fascia al braccio, che dalla solita zolla arretrata ringrazia l’altra mezzala per aver tenuto duro sganciandola a lato dopo la consueta virata a centrodestra. Rischi continui lo stesso: ottavo, Pierozzi dal fondo, lo spilungone là davanti la corregge di tacco nel nulla, salvo la susseguente collisione sospetta Gusu-Ferri. A tiro del quarto d’ora Cori vanifica, cercando il rumeno in offside, il contropiede con lancio Genevier-Manconi, scollinato il ventesimo invece è Giorgione a incespicare sull’invito in navata del compagno di reparto, complice il recupero in diagonale di Molinari, Poletti è oltre la linea (24′) sulla punizione da destra del francese corretta dalla torre di Galeandro, che di lì a un paio di corsette cronometriche non riesce a punire, controsterzando sul mancino, un errore in uscita.
Le prove generali di raddoppio proseguono con Tomaselli, che sullo scambio con il sestese dopo che Ravasio l’ha fatto salire in ripartenza trova il miracolo di Caprile. Saltarelli la tenta di sinistro vedendosela deviare in corner alla mezzora, l’esterno sinistro porta scompiglio sugli sviluppi con la sfera rinviata e Giorgione sfiora l’incrocio da fermo (33′). Di seconda il pari, a quel punto immeritato, ma l’ex giovanili viola trova proprio il destro perfetto dal limite sul piazzato dello specialista rinviato malaccio dal muro locale. Al gong mancano Poletti dalla lunga (43′) e soprattutto l’incornata in volo di Ravasio sul traversone da destra del centrale difensivo destro: il guantato nemico ha il riflesso giusto. Ora la pausa invernale: se ne riparla il 9 gennaio, a Bolzano, tana della capolista, nel primo pomeriggio.
Simone Fornoni