Virtus Verona – AlbinoLeffe 2-1 (0-0)
VIRTUS VERONA (4-3-1-2): Sibi 6,5; Daffara 6 (1′ st Mazzolo 6), Faedo 6, Cella 6, Manfrin 6 (17′ st Munaretti 6); Vesentini 6 (37′ st Priore sv), Lonardi 6,5, Talarico 6 (29′ st Juanito Gomez 6,5); Danti 6; Fabbro 5,5 (29′ st Kristoffersen 6,5), Casarotto 6,5. A disp.: Siaulys, Tronchin, Begheldo, Ruggero, Santi, Zarpellon, Cellai, Turra. All.: Gigi Fresco 6.
ALBINOLEFFE (3-5-2): Offredi 6; Borghini 5,5, Milesi 4, Saltarelli 5,5; Gusu 5,5, Doumbia 6,5, Genevier 7, Brentan 6, Petrungaro 5 (20′ st Frosinini 5,5); Cocco 6,5, Zoma 5 (42′ st Miculi 5). A disp.: Pratelli, Pagno; Muzio, J. Gelli, Rosso, Piccoli, De Felice, Toma. All.: Claudio Foscarini 5,5.
Arbitro: Gandino di Alessandria 5,5 (Santarossa di Pordenone, Carella de L’Aquila; IV Cortese di Bologna).
RETI: 22′ st Cocco (A), 42′ st Juanito Gomez (V), 46′ st Kristoffersen (V).
Note: tardo pomeriggio bigiognolo, spettatori 450. Ammoniti Milesi, Petrungaro, Casarotto, Borghini, Danti, Gusu, Zoma e Frosinini. Espulsi Valoti (ds A.) al 26′ st e Servalli (accompagnatore A.) al 44′ st per proteste, Gusu al 40′ st per somma di ammonizioni (comportamento non regolamentare). Tiri totali 7-12, nello specchio 4-4, parati 2-3, respinti/deviati 1-3, legni 0-1. Corner 3-8, recupero 0′ e 7′.
Verona – Lonardi a rientrare per Juanito Gomez, Casarotto col piede contestuale alla corsia, la sinistra, per la fronte bozzuta in volo number two di Kristoffersen, lo stesso che aveva tolto dalla prima traiettoria fatale un Milesi versione bella statuina sulla seconda. Due voli d’angelo per un ko in rimonta da sprofondo, col meno 5 dalla salvezza diretta. Solo un miracolo può salvare l’AlbinoLeffe dai playout, a oggi contro il Sangiuliano City (a 41). E a quota 42 ci sono il Mantova in vantaggio nella classifica avulsa oltre al Trento, penultima stazione prima del gong a Pordenone della regular season. A Verona, contro la Virtus che veleggia in quota playoff e all’andata era nei bassifondi prima di prevalere di riffa e di Manfrin, non basta nemmeno l’iniziale superiorità nella costruzione delle occasioni e il vantaggio di testa di Cocco a correzione dell’angolo di Genevier quasi a metà del guado del secondo tempo al netto dell’extra time fatale. Perché nel finale basta perderne di vista due, tutt’altro che invisibili per stazza, per mandare tutto all’aria quanto di buono era stato costruito, mattoncino dopo mattoncino.
L’unica certezza è che Foscarini non ha in mano la squadra dopo essere subentrato a Biava, altrimenti non avrebbe strappato solo tre punti a Busto Arsizio in sette partite. Peccato davvero, ma il problema era tutto fuorché il manico, come dimostra l’immane ingenuità di Gusu che avanti di corto muso si fa cacciare per il più evitabile dei gialli, calciando via la palla a gioco fermo dopo un contrasto abbastanza a martello dell’assistman dell’illusorio vantaggio sul pareggiatore di lì a poco. E dire che il rumeno aveva sfiorato il vantaggio precoce a un poker dell’intervallo sempre in gioco aereo, raccogliendo un cross da sinistra dello stesso play francese di esterno prolungato (indovinate con quale dettaglio anatomico…) da Cella: palo alto, qualche decina di centimetri dall’incrocio. Pazzesco. Nella prima metà, pericoloso Doumbia da fuori (a lato, 13′) su scarico di Cocco dopo il gran lavoro del rumeno dall’out rintuzzato malamente dalla retroguardia, e ancora 3 lancette dopo su apertura bassa del regista: Sibi si sbraccia alzandola in corner. Di qua dall’Adige, i Fresco-boys ne azzeccano pochine. L’ex (insieme a Daffara) Danti comincia seminando proprio l’ivoriano per sparacchiarla comunque a caso (16′).
Protetti in fallo di fondo i conati sempre dalla lunga di Borghini e del puntero sardo (26′ e 28′), al 37′ la punizione-bomba di Manfrin centra il fianco del compagno Fabbro e al quarantesimo serve un miracolo del rientrante Offredi per dire di no allo stacco (ma va’?) di Cella accompagnato dallo schema di Danti. In avvio di ripresa il crossatore della resa finale non può ferire defilato com’è col diagonale mancino apertogli da Talarico su iniziativa di Manfrin, staccatosi quasi subito dall’iniziale linea arretrata di casa a poker, mentre al 4′ è di nuovo il portiere di casa a superarsi per opporsi al sinistro di controbalzo dell’unica punta pura dei blucelesti in giallo trasferta sul batti e ribatti dalla trequarti da cui Brentan esce vincitore. Il primo assistman veronese converge senza mira (16′) e il casteddaio calcia una punizione di poco fuori centro (19′) in attesa di fendere la banchisa di una parità inservibile all’obiettivo, quindi i fuochi d’artificio citati in premessa. Fioccano anche le proteste insieme a due rossi per la dirigenza in panca, in realtà cominciate al 9′ col braccio malandrino di Vesentini sul cross di Borghini, autore del velo sull’1-0 ma disattento anche lui.