AlbinoLeffe – Fermana 1-1 (0-0)ALBINOLEFFE (3-5-2):
Cortinovis 5,5; Sabotic 6, Gavazzi (cap.) 5,5, Riva 6; Gelli 6,5, Sbaffo 7 (29′ st Nichetti 6,5), Romizi 6,5, Giorgione 6,5, Ruffini 7; Kouko 5,5 (18′ st Sibilli 6), Cori 6,5 (41′ st Razzitti sv). A disp.: Athanasiou, Coser, Stefanelli, Mandelli, Calì, Galeandro. All.: Marcolini 6,5.
FERMANA (3-5-2): Marcantognini 6,5; Soprano 6, Comotto (cap.) sv (21′ pt Urbinati 6,5), Scrosta 6; Sarzi Puttini 6, Fofana 5,5 (30′ st Marozzi 5,5), Giandonato 6 (31′ st Grieco 6), Misin 5,5, Sperotto 6; Malcore 5,5, Lupoli 5 (23′ st Van der Heijden 5,5). A disp.: Pavoni, Guerra, Zerbo, Nepi, Maloku, Otranto, Ceriani, Cardinali. All.: Destro 6.
Arbitro: Moriconi di Roma-2 6,5 (Barone di Roma-1, Vettorel di Latina).
RETI: 7′ st Urbinati (F), 14′ st rig. Cori (A).
Note: serata serena e tiepida, spettatori 1.507 di cui 486 paganti (incasso 2.213 euro) e 821 abbonati (rateo 4.976 euro). Ammoniti Kouko, Giorgione e Razzitti per gioco scorretto, Fofana per proteste. Corner 2-1, recupero 1′ e 5′.
Bergamo – Sacha Cori dagli undici metri, un matrimonio che dura da tre turni e pazienza per la sbandatella in precedenza col Teramo. Stavolta il bottino pieno per l’AlbinoLeffe non è arrivato, ma con tutti gli scontri diretti a favore anche quota 36, agguantata nell’apericena del sabato contro la Fermana, non è affatto da buttare. Perché anche per la quattordicesima di ritorno i playout non sono un rischio, tanta roba considerando lo spessore da playoff degli avversari gialloblù. E alle soglie del triplice fischio c’è il rimpianto per il volo d’angelo di Giorgione non finito in paradiso causa mira sbagliata sul lancio di Gelli dopo la ribattuta altrui sul secondo e ultimo calcio d’angolo battuto da Romizi.
Una partita godibile solo a metà, viste le magre della prima frazione. Primo acuto ospite all’11’ quando Soprano sbuca di testa dal primo angolo a favore trovandosi davanti il muro di Gavazzi, mentre la risposta seriana su azione è poco incisiva, con Sabotic a impattare con la sommità del capo il cross da destra di Sbaffo (15′) a seguito del pari dalla bandierina e Gelli ad accentrarsi un paio di lancette più tardi sparando il sinistro alto. All’alba del ventesimo si staglia all’orizzonte dei ventri metri la bicicletta di Giorgione nel tentativo di risolvere un batti e ribatti senza trovare potenza e precisione, proprio quando di là il ko di Comotto costringe il papà d’arte Flavio Destro ad abbassare Sarzi terzo a sinistra allargando Misin a pendolino dall’altra parte.
L’ex Scrosta la fa da perno, ma da lì al riposo non è che debba affannarsi a spazzare granché: si giochicchia al piccolo trotto su ambo i fronti, perché il pareggino non lascerebbe vittime sulla strada degli obiettivi di ciascuno. Al rientro dal tunnel l’estirada di Ruffini al 6′ sul traversone lungo di Gelli termina la corsa sull’esterno della rete. L’episodio suona la sveglia per gli ospiti: un blando rovesciamento di fronte e Urbinati non crede ai propri occhi quando la sua palla scodellata dall’out sinistro, a più di 30 metri dalla porta, rimbalza per terra per infilarsi grazie all’aiuto del palo alto con Gavazzi ad abbassarsi traendo in inganno Cortinovis che si tuffa in ritardo. Niente paura, ci pensa il rigorino sei minuti dopo, quando Misin incrocia fallosamente Ruffini al culmine dell’appoggio di testa di Sbaffo pescato da Romizi: seconda puntata in area decisiva di fila (Ravenna) per il mancino bresciano, terzo tiro dal dischetto consecutivo azzeccato dal bomber di Viterbo (sesto gol in stagione in bluceleste da gennaio, quarto ) a decorrere dal successo corsaro col Renate. Un’esecuzione spiazzante che rovescia l’inerzia del confronto: al 17′ l’autore dell’1-1 smista per chi s’è procurato il penalty col sannita tuttofare a mancare l’impatto, al 28′ Ruffini prova a pungere in girata raccogliendo l’assist dal medesimo ma Marcantognini compie il miracolo. Il calendario propone da qui al gong la rigida alternanza casa-trasferta: Rimini, Sambenedettese, Monza (Saturday Night del 20 aprile), Verona la domenica successiva e, per chiudere, il Vicenza il 5 maggio (luogo da destinarsi).
Simone Fornoni