Pubblicato sulla pagina facebook della società il grido di allarme dell’Almè sulla riforma dello sport e l’abolizione del vincolo. Ecco il testo:
“SOCIETA’ SVEGLIAMOCI!! Si va verso il tracollo ma nessuno sembra accorgersene! Una sintesi che rende più di tante parole ma, purtroppo, è la realtà del calcio dilettantistico sempre più vicino al baratro e a spingerlo vicino al precipizio non è solo la pandemia ma gli stessi dirigenti e la burocrazia pubblica che dovrebbero tutelarlo.
Cerchiamo di capire. Parliamo innanzitutto della riforma dello Sport o riforma Spadafora (il cognome dell’attuale ministro dello Sport): per comprendere quanto sia astrusa in alcuni suoi aspetti si è scomodato persino il presidente dcl CIO, il Comitato Olimpico lnternazionale cioè il massimo organismo mondiale sportivo che nei mesi scorsi ha definito la riforma inammissibile in alcuni suoi aspetti che vanno contro i principi costitutivi dello stesso Comitato minacciando di escludere l’ltalia da tutte le competizioni internazionali. Questa la premessa generale: poi le critiche a livello italiano sono arrivate dallo stesso presidente del CONI Giovanni Malagò per il rischio di perdita dell’autonomia sportiva rispetto alla politica.
Come se ciò non bastasse, se si analizza più approfonditamente la proposta di riforma emerge in modo eclatante un cambiamento che potrebbe sconvolgere il mondo dilettantistico alla radice: si parla infatti di ABOLIZIONE DEL VINCOLO che, se dovesse passare. significherebbe la fine dei settori giovanili, vero patrimonio delle società come quelle bergamasche che creano nel proprio vivaio giocatori validi per poi lanciarli in prima squadra ed, eventualmente, se meritevoli in categorie superiori. Invece cosi ci sarebbe un depauperamcnto delle squadre minori a vantaggio di quelle ovviamente più forti e il venir meno anche di quel sostegno che poteva rappresentare il premio di preparazione.
In buona sostanza ogni anno i ragazzi di qualunque categoria a partire dalla prima squadra, fino alle squadre del settore giovanile, potranno tranquillamente passare ad altra società se lo desiderano e le squadre a cui sono appartenuti e in cui sono cresciuti prima come uomini e poi come giocatori, non sarebbero in alcun modo indennizzate. Questo scenario porterebbe le singole società a fare scelte estreme come quelle di organizzarsi solo come settore giovanile ma con costi di iscrizione che potrebbero arrivare anche a 1.000 euro perché sarebbero l’unica fonte di sostentamento, oppure fare la scelta opposta e cioè avere solo la prima squadra e la Juniores e nient’altro, perché il settore giovanile non sarebbe più conveniente. Si capisce come gli scenari siano una rivoluzione per il calcio dilettantistico, ma sembra che nessuno si sia accorto di questo mortale cambiamento.
Anzi la Federazione cosa fa? Pensa modificare il regolamento equiparando gli allenamenti congiunti con le amichevoli. Praticamente due squadre della stessa società non potranno fare allenamento sullo stesso campo contemporaneamente e qualsiasi amichevole dovrà essere autorizzata dalla Federazione previo, ovviamente compenso per l’autorizzazione.
Ce n’è a sufficienza per gridare allo scandalo ma nessuno muove un dito. Per cui SOCIETA’ SVEGLIATEVI.