Due fratelli con due grandi passioni, il calcio e il Milan. Entrambi centrocampisti, partiti da Clusone, per approdare nelle grandi realtà del calcio bergamasco, come Sirmet Telgate, Casazza, Villa Valle. Ora Marco è ripartito dal Prevalle, mentre Andrea fa parte della rosa del Casazza. Un grande sogno li accomuna: giocare ancora un anno insieme prima di finire le rispettive carriere.
Nome, cognome, età e soprannome.
A: Andrea Fusar Bassini, soprannominato Fusi, sono del ’91.
M: Marco Fusar Bassini, classe ’93, chiamano Fusi anche me, mentre mio fratello mi chiama Naka.
Professione.
A: Lavoro nel centro sportivo gestito dalla famiglia e ultimamente faccio il carpentiere.
M: Sono un operaio metalmeccanico in un azienda di Colzate.
Ruolo e squadra attuale.
A: Sono un centrocampista, attualmente al Casazza in Promozione.
M: Faccio da circa tre anni la mezza’ala di centrocampo, ma sono nato come terzino.
Dove hai iniziato la tua carriera?
A: Ho dato i primi calci nel Rovetta, alla scuola calcio.
M: Anche io a Rovetta, ma ad un età più alta, 9 anni.
La tua carriera.
A: Ho fatto le giovanili dell’AlbinoLeffe, affrontando gente come Mattia Destro, Caldirola, che giocano in serie A. Due anni a Darfo in Serie D, un anno in Svizzera, in C2, ho fatto 4 anni a Villa d’Almè in Eccellenza, un anno a Scanzo in serie D, un anno al Lemine Almenno e AlbinoGandino, poi mezza annata alla Falco in prima categoria. Adesso ho iniziato a Casazza.
M: Ho fatto le giovanili dell’AlbinoLeffe, poi sono tornato al Rovetta. Successivamente Darfo Boario, dove ho fatto due anni con mio fratello. Dopo sono andato a Carpi in C1, dove sono stato sei mesi per poi andare a Sorrento. Poi un anno in C2 in Toscana a Gavorrano, poi sono tornato nelle nostre zone e sono andato a Villa d’Almè dove c’era mio fratello e li ho fatto due anni, dopo Villa sono stato a Vertova tre anni tra Promozione ed Eccellenza, infine lo scorso anno sono stato al Telgate e ora sono al Prevalle.
Pronostico secco, quando si torna in campo?
A: Secondo me a settembre per la nuova stagione.
M: Spero a fine agosto con la nuova stagione. Sono stato fortunato perché il Prevalle ha aderito alla ripartenza e quindi ho ricominciato a giocare da due mesi.
Idoli sportivi.
A: Ce ne sono vari, ma nel calcio Marco Van Basten, che ha fatto parte della mia squadra del cuore.
M: Da piccolo ho avuto il debole per Michael Owen, avevo il suo poster in camera. Anche Paolo Maldini, facendo un po’ il terzino, è stato un grande esempio da seguire.
Squadra del cuore.
A: Milan.
M: Milan.
Vittoria che ricordi in modo particolare.
A: Penso alla finale di Champions con la Juve nel 2003 e la metto a parimerito con quella con il Liverpool qualche anno dopo. Nei dilettanti, la finale playoff con il Villa Valle.
M: Del Milan la finale con la Juve, lo sguardo di Sheva prima di battere il rigore decisivo. Nei dilettanti invece, la finale playoff Vertovese-Casazza, dove ho fatto doppietta. Me la ricorderò tutta la vita.
Ricordi quanti gol hai fatto?
A: Non sono un goleador, quando segno di solito li faccio belli.
M: Di gol nel ho fatti pochi (ride, ndr).
Un dirigente o un allenatore con cui avresti voluto lavorare.
A: Come allenatore ti dico Guardiola per vedere come lavora.
M: Essendo milanista, Ancelotti, per vedere la sua gestione dello spogliatoio e dei tanti campioni che lo componevano.
Dove è nata la passione per il ruolo.
A: Non ho mai cambiato ruolo, mi è sempre piaciuto.
M: Ho cambiato tre ruoli, mi diverto molto adesso da mezz’ala.
Obiettivi a livello calcistico.
A: Sicuramente adesso è tornare a giocare, prima di smettere tornare a fare un’annata con mio fratello per provare a vincere insieme qualcosa.
M: Dare il mio contributo al Prevalle. Come dice mio fratello dal suo vocale, che mi ha emozionato, vincere qualcosa con lui. Quando ci siamo trovati è sempre stato bello.
Mister o persone a cui sarai sempre grato.
A: Non voglio fare un nome particolare, tutti i mister che ho avuto mi hanno dato qualcosa. Posso dire che a Villa sono stato bene. Sono molto grato alla mia famiglia, ci ha dato molto e ci ha sempre portato ovunque.
M: Direi nostro papà, fin da giovane ci ha sempre seguito e portato ovunque. Mi ha dato molto.
Sogno nel cassetto.
A: Come ti dicevo prima, vincere un campionato con mio fratello.
M: A livello personale non ne ho, però ritorno a quello detto da mio fratello, trovarci ancora insieme per un’annata.
Pregio e difetto.
A: Sono un persona solare e tranquilla, il difetto lo lascio dire agli altri.
M: Sono una persona molto generosa, sia in campo che nella vita privata.
L’avversario e compagno più forte.
A: Nelle prime squadre direi Manu Sorti, se in giornata è devastante. Direi anche bomber Cristofoli, fortissimo.
M: Ho giocato con molti professionisti, come Belotti, Gagliolo e altri. A Carpi però c’era anche Ferretti, che secondo me non ha fatto la carriera che meritava.
Giocatore a cui ti ispiri.
A: In generale ne seguo molti, non ne ho uno in particolare.
M: Da mezz’ala, direi De Bruyne.
Ricordi sportivi particolari.
A: Ce ne sono molti. Quando ho rotto i legamenti è stato difficile, ma mi ha dato qualcosa. Se magari non mi fosse capitato avrei potuto dar di più. Gli anni in cui ho giocato con Marco, ma in generale le altre soddisfazioni che mi sono tolto.
M: La partita all’Adriatico contro il Pescara, marcavo Caprari davanti a 10mila persone quando militavo nel Carpi. Poi sei mesi a Sorrento, dove ho trovato stadi e tifosi del sud che ti facevano emozionare.
Un pensiero sulla ripartenza dell’eccellenza.
A: Fa un po’ specie perché molte attività sono ancora chiuse e in difficoltà, ma può essere visto come una prova, per vedere se siamo pronti a riaprire. La formula potrà rendere il campionato divertente.
M: Ringrazio la società perché mi mette in condizione di ripartire con sicurezza con tamponi, igienizzazione e tutto ciò che serve. Sono felice di essere ripartito perché mi mancava il calcio.
Un pensiero sulla pandemia.
A: E’ stata una dura prova per la popolazione mondiale.
M: Noi bergamaschi siamo stati molto colpiti. Speriamo di uscire presto dal tunnel. La gente vuole tornare a divertirsi.
E’ il momento dei saluti.
A: Un saluto a tutti i lettori di Bergamo & Sport e a tutti i compagni che non vedo da tempo. A presto, nella speranza di tornare a divertirci.
M: So che molti amici mi insulteranno perché diranno “adesso ti fanno anche l’intervista” (ride, ndr): saluto tutti loro, tutti i lettori e tutto Bergamo & Sport che ringrazio.
Mattia Locatelli