Josip,
scusami se, in questi anni, ho cercato – senza averne diritto – di scavarti nell’anima.
Ma tu lo hai fatto con me, e senza nemmeno sapere della mia esistenza.
Mi ha fatto persino piangere dalla gioia, più di una volta mi hai lasciato senza voce.
Ma soprattutto mi hai lasciato a bocca aperta.
E con gli occhi sbarrati.
Mi hai fatto – davvero – tornare bambino, ricordandomi che esiste lo stupore.
Con te, in campo o in panchina, ho sempre avuto una speranza di vittoria, e la certezza di vedere qualcosa di mai visto.
Ed è solo per questo che tutti hanno scritto di te, quasi sempre invano, molto spesso senza rispetto.
Da Domani cerca di sorridere, emozionati, emoziona ancora chi potrà guardarti, qualunque cosa tu decida di fare…e tocca ancora quel pallone -come solo tu sai fare- e rendilo zucchero filato.
Noi continueremo a cercarti anche negli anni a venire, allungando il collo verso la panchina, anche se, ormai è accertato, non ci sarai più.
Ti cercheremo sempre, perché sei il più forte, e al tempo stesso il più debole.
Grazie anche per questo, Josip.
Il nostro Eroe, che si è travestito da umano.
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