Il Direttore Sportivo della Falco Albino Michele Nodari ha analizzato il momento di totale incertezza che continua a regnare sul mondo del calcio dilettantistico. Tra false partenze, dubbi, speranze e proposte per un futuro migliore, il dirigente seriano ha toccato diversi punti focali:

COVID –  “Stiamo vivendo una situazione anomala, straordinaria. La pandemia rappresenta una novità per tutti e ha stravolto ogni ambito delle nostre vite. Per quanto riguarda il calcio dilettanti, io non sarei partito nemmeno a settembre. Tante società – e in primis la nostra – hanno dovuto compiere enormi sacrifici per potere soddisfare tutti i requisiti richiesti dai nuovi protocolli di sicurezza. Noi, tra mille difficoltà, abbiamo fatto tutto quanto in nostro potere per far ripartire l’intera filiera dalla Prima Squadra sino ai più piccoli. Il tutto vanificato dopo nemmeno un mese, visto il nuovo stop di ottobre che tutt’ora persiste. Il futuro? Credo che fare previsioni su che situazione troveremo in primavera sia pressoché impossibile. Spero che a settembre si possa tornare in campo”.

RIPARTENZA SETTORE GIOVANILE – “Ripartiamo questa settimana. I nostri ragazzi e le rispettive famiglie ci hanno tempestato di telefonate manifestando la loro voglia di tornare in campo. Per il momento abbiamo fissato una seduta alla settimana per evitare ulteriori complicazioni. Gli allenamenti si svolgeranno, ovviamente, nel rispetto delle normative anti-Covid con distanziamento e senza partitella. Prima Squadra? Per il momento siamo fermi. Abbiamo ragazzi che vivono al di fuori dalla Val Seriana e farli venire per un solo allenamento diventa complicato. La consapevolezza che non ci sia un campionato da giocare, poi, toglie ulteriori stimoli, per cui valuteremo strada facendo. Mi auguro che l’andamento dei contagi non subisca una brusca impennata e che la campagna vaccinale proceda senza intoppi. Se verso settembre avremo almeno l’80% della popolazione vaccinata io penso che si possa partire. Confidiamo in questo”.

AIUTI DALLA FEDERAZIONE – “Tavecchio contro Pasquali? Noi abbiamo sostenuto Pasquali perché credo che, arrivati ad un certo punto, bisogna puntare sui giovani e su nuove idee. Ritengo che Tavecchio abbia già ampiamente fatto il suo corso, però l’esito ha dato ragione a lui e quindi  mi auguro che possa svolgere un buon lavoro, aiutando le società. L’anno scorso abbiamo pagato tutto, iscrizione e cartellini, per poi fermarci a febbraio. Quest’anno solo i cartellini e ad ottobre eravamo nuovamente fermi. Tante società faranno fatica a rimanere in piedi: gli sponsor scappano e le società vanno in crisi. Siamo in grossa difficoltà e speriamo tutti di riuscire a ripartire. Per farlo pretendiamo che l’iscrizione alla stagione 2021-2022 debba essere gratuita. Abbiamo sborsato 10.000 euro nel 2020 per un campionato che di fatto non si è disputato, per cui mi sembra doveroso pretendere una ripartenza a costo zero. Altro punto fondamentale sarà quello riguardante la “regola” dei giovani. Dopo un anno di stop credo sia giusto congelare il tutto in vista dell’anno prossimo, onde evitare il rischio di bruciarci delle intere annate di calciatori. Nessuno può permettersi di perdere dei giovani che quest’anno non hanno giocato, solo perché tra un anno potrebbero fare la regola in una categoria superiore. Sarebbe uno svantaggio per tutti”.

ALLENATORI PSICOLOGI – “Un altro aspetto che mi preoccupa è la condizione mentale con cui ritroveremo i ragazzi. A parole sembra facile, ma non giocare a calcio per un anno può incidere tantissimo sulla routine e sulle abitudini quotidiane. Il rischio di trovarsi dei calciatori che hanno perso entusiasmo e voglia di giocare è altissimo. Serviranno allenatori bravi a toccare le corde giuste, quasi più psicologi che tecnici di campo. La Falco vuole andare avanti e farà il possibile per garantire il bene dei propri ragazzi“.

SERIE D ED ECCELLENZA – “Rimango dell’idea che nemmeno la Serie D sarebbe dovuta ripartire. Le società stanno sostenendo costi enormi per garantire tamponi settimanali e nonostante tutto ci ritroviamo con una squadra (Real Calepina, ndr) nuovamente in quarantena. Avrei fatto giocare soltanto i professionisti, fermando tutto e tutti dalla D in giù. L’Eccellenza? Credo che i propositi di ripartenza siano assurdi. Con il blocco delle retrocessioni una squadra manterrebbe la categoria pur non scendendo in campo. Ma chi sono quelle società disposte a spendere soldi per giocare senza obiettivi? Il gioco non vale la candela. Piuttosto, opterei per una riforma dei campionati riducendo le retrocessioni dalla D e suddividendo l’Eccellenza in tre gironi da 15, anziché due da 18. Penso sia la soluzione ideale e auspico che anche in Federazione aprano gli occhi”.

Michael Di Chiaro