Non sono passati molti anni da quando quell’anziana donna mi disse che avrei dovuto imparare a domare i miei demoni interiori. No, non è una favola, ma la realtà. Un giorno come un altro su un vecchio treno che mi avrebbe riportato a casa come ogni sera.
In passato i mezzi pubblici si potevano usare davvero; una signora seduta di fronte su un vecchio sedile impolverato che – guardandomi fissa per qualche minuto – mi chiese di potermi rivolgere una manciata di parole.
Allora, nonostante non avessi avuto alle spalle un passato semplice, ero decisamente ben disposta verso la gente e non ero propensa a credere nella crudeltà umana.
Eppure – dicevo – a distanza di una manciata di anni, mi sono trovata a fronteggiare un nemico invisibile più insidioso di un altro nemico invisibile più noto, quello che si aggira per gli angusti corridoi degli ospedali e con cui ho già fatto i conti.
Eccomi faccia a faccia con l’uomo e la sua sete di potere, la volontà di ottenere i propri desiderata in cambio di ogni cosa capiti sul percorso che appartenga al prossimo; a volte solo per capriccio e altre per diletto, oppur animato da sentimenti meritevoli verso individui scaltri e abili a manovrare chi in loro vede solo luce, pur essendo ombre!
Vi sono, così, circostanze in cui hai solo due possibilità se l’attesa non è in grado di risolvere il problema come spesso accade: colpire o essere colpito.
Il problema è che un celebre della nostra politica un tempo disse: “la cattiveria dei buoni è pericolosissima”.
Pertanto, in alcuni momenti serve aspettare, poi – se le cose non dovessero trovare pace – pare necessario attaccare e, a quel punto, domare i propri “demoni interiori” non è semplice… ma serve ricordare una cosa: a torto o a ragione ogni demone, alla fine, ti conduce in basso anche quando ti conduce alla vittoria… riflettiamo sempre circa ciò che davvero desideriamo. Buon tutto a voi…
Vanessa Vane Bonaiti