di Alessandro Sesani
Arriva sorridente come un bambino appena uscito da scuola, confabulando con Bruno Bariselli, storico magazziniere e accompagnatore, che sta per fargli toccare con mano per la prima volta la maglia della sua nuova squadra, una squadra di Eccellenza: la Rivoltana. Scene che si vedono su tutti i campi quando un giocatore della juniores ritenuto all’altezza del ‘salto’ si avvicina per la prima volta al gruppo della prima squadra. Scene che diventano un po’ meno usuali se il protagonista ha 36 anni e oltre 280 presenze da professionista disputate tra Serie A e Serie B. Si tratta di Kewullay Conteh, anche se preferisce farsi chiamare K – da pronunciare kei, all’inglese, la lingua ufficiale della sua Sierra Leone – denotando una delle sua peculiarità: la semplicità. Non è mai facile rimettersi in gioco, specialmente in una nuova realtà e dopo essersi lasciati alle spalle uno dei momenti peggiori della propria carriera e della propria vita. K ricomincia da Rivolta d’Adda, il paese di Emiliano Mondonico, l’allenatore che lo ha lanciato in Serie A nel 1995/96 con la maglia dell’Atalanta. Conteh si avvicina al suo secondo esordio e ha acconsentito a raccontarci le motivazioni della sua scelta e a parlarci delle sue aspettative.
Che cosa ti ha spinto a riprendere dai dilettanti, in particolare dalla Rivoltana? “E’ stata una scelta abbastanza semplice, alla fine sono stato spinto dalla mia grande voglia di tornare in campo e dal buon rapporto nato con alcuni dirigenti, specialmente con Luca Neri, che mi hanno parlato della piazza, della squadra e delle sue difficoltà con grande onestà”.
Entri a far parte di una squadra in una situazione di classifica difficile, cosa pensi a riguardo? “Ho visto la partita di domenica e mi sto già allenando con la squadra, i compagni mi sono sembrati dei bravo giocatori e dei ragazzi volenterosi, qualità importanti ai fini del raggiungimento del nostro obiettivo. In passato credo di aver giocato contro Rossetti che ritrovo come compagno di squadra, siamo i giocatori con più esperienza quindi dovremo cercare di aiutare gli altri dando suggerimenti, ma soprattutto dando l’esempio”.
Questo nuovo inizio arriva dopo uno stop di venti mesi causato dalla squalifica, come hai vissuto questo periodo? “Sono contento che l’incubo sia finito. Ringrazio la mia famiglia e gli amici che mi sono sempre stati vicini, sostenendomi nel momento più difficile. Ora voglio solo dimenticare ed andare avanti, ho deciso di rimettermi in gioco partendo da qui, per me è tutto nuovo, ma la motivazione non manca. Questo è un nuovo inizio, gioco a calcio da quando ero bambino e la voglia è sempre la stessa, finché le cose resteranno così continuerò a giocare e a dare il massimo”.