di Silvia Casanova
Ci siamo appena lasciati alle spalle un anno orrendo, da terza guerra mondiale ancora in corso, che dobbiamo sconfiggere sì con il vaccino, ma soprattutto con le semplici ed efficaci precauzioni, ossia lavaggio frequente delle mani, uso obbligatorio della mascherina ed evitare assembramenti e abbracci vari soprattutto tra i non conviventi. Altrimenti, ciao Pep: quarta guerra mondiale! E’ stato un anno solare calcistico ottimo per la nostra e vostra amata Atalanta, ma pure molto triste e vergognoso per essere stati noi bergamaschi chiamati in causa come gli untori del Covid-19 o Corona che sia (almeno non Fabrizio, per carità!), per aver partecipato in massa al big match di San Siro di Champions League tra Atalanta e Valencia, dove 45 mila persone il 19 febbraio scorso erano accorse felici festeggiando alla fine il 4 a 1 al Valencia con doppietta di Hans Hateboer, l’oggetto dell’aneddoto per iniziare bene il 2021, e i gol di Giuseppe Ilicic e Remo Freuler. Tuttora, infatti, e siamo a gennaio, sono in corso le verifiche del caso per la cosiddetta “ partita zero”. Era solo una partita, poi come sempre bisogna incolpare qualcuno o qualcosa quando succedono certi eventi che siano belli o bruttissimi come in questo caso.
Addirittura si decise dai grandi vertici di sospendere tutto lo sport in generale e pure il calcio. Dal 3 marzo 2020 sono rimasti tutti a casa, salvo l’ultima partita disputata il 9 tra Sassuolo e Brescia, un recupero disputato in ritardo per la scomparsa del Presidente neroverde Giorgio Squinzi (nonostante la sua dichiarata fede rossonera) il 2 ottobre precedente. Il campionato sarebbe poi ripreso ufficialmente il 20 giugno 2020 con Torino-Parma, preceduto dal big match di Coppa Italia tra Milan e Juventus, per arrivare ai giorni nostri col Diavolo primo e la Dea settima, ma con passaggio del turno in Champions ora ai box. A causa del Covid si gioca a porte chiuse e si sente tutto quello che si dicono giocatori e allenatori in campo. Forse in questo silenzio surreale il signor Papu non se n’è mai accorto, ma questa è un’altra storia… Per scegliere un avvenimento non calcistico che riguarda pur sempre la nostra beneamata Atalanta, vi racconto un episodio molto semplice ma divertente accaduto a me e anche a mio cugino Francesco che è stato il primo “scopritore” del fatto. Ci trovavamo al battesimo della mia Nipotina, figlia di mia sorella, che non è pazza come me anche se suo marito l’ha conosciuto allo stadio quando lei faceva la Miss o meglio l’accompagnatrice in tribuna, alla chiesa di San Sisto in Colognola esattamente il 30 agosto. Ero seduta nei primi banchi e vicino avevo appunto Francesco che continuava a picchiarmi dentro nel braccio dicendomi: “Guarda là vicino alla porta, in piedi c’è uno che per me è un giocatore della Dea!”. Io mi girai ma era lontano, anche se avevo gli occhiali non riuscivo bene a vederlo e quindi riconoscerlo anche perché il famoso lui era “camuffato” e così siamo rimasti tutto il giorno col dubbio amletico che ci ronzava in testa.
Poi ci siamo detti pazienza, se fosse stato lui lo avremmo forse ribeccato visto che la sottoscritta abita a Colognola e frequenta la messa domenicale da brava cristiana e brava persona (che ridere!). E infatti ecco che una bella domenica di settembre, il 27, il giorno dopo l’esordio con gol in campionato al Torino, si risolverà l’enigma… Sempre da buona cristiana mi recai alla Santa Messa e decisi, perché forse me lo sentii, di mettermi all’ingresso della porta famosa pur di stare in piedi con la speranza di rivedere il famoso forse calciatore. Difatti, dopo cinque minuti dal mio arrivo, ecco spuntare un bellissimo ragazzo. Me lo ritrovai fianco a fianco (un caso o fece apposta?) e stavolta dopo un attimo di smarrimento lo riconobbi: udite udite, era proprio il mitico HANS HATEBOER, l’olandese volante. Aveva proprio ragione Francesco. Stavolta, infatti, avendolo lì a un passo non ho dubbi, riconoscendolo dal fisico e dall’abbigliamento, ossia pantaloncino nero d’ordinanza da allenamento, camicia bianca, scarpe super da tennis, retina alla caviglia e iPhone di lusso in mano. Scoperto il famoso lui, cominciai a guardarlo, visto che pure l’occhio vuole la sua parte. Lui capii di essere stato riconosciuto, rise sotto i baffi e pure a me scappava da ridere, anche se avrei voluto tanto stringergli almeno la mano, cosa impossibile anche in chiesa. Dare l’offerta però si può, e il signor Hans ne fece una bellissima da 50 euro. Non il classico e rumoroso euro che di solito la gente offre. E quindi, tombola completata e vittoria assicurata per il cugino che l’aveva scovato. L’era prope famùs.
Anche se sono di fede milanista, questo piccolo ma simpatico episodio mi ha resa molto felice e ora vado sempre a messa con la voglia in più di rivedere l’eroe della Partita Zero, ragazzo discreto e generoso. Mi giro sempre, se sono seduta nei banchi, a vedere se c’è, ma per il suo lavoro non sempre può essere presente. Anche se il signor Gasperini, quando si gioca di sabato a Bergamo, potrebbe lasciarlo libero di recarsi alla chiesa di San Sisto, e senza problemi glielo controllo io il suo gioiello, sia di giocatore sia di uomo. Ecco, ho voluto raccontarvi questo simpatico episodio accadutomi in questo anno ormai vecchio e surreale per augurarvene a tutti uno nuovo ricco di sole e di cose belle. E che la pandemia ci lasci al più presto, che vi capitino solo storie belle anche se semplici ma che portino anche solo per un’ora tanta felicità ed emozione. Sperando di potere, con il 2021 appena cominciato, tornare a calcare i nostri amati stadi per tifare a squarciagola, per la Dea o per chi ci pare. Tanti auguri a tutto il mondo.