Scrivevo settimana scorsa che sarebbero stati giorni e settimane di volatilità considerata l’incertezza sulle elezioni presidenziali statunitensi. E così è stato. Se ricordi bene verso metà dell’articolo riportavo che arrivavamo da settimane di discesa dei mercati con degli scenari che andavano dal -10% al -15%; ebbene in questa settimana rimbalzo violento con i listini azionari mondiali che hanno recuperato in media circa il 7% (Milano il 10%). La grande incertezza che ha caratterizzato l’esito delle elezioni negli Stati Uniti (a distanza di 4 giorni infatti non abbiamo ancora la proclamazione del vincitore e con il ricorso alla Corte Suprema da parte di Trump potrebbero volerci ancora settimane) ha da subito messo in evidenza un aspetto importante: è infatti evaporata molto rapidamente la prospettiva di una “Blue Wave”, ovvero di un’affermazione dei Democratici non solo nella corsa per la Casa Bianca, ma anche per il controllo del Senato (e quindi del Congresso), a differenza delle indicazioni provenienti in maniera decisamente concorde dai sondaggi nelle settimane precedenti al voto.
È quindi altamente probabile che Joe Biden durante il suo mandato dovrà fronteggiare un Congresso diviso, con i Repubblicani a controllare il Senato e i Democratici in maggioranza alla Camera dei Rappresentanti, esattamente la stessa situazione vissuta da Trump dal 2016 ad oggi. L’evidente insuccesso dei Democratici nel controllo del Congresso ha implicazioni molto importanti dal punto di vista macroeconomico. Infatti con questo risultato risultato elettorale è facile pensare che gran parte del programma di Biden non potrà essere realizzato con il Senato controllato dai Repubblicani. L’esito delle elezioni ha quindi ridimensionato lo scenario che prospettava un’accelerazione della crescita trainata da una politica fiscale fortemente espansiva sia nel breve che nel medio periodo, riportando invece l’attenzione sulla politica monetaria e sulla azione della Federal Reserve nel sostenere l’economia.
La vittoria di Biden servirà anche a rasserenare i rapporti sia con il continente europeo che con la Cina, staremo a vedere da subito come deciderà di muoversi il neo presidente. L’Europa è a tutti gli effetti il continente che a livello economico sta mostrando le maggiori difficoltà ormai da anni. Brexit, i dazi Usa, le incertezze politiche in diversi Paesi, i nazionalismi estremi, la prima e la seconda ondata Covid con politiche non condivise… tutti problemi che ne stanno rallentando la ripresa economica e che influiranno ancora per i prossimi mesi. Lockdown ‘leggeri’ (così hanno il coraggio di definirli i vari governi) che metteranno sulle ginocchia diversi settori produttivi a cui non basteranno i ristori promessi per continuare attività. A livello centrale non vi è stata la capacità di organizzarsi per questa seconda ondata di contagi e le politiche diverse tra le varie nazioni farà durare ancora settimane se non mesi, o almeno fino all’arrivo di un vaccino sicuro, questa situazione.
Dal punto di vista di un investitore con un orizzonte temporale di medio lungo periodo è una situazione di ‘vantaggio’, infatti oggi vi è la possibilità di accumulare investimenti a prezzi sicuramente più bassi di quelli che potremmo avere in futuro. Certo, non bisogna tenere il proprio patrimonio fermo sul conto corrente (in Italia ormai si superano i 1650 miliardi di euro non investiti) ma trovare il corretto modo di farlo fruttare per soddisfare tutte le proprie esigenze. Approfittare di ogni discesa dei mercati per acquistarne una parte, non disinvestire MAI per la paura se non vi è necessità di utilizzo dei soldi… anche questa settimana con i suoi rialzi dimostrerà che esserne stati fuori porterà più danni che vantaggi. Da settimana prossima oltre alla solita visuale globale tornerò a scrivere di argomenti specifici, megatrend/previdenza complementare/pianificazione… Buon fine settimana
Simone Pontiggia
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