Lo so, è un argomento piuttosto inflazionato già da molto tempo, e proprio per questo penso che troverai interessante vedere la leadership anche dalla prospettiva che intendo proporti.
Come diceva il mio primo datore di lavoro (avevo 17 anni…): “Nessuno nasce imparato, o saputo“.
Nel nostro caso: nessuno nasce LEADER.
La leadership è una soft-skill, una competenza che si acquisisce con l’esperienza e la consapevolezza; non solo: la leadership non la si può auto-concedere ma viene sempre riconosciuta dall’intorno di chi la riceve.
Che sia un ambiente di lavoro, un ambiente sportivo o militare, questo non cambia!
Deve inoltre esserti chiaro che ogni ambiente richiede differenti caratteristiche di leadership: in alcuni ambienti potrà servire una leadership empatica, in altri una assertiva, in altri ancora una autoritaria.
Come vedi la leadership non viaggia mai da sola e si fa sempre accompagnare da altre competenze.
Secondo Dale Carnegie la leadership si può definire come l’arte di motivare un gruppo di persone ad agire alla ricerca di un obiettivo comune.
Insomma, un leader è fonte di ispirazione attraverso l’esempio delle sue azioni, volte al raggiungimento di obiettivi utili al suo intorno, al gruppo in cui opera.
Proprio questa definizione aiuta a capire bene il concetto da cui sono partito => la leadership SI PUO’ APPRENDERE, non è una qualità innata.
Personalmente credo che sia il giusto coronamento per chi ha portato a termine il proprio viaggio dell’eroe, il proprio percorso di crescita personale (in un dato periodo di tempo, poiché la crescita non deve mai fermarsi).
Recenti pubblicazioni hanno messo in evidenza 4 pilastri su cui la leadership si deve poggiare:
- La Cultura, nel senso di formazione e apprendimento costanti.
- Il Carattere, che si forgia con l’esperienza.
- Il Carisma, che emerge con l’azione.
- La Comunicazione, indispensabile per trasmettere principi e valori nelle relazioni.
Nessuna di queste 4 C è innata; questo vuol dire che apprese e sviluppate offrono a loro volta una solida base per diventare una guida stimata, apprezzata, assertiva, capace, che grazie a esempio e determinazione saprà condurre la propria squadra a raggiungere i risultati prefissati.
Grazie alle 4 C il leader emerge lungo il cammino, offrendo più di tutti il proprio contributo.
In una squadra sportiva poi, è sempre l’elemento che riesce a congiungere l’allenatore con il resto del gruppo. Uno che sapeva farlo bene era Pep Guardiola, ce lo ricordiamo tutti, vero?
Il leader però ha un’altra qualità molto importante: sa dare valore ai “gregari”. E sai perché? Perché senza il riconoscimento dei gregari lui non è un vero leader. Pensa al ciclismo: in quanti si danno da fare perché uno solo tagli per primo il traguardo? E credi davvero che si impegnerebbero così tanto se non riconoscessero il valore del leader?
Esempio, rispetto, punto di contatto e di riferimento. Non necessariamente il più talentuoso, ma il più carismatico (p.es.: Zanetti nell’Inter del triplete); non quello che guadagna di più, ma quello che riceve dai compagni la fascia di Capitano prima ancora che dall’allenatore (Chiellini); non quello he fa più punti o goal, ma quello che sa mantenere gli equilibri in campo (Mike D’Antoni).
Guarda caso, è anche uno dei più amati dal pubblico e non cambia maglia troppo facilmente (il Papu Gomez).
Ti hanno mai riconosciuto doti di leadership?
Quante delle 4 C riconosci in te? Ti piacerebbe sviluppare quelle che ti mancano?
Fammelo sapere nei commenti!
Massimiliano Bravin
Mindful Coaching – www.massimilianobravin.com – Info@massimilianobravin.com