“Nella vita tante cose si superano, ma l’aver superato è diverso dall’aver dimenticato”.
Questa frase mi ha così colpito da restarmi tutto il giorno impressa nella mente e nel cuore.
Oggi ho ripercorso alcuni momenti importanti e molto difficili della mia vita e, per un attimo, mi sono rivista giovane, così diversa dalla donna che sono oggi!
Però questa donna è la logica conseguenza di quella ragazza, delle sue debolezze e delle sue paure che si sono fatte solida corazza.
A quale prezzo ho pagato il mio presente? Un prezzo indefinito e indefinibile per il quale oggi forse è un bene non chiedersi se il gioco sia davvero valso la candela.
Ebbene, mi chiedo cosa diventero’ – cosa diventeremo – all’indomani della fine di questa pandemia, perché e’ certo che cesserà.
La domanda semmai è: “quando finira’?”.
Quanto impareremo da questa tragica vicenda?
Oggi vedo uomini e donne spaventati per il futuro economico incerto e per i propri figli, vedo ragazzi costretti a ricevere nozioni da una voce proveniente da un tablet, senza la possibilità di quel contatto umano che infonde sicurezza; vedo i più piccoli crescere chi spaventati e chi -totalmente figli del loro tempo – come se la mascherina fosse un normale accessorio d’abbigliamento.
Stiamo combattendo un mostro invisibile del quale non conosciamo bene le armi, i meccanismi che gestiscono il suo veicolarsi tra la gente e la portata lesiva.
Lo stiamo combattendo senza quella visione d’insieme necessaria per individuare soluzioni realmente efficaci e, in parte per manchevolezze politiche, in parte per l’evidente difficoltà di fronteggiare un evento di tal portata, stiamo arrancando.
Ho sempre pensato che noi italiani fossimo un popolo di ignavi, chi troppo preso dal proprio lavoro e chi – al contrario – troppo concentrato a grattarsi la testa sul divano; un popolo di sportivi spesso passivi di quelli che “datemi una poltrona, una birra e una partita di calcio o un set di tennis che non mi serve più nulla”.
Ho più volte considerato noi italiani gente con scarsa propensione alla conoscenza, ma notevole desiderio di parlare di ciò di cui non sa nulla e via di seguito.
Il recente lockdown ha dimostrato – a mio dire – che noi italiani siamo pure dotati di scarsa memoria e di un sensibile spirito godereccio per cui “una vacanza non può certo peggiorare una pandemia”.
Oggi continuo a pensare tutte queste cose sebbene, ovviamente, non tutti gli italiani rientrino a pieno titolo in questa descrizione.
C’è un “però”..
Perche gli italiani sono pure, per lo più, persone per bene che cercano di fare un po’ la loro parte, aiutare chi si trova in difficoltà e sforzarsi di rispettare le regole ancorché ridicole.
Pertanto, mentre i ministri si “divertivano” a scegliere le seggioline a rotelle “all’Ikea”, Regione a cercare di capire come si dovesse scrivere un bando per evitare di restare senza DPI e via di seguito, gli italiani si sforzavano di usare le mascherine, di tenere le distanze di sicurezza per non infettare i propri genitori e i nonni tutti, i ristoratori e i datori di lavoro predisponevano ogni costosa misura atta a contenere il contagio e a testa bassa facevano il possibile per far quadrare i conti e assicurare un futuro ai propri figli. Risultato: dopo essersi organizzati in maniera esemplare sono stati “chiusi” senza troppi convenevoli o precisazioni.
Oggi alcune voci di protesta si alzano – purtroppo pure alcune violente -, ma temo sia tardi, temo che la situazione sia realmente ad un punto di collasso. E mentre il trasporto pubblico è lì in attesa che qualcuno si ricordi seriamente di quanto resti uno dei principali luoghi di contagio e i politici concedono risibili contentini qua e là a chi urla con voce un pochin più alta, l’Italia si impoverisce inesorabilmente. Ho sempre pensato che ci fossero potenti in attesa di poter “comprare“ l’Italia a basso prezzo ed ecco che questa triste previsione sembra essere sul punto di avverarsi. Non è un articolo che offre proposte, sebbene in questa seconda ondata io sia sostenitrice della tesi dell’utilizzo di attenzione e buon senso, mascherine e distanziamento senza chiudere nulla; è solo un articolo di sfogo che vuole essere uno spunto di riflessione e il tramite per augurare agli italiani il meglio con tutto il cuore.
Buon tutto a voi…
Vanessa Vane Bonaiti