Da ragazzino, dopo la scuola, saltavo sulla sella della mia bici, superavo la strada provinciale denominata “Francesca”, attraversavo le fabbriche di Zingonia, e mi recavo ai campi di allenamento dell’Atalanta.
Ricordo che trattenevo il fiato – alzandomi sui pedali per andar più veloce – mentre passavo dietro la Kraft, a causa di quella puzza marcia di ketchup che mi nauseava.
Attraversavo poi Corso Europa – che era senza semaforo – e non era facile per nulla facile, col traffico pesante già presente allora.
Ma poi entravo nel cancello sempre aperto dei campi dell’Atalanta, passavo dietro la tribuna in cemento, guardavo gli attrezzi depositati lì dietro accanto al trattorino, e mi portavo al cancello vicino alla vecchia palazzina degli spogliatoi.
Spesso, molto spesso, era aperto anche quel secondo cancello.
E così, alla spicciolata, incontravo Caniggia, Stromberg, Prytz, Evair, Ferron, Progna, Nicolini, Bigliardi, Pasciullo, Perrone, Contratto, Bonacina, e poi Ganz, Rambaudi, Pisani, Vieri, Montero, Lentini, Ventola, Morfeo, Doni, Inzaghi, Carrera, ecc ecc…
E tremavo dall’emozione, grazie ad un contatto – VERO – con i miei idoli.
“Come ti chiami?”, mi chiedevano firmandomi l’autografo.
E col rumore dei tacchetti sull’asfalto si dirigevano verso il campo d’allenamento.
Seduto sopra un pallone, col sole ad illuminarlo, c’era soprattutto lui, Emiliano Mondonico.
E in altri anni, Giorgi, Frosio, Lippi, Guidolin, Valdinoci, Prandelli, Vavassori.
Mi attaccavo alla rete metallica a rombi, e attraverso le fessure, sognavo.
Non dovevo andare su YouTube (che non c’era) per scoprire i nuovi giocatori.
Lo vedevo dal vivo.
Lì vedevo sudare, arrancare, migliorare.
E capivo già, se domenica, sarebbero stati titolari.
A fine allenamento mi raggiungeva papà, con la macchina fotografica CONTAX, col rullino almeno da 24, per le fotografie di fine allenamento con i miei idoli.
Nessun riferimento al mondo d’oggi e alla privacy estrema che regna a Zingonia.
Io sono un tifoso romantico.
Questi sono solo ricordi di un giorno di settembre di tanti anni fa.
E per non dimenticare che era bello anche così.
O, forse, soprattutto così.
Pagno
lunedì 14 Settembre 2020