Gianluca Di Marzio
a Sky Sport ha appena risolto l’enigma per la fascia destra dell’Atalanta: sarà Cristiano Piccini a riempire la casella rimasta vuota per la cessione di Timothy Castagne al Leicester City. Dopo la plusvalenza (21 milioni più 3 di bonus), un altro colpo messo a segno, stavolta in entrata, dalla dirigenza nerazzurra: l’esterno-terzino del Valencia si trasferisce a Bergamo con la formula del prestito con diritto di riscatto. Il giocatore è reduce da un 2019-2020 praticamente gettato al vento per via della frattura alla rotula del ginocchio destro nell’agosto 2019.
Nato a Firenze il 26 settembre 1992, cresciuto nei settori giovanili dello Sporting Arno e della Fiorentina, l’esterno a cinque o terzino (di preferenza destro) a quattro Piccini ha conosciuto l’esordio da professionista in viola in serie A il 5 dicembre 2010 a Cagliari (ko per 1-0, dal 79′ per Manuel Pasqual, allenatore Sinisa Mihajlovic) per poi giocarci a Livorno dopo i giri di prestito a Carrara e La Spezia. Il nazionale azzurro gioca nella penisola iberica da ben sei anni: triennio al Betis Siviglia, quindi l’annata in Portogallo allo Sporting e da due stagioni nei Los Murcielagos.
In bacheca, il Campionato Allievi Nazionali (2009) e la Coppa Italia Primavera (2011) con la Fiorentina, la Segunda División col Betis nel 2015, la Taça da Liga portoghese (2018) e la Copa del Rey (2019). A livello pro, complessivamente, 222 match con 5 reti segnate. Il Valencia l’aveva pagato 10 milioni allo Sporting con clausola di 80 e contratto quadriennale in scadenza il 30 giugno 2022. Fisico alla Hans Hateboer (189 centimetri), Piccini sembra più il suo alter ego che non quello del belga ceduto di fresco. La strada per Davide Zappacosta sarebbe così definitivamente preclusa.