Le norme del nuovo Protocollo (che peraltro è variato solo nella parte riguardante l’ingresso del pubblico rispetto al precedente) richiedono un’organizzazione che non è alla portata di società dilettantistiche e che le stesse società professionistiche faticano ad applicare.L’impiantistica delle nostre società non è adeguata a quanto prescritto in quanto a nostra disposizione c’è un solo campo, dotato generalmente di quattro spogliatoi di dimensioni ridotte: quindi è impossibile mantenere il distanziamento previsto. Se poi parliamo delle docce, mediamente cinque  ogni due spogliatoi, pare chiaro che i giocatori dovrebbero fare la doccia uno alla volta, quindi ogni post partita dovrebbe durare qualche ora. L’alternativa sarebbe mandare a casa i giocatori sporchi e sudati, ma ammesso che in questo periodo ci si possa regolare così, che cosa succederà con l’arrivo della stagione invernale? Noi gestiamo l’attività di centinaia di ragazzi, con allenamenti e partite che si succedono in continuazione: come possiamo fare?Si aggiunga poi il problema della sanificazione di campi e locali, come è possibile realizzarla con i tempi ed i mezzi, a nostra disposizione?C’è poi la difficoltà di organizzare le trasferte, se dobbiamo spostare una trentina di persone servono almeno 15 veicoli o 2 pullman, con conseguenti rischi e costi.Il protocollo (emanato il 10 di agosto) impone inoltre la presenza di un soggetto formato ed esperto  in materia di  prevenzione e protezione anti Covid  (ma a Ferragosto dove lo si trova?). Chi è in grado di formare le società che dovrebbero preparare i soggetti in causa? Noi crediamo dovrebbe essere l’ente, la Figc, di cui facciano parte, che invece delega a noi un compito che non siamo in grado di svolgere. Altro tema importante è quello della data di ripartenza. In piena pandemia il Comitato di Brescia ha organizzato incontri on-line con le società e si ipotizzava una ripartenza con l’inizio del 2021, passata la temuta e prevedibile seconda ondata di contagi.  In quel periodo il sibilo delle sirene delle ambulanze ci accompagnava costantemente e i camion militari trasportavano bare: ce lo siamo già dimenticati cosa è successo in Lombardia e soprattutto a Bergamo e Brescia? Perché questa fretta di ripartire anticipando i tempi e trovando le società impreparate? Non era forse meglio una ripartenza differenziata tra Regioni?No, adesso ci dicono di partire e di assumerci le responsabilità (anche penali) di quanto potrebbe accadere, mentre la FIGC non si assume nessuna responsabilità per quanto può capitare. Non ci pare una scelta logica, a meno che non sia dettata da considerazioni o motivazioni a noi sconosciute e che eventualmente  gradiremmo ci venissero spiegate.Non diteci che  manchiamo di coraggio, siamo Dirigenti responsabili con decenni di attività, ma con questa situazione le nostre società rischiano di lasciare sulla strada centinaia di ragazzi dato che non siamo in grado di assicurare la presenza sui campi delle nostre squadre alla data fisata se la situazione non cambierà.Società firmatarie Usd Oratorio Urago MellaUso Giovanile Urago MellaFc CasaglioUsd Oratorio MompianoPol. Volta Sez. CalcioP.G.S. Mario BettinzoliAsd Gussago CalcioFc LeonessaPol. ChiesanuovaAsd CellaticaPol. Collebeato