Il calcio e l’asticella di Emiliano Mondonico, alla guida di una pattuglia che di non nostrano (si fa per dire) aveva solo Glenn Stromberg, c’entra poco con quello sofisticato di Gian Piero Gasperini infarcito d’assi d’importazione. Né Cesare Bortolotti assomiglia troppo ad Antonio Percassi, in tema di patron. Tra la semifinale di ritorno (con la squadra in B) di Coppa delle Coppe persa col Malines il 20 aprile 1988 e il quarto di finale di Champions League dallo stesso esito col PSG a Lisbona il 12 agosto scorso di identico c’è solo il risultato. Un 2-1 subìto in rimonta.
A Bergamo, però, come gesto consolatorio di amicizia, stavolta sono arrivati i fiori. Un omaggio consegnato dal sostenitore giallorossonero Ken, dal Belgio con furore, a Sara Mazzoleni, la titolare del Baretto, il ritrovo tradizionale non solo della Curva Nord, bensì del tifo targato Atalanta di ogni ordine e grado. Una corona di fiori di campo che profuma d’amicizia, impregnandosi di significati ben oltre il calcio: “Questi fiori sono in onore di tutti i bergamaschi colpiti dal covid19, dei tifosi della squadra di calcio Belga KV MECHELEN”, il bigliettino.