Quarantuno pagine (allegati compresi) introdotte dal titolo: “Indicazioni generali per la ripresa del calcio dilettantistico e giovanile in previsione della ripartenza delle competizioni sportive (Tornei e Campionati), finalizzate al contenimento dell’emergenza epidemiologica da COVID-19”. E’ il protocollo della FIGC, licenziato in data 10 agosto, di cui il Presidente FIGC. Gabriele Gravina, si dice orgoglioso: “È un risultato importante, frutto di un lavoro incessante, conseguito grazie al fattivo contributo della Commissione Medico Scientifica della Federazione e alla disponibilità di tutti i referenti istituzionali. Adesso la base della piramide del calcio, quella dilettantistica e giovanile, potrà presentarsi ai nastri di partenza della stagione 2020/21”. Salutato favorevolmente dagli addetti ai lavori che, pur in assenza di garanzie, avevano da tempo iniziato a programmare la prossima stagione sportiva: iscrizioni, format dei campionati, date di inizio (13 settembre per la Coppa Lombardia, 27 settembre per i tornei), trattative di mercato, presentazione delle rose e preparazione pre-campionato. Non manca però chi rileva incongruenze e criticità. Partiamo dalle responsabilità, civili e penali. La Federazione non se le assume: “La FIGC non assume alcuna responsabilità per eventuali infezioni da SARS-CoV-2 contratte durante gli allenamenti o le gare”, trasferendole di fatto alle società. Chiamate sia ad attivarsi per la formazione (“Prima della ripresa delle attività dovranno essere fornite le necessarie informazioni atte a formare tutti gli Operatori Sportivi, possibilmente attraverso incontri di formazione in modalità online. I programmi formativi avranno come destinatari tutti i soggetti impegnati a qualsiasi titolo nella ripresa delle attività ivi inclusi gli atleti e le loro famiglie”) che per la valutazione dei rischi (“è necessario procedere preventivamente ad un’analisi della struttura sportiva, degli spazi e degli ambienti che verranno utilizzati per lo svolgimento degli allenamenti, delle gare e delle attività collaterali. Il distanziamento sociale deve sempre essere garantito e deve essere minimizzata la possibilità di compresenza di più soggetti nello stesso ambiente, ovviamente al di fuori del campo di gioco, tenuto conto del vigente divieto di assembramenti. È consigliato individuare un soggetto formato ed esperto in materia di prevenzione e protezione per la verifica dei puntuali adempimenti di legge in materia di sicurezza nei luoghi di lavoro e per la revisione della disposizione degli spazi, arredi, attrezzature, percorsi, cartellonistica informativa relativi all’impianto sportivo”), nominando un Referente esperto di misure di prevenzione del contagio e indicando gli Operatori Sportivi addetti al controllo della corretta implementazione delle norme. Non solo, dovranno approntare un piano di pulizia e periodica igienizzazione degli impianti e avvalersi di un medico competente (o un tecnico responsabile dirigente, comunque in contatto col medico di riferimento) chiamato a: 1) acquisire e verificare le autocertificazioni necessarie di tutti gli Operatori Sportivi (tecnici, collaboratori, atleti, arbitri) che accedono alla struttura e che avranno l’obbligo di compilare e consegnare prima della ripresa delle attività o comunque prima dell’accesso all’impianto; 2) visionare, analizzare, verificare ed eventualmente acquisire tutti i certificati per l’attività sportiva (agonistica e non) degli Operatori Sportivi; 3) mantenere il registro delle presenze (calciatori, staff tecnico, dirigenti, medici, fisioterapisti, etc.) nella sede degli allenamenti e – in prospettiva – delle partite; 4) collaborare anche con il Gestore del sito sportivo/rappresentante dell’organizzazione sportiva ed eventualmente con il servizio di prevenzione e protezione alla valutazione del rischio, alla predisposizione delle misure di tutela della salute degli operatori sportivi, alla formazione e all’informazione degli stessi. Dovrà inoltre essere verificato che tutti i calciatori/allenatori che prendono parte alle attività siano in possesso di certificato medico per l’attività sportiva, agonistica o non agonistica a seconda dei casi, in corso di validità in riferimento ai protocolli di legge e alle raccomandazioni della Federazione Medico Sportiva Italiana per le attività giovanili e dilettantistiche. La riammissione di Operatori Sportivi già risultati positivi all’infezione da COVID 19 dovrà essere preceduto da una preventiva comunicazione avente ad oggetto la certificazione medica da cui risulti la “avvenuta guarigione” rilasciata dal Dipartimento di Prevenzione territoriale di competenza. Comunicazioni da inviare al presidente della società, eventualmente tramite il medico sociale. Resta in capo alle società anche il controllo degli altri soggetti operanti nell’impianto (segreteria, amministrazione, controllo accessi), tenuti ad usare i dispositivi di protezione indicati (guanti, mascherine). Veniamo al giorno della gara (ricordiamo che, in base all’ultimo DPCM, a partire dal 1 settembre sarà consentito l’accesso del pubblico con limiti di 1.000 spettatori per gli impianti all’aperto e di 200 per palazzetti o tensostrutture): dovranno essere predisposti dei punti di accoglienza per il check-in di atleti, accompagnatori, arbitri e pubblico, evitando assembramenti e rispettando la distanza di 1 metro, prevedendo il controllo della temperatura (oltre i 37,5 accesso vietato). Lo stadio/centro sportivo andrà diviso in tre zone delimitate: 1) Interno – zona tecnico sportiva: terreno di gioco, recinto di gioco (inclusa l’area tecnica), tunnel spogliatoi, spogliatoi, area media per interviste flash; 2) tribune – tribuna stampa; 3) esterno – parcheggi. Contingentate le persone ammesse allo stadio (pubblico escluso): 22 titolari, 34 tra riserve e panchina, 18 delegazioni società, 3 ufficiali di gara, 6 raccattapalle (maggiorenni), 22 tra giornalisti e fotografi oltre a rappresentanti Lega/FIGC, operatori sanitari etc. All’arrivo allo stadio/impianto sportivo, un delegato alla della squadra ospitante (o il soggetto responsabile dell’organizzazione dell’evento) consegnerà al primo rappresentante della squadra ospite la certificazione dell’avvenuta sanificazione di tutti i locali ad uso della stessa squadra ospite. Il responsabile sanitario o medico sociale o dirigente accompagnatore di ciascuna squadra consegnerà all’omologo della squadra avversaria la certificazione del rispetto da parte di tutto il gruppo squadra delle prescrizioni sanitarie relative agli accertamenti Covid-19 previsti dai protocolli vigenti e dalle normative legislative. Negli spogliatoi l’accesso sarà differenziato fra titolari e riserve e in quello riservato all’arbitro, dopo la sanificazione, non potrà entrare nessun altro tesserato (la consegna delle distinte avverrà sulla porta, fermo restando il consiglio di usare quelle online). Nel riscaldamento pre-partita da evitare l’accesso contemporaneo agli spogliatoi; l’ingresso in campo sarà separato per le due formazioni: no ad accompagnamento di bambini, no a strette di mano, no a foto delle squadre. Le panchine andranno allungate tramite sedie per mantenere il distanziamento, facendo accomodare parte delle riserve in tribuna se c’è accesso diretto al campo. Nel post-gara riduzione del numero delle interviste ai tesserati, effettuate possibilmente sul terreno di gioco, mantenendo la distanza di sicurezza e prevedendo l’utilizzo del microfono cd “boom” (non credo di averlo, sigh!). Questo è quanto, se sarà fattibile (anche in considerazione dell’aggravio dei costi) lo scopriremo solo vivendo.
Giuseppe Fappiano
venerdì 14 Agosto 2020
Protocollo calcio dilettanti, tutto quello che c’è da sapere in vista della ripresa
Commenti
Giuseppe orlandini
E un protocollo esagerato che penalizza la ripresa delcalcio dilettanti