Cuore atalantino doc, Roby Facchinetti stasera sarà davanti alla tv come altre decine di migliaia di bergamaschi a soffrire per la sua Dea, a tifare per un’impresa che lo storico leader dei Pooh ritiene possibile: la semifinale.
Come ha spiegato in una lunga intervista rilasciata al Quotidiano Nazionale di cui riportiamo il testo.

“Dopo tutti i mesi di sofferenza che abbiamo vissuto questa Atalanta, questa partita di Champions, è il regalo che Bergamo aspetta”.

Parole e pensieri di Roby Facchinetti, anima storica dei Pooh, bergamasco doc, atalantino da sempre e grande appassionato di calcio.

Icona della musica italiana e protagonista negli scorsi mesi di un grande gesto di speranza per Bergamo nel momento più buio e difficile con la sua canzone ‘Rinascerò, rinascerai’.

Un inno alla vita, che deve continuare e ripartire.

“Gli scorsi mesi ci hanno ricordato che la vita toglie e poi restituisce, che la vita purtroppo ogni tanto ci presenta un conto da pagare. Dopo i mesi terribili che abbiamo vissuto, dopo questo incubo di grandi sofferenze, paura, terrore, l’Atalanta è un regalo per tutti i bergamaschi, il regalo è vivere questo sogno e continuare a farlo vivere”.

Crede nella vittoria della sua Atalanta?

“Ci credo. Ci giochiamo qualcosa che pareva incredibile. Siamo stati abituati per decenni a lottare per la salvezza, a combattere in B e a vedere in tv altre che giocavano le coppe europee. Da quando c’è Gasperini viviamo un sogno che dura ormai da tre anni. Certo è la prima volta che arriviamo così in alto”.

Questa mancanza di esperienza ad alto livello la preoccupa?

“No, no. Andiamo in campo per vincere, noi ce la giochiamo. Possiamo farcela se l’Atalanta fa quello che sa fare ovvero seriesce a imporre il suo gioco. Bisogna non far giocare l’avversario, togliergli il pallone, raddoppiare, il pallino del gioco non deve averlo il PSG. Questo il nostro punto di forza. E poi… “.

Poi?

“La Dea corre per cento minuti, non per novanta, e la storia del calcio ci ricorda che spesso nelle coppe sono decisivi i finali o i supplementari. Il Paris non gioca da tanti mesi e questo li penalizza”.

Anche il Lione non giocava da cinque mesi eppure…

“È vero. Il Lione a Torino ha corso, contro una Juventus sotto tono. Ronaldo a parte, mi è sembrata una Juve lenta e stanca, mi ha sorpreso negativamente. Si è lasciata aggredire dai francesi, proprio quello che non dovremo fare noi. Dobbiamo aggredirli”.

Il Paris St Germain potrebbe sottovalutare la piccola Atalanta?

“No, no. Non ci sottovaluteranno, conoscono i risultati e i record che ha messo insieme l’Atalanta in questi mesi, no non possiamo sperare che il PSG ci sottovaluti. Anzi, ci avranno studiati nei dettagli. Sono un club importantissimo, anche loro si giocano tutto, dopo anni di fallimenti europei: sono una squadra di grandissimo individualità, per batterli bisognerà essere un branco di lupi”.

Addirittura?

“È l’idea che in questi anni mi ha trasmesso Gasperini con la sua mentalità. Il branco lotta e attacca unito. Contro il PSG dobbiamo giocare in velocità e non far giocare il pallone all’avversario, con raddoppi, triplicando: è questo ha portato l’Atalanta così in alto”.

E dopo il Paris potrebbe esserci un Atletico Madrid con mille problemi.

“Concentriamoci solo sul PSG. È l’ostacolo più duro, anche a livello mentale, secondo me. Poi se si passa questo turno la strada sarebbe diversa. Ci sarebbe anche più consapevolezza, più sicurezza. E non dimentichiamoci che questa Atalanta ha più motivazioni di tutti gli altri.

Sono passati cinque mesi dalla gara di Valencia, nel frattempo è accaduto quello che è accaduto: ci è scoppiata in casa la bomba atomica, abbiamo visto l’inferno qui a Bergamo. Stasera la nostra Atalanta giocherà con tutto questo nel cuore, giocherà per tutti i bergamaschi, per regalarci un altro sogno”.