Col cuore, sempre e per sempre. In Italia è il momento di Gattuso, che si chiama Gennaro, ma tutti chiamano Ringhio e da calciatore ha vinto tutto. Lo amano a Napoli, club che con lui in panchina ha conquistato proprio ieri la Coppa Italia, lo adorano i suoi ex tifosi, quelli del Milan soprattutto, ma pure chi sta a Sion, a Palermo, a Creta e a Pisa. E’ apprezzato dagli avversari, ha fan in tutto il mondo, in Canada c’è ormai da anni il Gattuso Day, in Francia tiene una rubrichetta seguitissima su L’Equipe.
Perché tutto questo amore per l’ex medianaccio rossonero? Semplicemente perché è un uomo di cuore, che sa che il calcio lo ha reso un uomo fortunato e questa fortuna la divide con ogni suo compagno di viaggio. Senza mai dirlo a nessuno, si è speso perché gli stipendi venissero pagati agli ultimi della fila dei club dove era protagonista, spesso mettendocene di tasca propria. Aiuta gli adolescenti con problemi economici in Calabria, la sua terra. E’ contro ogni forma di razzismo e ne ha parlato più volte pubblicamente ed è una persona che sa ridere di se stesso. Io l’ho conosciuto anni fa, qui a Bergamo, all’inizio della sua carriera da allenatore, ed ero rimasto colpito dalla sua estrema umiltà, infinita, e dall’impressionante disponibilità.
Ce ne fossero, solo questo. Ed è bello che sia un pensiero di tantissimi.
Matteo Bonfanti