Così il mio piccolo pisello ha già finito le medie. Si è alzato presto che aveva l’esame al computer, si è lavato i denti e la faccia, ha bevuto il latte e si è vestito. Sopra si è messo una bellissima camicia azzurra e bianca, a scacchetti, attillata, che risaltava il suo splendido busto, magro e muscoloso. L’ho visto con la coda dell’occhio ed era meraviglioso, grande e forte, come me alla sua età. Dalla sala sentivo la sua voce ormai profonda parlare ai professori, risposte precise, dettagliate, lucide, impegnate perché presentava una tesina contro ogni forma di bullismo.
E ho avuto le stesse emozioni di questo tempo, sentite anche ieri sera, quando Vinicio era in giro da solo con i suoi amici più cari, per rilassarsi un pochino prima di un giorno importante. C’è l’orgoglio di un padre, perché quel bambino, che era una creatura piccola e fragile, è diventato un uomo che non ha limiti né paure. Da adesso in poi sarà guardarlo da lontano, senza tenerlo mai più per mano. E allora arriva anche questo, proprio in fondo al cuore, quel misto di malinconia e di commozione, perché nella vita gli anni passano troppo in fretta e io, il mio piccolo pisello, avrei voluto averlo in braccio ancora un altro po’.
Matteo Bonfanti