Crapa Ruggine, Fiamma, Fiammella, Carotina, Carota. Poi Sugo, Pomodoro, Cerino, Rosso Malpelo. Quindi rosso de capei goloso de usei (rosso di capelli, goloso di uccelli) oppure il puse bun dei rus l’ha metà so pa dentro il fos (il più buono dei rossi ha buttato suo babbo nel fosso). Sempre, perché ero piccino picciò, l’unico coi capelli rossi nel mio quartiere, solo gli adulti, per attirare l’attenzione al bar dell’oratorio tra le risate generali. Quando sono diventato grande e forte, con un sacco di amici belli grossi, hanno smesso di prendermi in giro. Non ero più un bambino indifeso da deridere. Non ero più solo. Non ero più fragile. Non ero più una minoranza.
Gli stessi prendevano di mira i ragazzi effeminati. E li chiamavano froci, da noi tanto anche culattoni, con due t, perché si sentisse più forte. E ce l’avevano pure con i pochi che erano arrivati nella mia città dal Sud, in cerca di un futuro migliore, i famosi terroni. Da qualche anno il loro odio si è spostato verso le persone di colore, che sono fragili, perché hanno pochissimi diritti e tantissimi doveri, perché sono soli.
Fateci caso, i razzisti, quelli per strada, quelli alla tv, quelli che scrivono sui giornali, quelli in politica, quelli con la divisa, amano la merda, sono arrivato addirittura a pensare che se la mangino. L’hanno così in bocca che la mettono dappertutto: rosso di merda, culattone di merda, terrone di merda, negro di merda.
Adesso io, che sono qui a casa con quattro ragazzi di oggi, di sangue misto, che sta cosa non la sentono proprio, vedo che nella mia generazione e in quella prima questa scemenza da gorilla è ancora tutta intatta. Oltre alle solite categorie, si sono aggiunti anche i bergamaschi e i lombardi, perché noi qui e ora siamo i più colpiti, i più fragili, i più soli, quelli da insultare.
Capita in Italia e in Europa mentre in America un poliziotto ammazza un uomo per il colore della sua pelle. E io mi dico, ma questo virus, che è stata una sfiga pazzesca, perché non può diventare anche una possibilità, quella di eliminare almeno questa vicenda brutta brutta che a me fa vergognare davanti ai miei figli? In ogni parte del mondo siamo stati barricati in casa, sentendoci in ostaggio, nel lutto, senza soldi e nel terrore di non uscirne più. Ci siamo fatti forza scrivendoci, raccontandoci le nostre storie, e ci siamo finalmente sentiti tutti uguali. Perché ora ci siamo rimessi con sta merda che è il razzismo?
Matteo Bonfanti