Dall’Eccellenza fino alla Terza categoria la scelta su promosse e bocciate spetterà ai vari comitati regionali, ma l’indiscrezione raccolta dal nostro giornale tramite le parole del presidente lombardo Baretti parla di una promossa alla categoria superiore e nessuna retrocessione. Che tradotto facilmente significa AlbinoGandino salvo, nonostante al momento dello stop fosse in zona playout, a -1 però dal traguardo diretto. Abbiamo chiesto a mister Roberto Radici un commento sulla questione verdetti e come sempre le sue dichiarazioni offrono spunti interessanti: “A nove giornate dal termine mi viene da dire che sia stata la decisione meno sbagliata, non quella corretta. A mio parere sarebbe stato meglio chiudere tutto sin dall’inizio, annullare la stagione senza problemi”.
Le difficoltà quando il calcio dilettantistico tornerà a recitare il suo ruolo di un tempo non mancheranno di certo e per Radici saranno diverse: “Innanzitutto bisognerà risolvere la questione relativa ai giocatori e al tema degli svincoli al 30 giugno. Ovviamente se un ragazzo chiederà di andare altrove, sarà quasi impossibile trattenerlo, ma la vera domanda è cosa dire ad ognuno di loro. Dare delle risposte nel presente è troppo complicato. Anche per i giovani le perplessità non mancano: in Lombardia manterremo le stesse annate e questa cosa creerà qualche intoppo a livello di Juniores. Con questo però non voglio accusare nessuna persona e soprattutto non puntare il dito: nessuno avrebbe mai voluto essere nel ruolo della Federazione in questo momento così particolare per la vita di tutti”.
Quando riprenderà il calcio nostrano? Una domanda alla quale lo stesso Radici non trova risposte concrete: “Per i dilettanti bisognerà aspettare l’arrivo di un vaccino efficace contro il virus, prima non si potrà scendere in campo, questo il mio parere. Anche Baretti mi pare dello stesso avviso. Facendo un esempio semplice, ad Albino abbiamo un centro sportivo dove in alcune serate ci ritroviamo in tanti ad allenarci in contemporanea, ecco perché il pensiero di ripartire nel breve periodo non mi convince per nulla. Servono però delle date indicative. Una questione su cui dibattere è anche quella della responsabilità dei presidenti: con le linee guida emerse, chi di loro rischierà di mettersi in gioco come garante della salute di ogni ragazzo? Nessuno. Dobbiamo andare avanti in maniera graduale, senza corse inutili. Quando i tempi saranno maturi e avremo superato questa pandemia, allora torneremo a parlare di calcio. L’aspetto mentale non è da trascurare”.
Norman Setti