Scriveva Montesquieu (“Lo spirito delle leggi”): “In uno Stato, vale a dire in una società dove ci sono delle leggi, la libertà può consistere soltanto nel poter fare ciò che si deve volere, e nel non essere costretti a fare ciò che non si deve volere”. E’ una dichiarazione scritta apposta per quello che succederà da domani, dopo i giorni della clausura. Eppure incertezze e stati ansiogeni dominano a più non posso perché tutti quanti si rendono conto che il futuro è un’incognita. Ma bisogna provarci sapendo fino da oggi che non mancheranno rischi, o peggio, ritorni allo stato di clausura. Nel frattempo gli scienziati non offrono sicurezze, anzi sembrano piuttosto pessimisti e non si comprende bene se non vogliono rivelare la verità oppure se anch’essi procedono a tentoni da un laboratorio all’altro del mondo. Ci dicono che dovremmo convivere con questa pestilenza ancora per un po’ . Ma quanto? Poi ci sono i governi che stanziano miliardi su miliardi per sconfiggere le nuove drammatiche povertà. Prendiamo i governanti italiani. Certo, si sono trovati improvvisamente ad affrontare una immane tragedia senza avere mezzi e capacità , per non parlare delle regioni (Lombardia in primis) e opposizioni comprese, e adesso promettono e promettono. Come il “decreto Rilancio”. Ma gli italiani sono sempre più sconcertati e più poveri. Del resto, tutto il mondo è senza una guida. Sembra che il pipistrello di Wuhan abbia scelto di punire l’Occidente nel momento peggiore: una classe politica mondiale composta in gran parte da bellimbusti, spacconi, dittatori, mezze calzette e, spesso come magari da noi, incompetenti allo stato puro. Cambiamo argomento. Noi comuni cittadini, da domani, cominceremo, seppur timidamente, ad uscire di casa, oltre ai congiunti andremo a trovare gli amici, un po’ per volta non tutti insieme, e a fare e non fare cose e faccende, magari portandoci appresso il decreto della Fase 2, “Un volumone di norme”. E’ come quando andavamo a scuola e, se vi ricordate, portavamo il vocabolario di latino o greco per gli esperimenti in classe. Tolti i posti di blocco dove i carabinieri ci spiegavano se eravamo a norma. Sarà tutto un fai da te. Cambiamo ancora argomento. Possiamo andare in bici, già da settimana scorsa, ma guai a giocare a calcio. Ma anche guai al basket, alla pallavolo ecc. ecc. Gli impianti sportivi (intesi come campi di calcio) chiusi, come gli oratori, club dilettantistici e polisportive senza un immediato futuro. Sia agonistico, che finanziario. In questo week end in molti ci siamo messi davanti alla tv per vedere le partite della Bundesliga, pregustando il 13 giugno quando comincerà la serie A. Ma comincerà? Un giorno sì, l’altro no, di notte si elaborano protocolli poi in mattinata si smontano, prima un codicillo malandrino, quindi una norma che apre spiragli. Di nuovo dietrofront. Il pallone rimbalza ma nessuno riesce a infilarlo nella porta giusta. Il governo deve avere il coraggio di dire basta, non si può fare. Altrimenti si va avanti sapendo i rischi che si corrono. Senza tentennamenti.
Giacomo Mayer