“Nei numerosi DPCM del Ministero e nelle Delibere di Regione Lombardia,non c’è mai stata una precisa ordinanza di chiusura delle attività odontoiatriche private, richiamate alla logica del distanziamento sociale e alla risposta professionale alle sole prestazioni indifferibili, ovvero le prestazioni richieste dal cittadino per urgenze. In questo senso, Bergamo ha risposto all’invito della CAO (Commissione Albo Odontoiatri) dell’Ordine dei Medici chirurghi e Odontoiatri. Moltissimi Studi (se non tutti) hanno dimostrato nei fatti grande responsabilità, gestendo unicamente le emergenze odontoiatriche nel rispetto di una coscienza etica collettiva”. Esordisce così Stefano Almini, presidente CAO Bergamo e membro del consiglio dell’ordine: “Dal 4 Maggio, il DPCM del 26 Aprile permette un graduale rilancio delle attività ed un allentamento della chiusura forzata dei cittadini presso le abitazioni. Nel nostro caso, non si tratta di “riapertura” , ma di ripartenza.Una ripartenza consapevole che tenga conto delle imprevedibili dinamiche del contagio, successivo alla fase di “blocco”. Per l’odontoiatria, l’approccio alla fase 2 comporta sostanzialmente due aspetti: da un lato l’adeguamento procedurale alle indicazioni del Ministero, attualmente sul tavolo tecnico e a brevissimo in arrivo per tutta la categoria, dall’altro l’acquistabilità sul mercato dei dispositivi di protezione individuali, necessari per l’aspetto tutelante dal contagio, potenzialmente presente in ogni paziente che non abbia avuto certezza del suo stato immunologico di salute o di malattia. Oggi più che mai, in vista della nuova partenza verso la fase della stabilità e la diminuzione del rischio COVID-19, gli odontoiatri bergamaschi continuare a comportarsi come di fatto hanno fatto fino ad ora e prima dell’arrivo del coronavirus. E questo comportamento di allerta appartiene al professionista sanitario odontoiatrico perchè da sempre abituato a barricarsi con guanti, mascherina, visiera, cuffia, strumentario sterilizzato, ambienti sanificati. Si può certamente indicare che, per tornare alla ordinarietà, ci vorranno ancora una decina di giorni, il tempo cioè di ricevere le indicazioni ministeriali del tavolo tecnico voluto appositamente per permettere agli studi di riprendere l’attività in totale sicurezza, alla luce del contestuale e straordinario momento di epidemia”. Il documento, consegnato la scorsa settimana al Ministero da 30 “esperti” del comparto odontoiatrico, includente la Federazione Nazionale degli Ordini (e lo stesso Stefano Almini in rappresentanza del territorio bergamasco), le sigle dei sindacati di categoria, dell’Università, dei virologi e degli epidemiologi, della produzione e del commercio. Il documento sarà oggetto di revisione e vidimazione e potrà dare precise indicazioni procedurali per l’attuazione di tutte le difese possibili dal contagio e dalla diffusione epidemica. Fino a quando non ci saranno le indicazioni, chi pratica la professione è tenuto a rispettare una serie di regole che già appartengono alla legge sulla sicurezza del luogo lavoro (81/08) con le varianti specifiche del Covid-19 e le considerazioni legate al codice deontologico. “Esatto. Come presidente dell’albo, ho invitato i miei colleghi, attraverso varie comunicazioni (consultabili sul sito dell’ordine dei medici) a continuare in questa fase a gestire le urgenze, finché non verrà comunicato esattamente quali comportamenti aggiuntivi attivare alle già consuete procedure di sicurezza, da sempre molto alta in ambito odontoiatrico. L’obbiettivo del distanziamento sociale, infatti,comporterà qualche modifica, per esempio nella fase di appuntamento telefonico (grazie ad un triage specifico), nella fase di gestione della sala d’attesa, nella fase di accesso e dimissione. La preoccupazione nei confronti della salute del paziente è di per sé una delle prerogative del nostro lavoro e si è tradotta da tempo in un alto senso di responsabilità, tracciato da una serie ordini di servizio delle assistenti e dalla loro competenza gestionale nell’ambito della sterilizzazione e protezione con dispositivi di protezione individuali”. Quindi i pazienti sanno di sentirsi sicuri e protetti nell’affrontare una visita dal dentista che, normalmente, è il professionista sanitario con il quale maggiormente occorre fiducia, data la particolarità del cavo orale, a stretto contatto con l’odontoiatra, ma anche portatore di particolari funzioni primarie come la fonazione, la masticazione, la relazione sociale: “L’ impegno professionale a tutela della salute delle persone è sempre stato uno dei cardini dell’attività, la quale si sviluppa e si conferma solo con il rapporto fiduciario tra paziente e odontoiatra. Nello specifico momento di epidemia, l’odontoiatria bergamasca ha saputo fermarsi volontariamente e sarà pronta a ripartire con la serietà che appartiene allo spirito dei bergamaschi. Bergamo è stata travolta da un nemico inaspettato.Tutti hanno risposto all’appello di attivare un comportamento al servizio della comunità, soprattutto in ambito sanitario: siamo davvero stati un esempio per l’Italia intera e lo abbiamo fatto senza lamentarci. Continueremo a farlo, perchè il senso del dovere ci appartiene come le stesse valli e montagne”. L’imperat è quello di proseguire con il senso civico, come espresso da Almini in una delle sue comunicazioni: “Non dimentichiamo la forza etica del giuramento di Ippocrate, che prima degli Albi e delle Federazioni, già 3 secoli prima di Cristo, richiamava il valore di tutelare l’uomo, privilegiandone la sua salute. Di fronte ad uno tsunami, ha senso opporsi in campo aperto? Il buon senso dice di no. Meglio proteggersi, evitando, se possibile, l’impatto dell’onda distruttiva o attenuandone i danni, proteggendo chi si dovesse trovare sulla stessa direzione dell’urto incontrollabile. Si chiama buon senso”.
M.P