Anche in casa Trevigliese è il momento delle riflessioni e delle speranze in un periodo di sosta assoluta per il calcio dilettantistico bergamasco. Abbiamo analizzato la situazione sfruttando l’esperienza e i concetti mai banali dell’allenatore Cristian Redaelli: “In questo preciso momento diventa difficile pensare ad una ripresa delle competizioni calcistiche – ha esordito il mister -, c’è da considerare anche un aspetto psicologico non indifferente, bisognerà prima lasciarsi alle spalle le paure. Treviglio e tutto il territorio bergamasco sono state il centro del mondo di questa pandemia, i numeri di morti e contagi sono pazzeschi. Non bisogna dimenticare inoltre che per tornare in campo bisognerebbe prima allestire una preparazione fisica adeguata: il periodo di stop è superiore a quello abituale dell’estate, dunque ogni dubbio viene spazzato via”.
La quarantena per il tecnico biancazzurro prosegue: “E’ il periodo per dedicarci interamente alla famiglia, va sfruttato soprattutto in questa direzione. Gli affetti possono alleviare tante preoccupazioni. Personalmente mi tengo occupato anche informandomi sul presente e sul futuro, non solo calcistico. Il pallone mi manca tantissimo, inutile negarlo, lo spogliatoio anche. Con i ragazzi ci stiamo tenendo in contatto attraverso le tecnologie, ma non è la stessa cosa”.
Da affrontare alla ripresa ci sarà anche una probabile ricaduta economica nello sport: “I problemi non mancheranno – ha proseguito Redaelli -, ma a mio avviso un primo passo potrebbe essere quello di ritornare al passato, quando i rimborsi spese erano dei reali rimborsi spese e non le cifre che girano oggi in alcune squadre. Tornare tutti con i piedi per terra potrebbe dare uno slancio importante alla ripartenza. Qualcosa dovrà essere fatto per forza. Anche la Federazione dovrà allungare una mano e capire la reale questione, contribuendo nel limite del possibile a sostenere le società in crisi. A livello di iscrizioni serve un aiuto sostanziale, altrimenti crolla tutto. Andrà anche rivista la regola dei giovani, bloccando le annate dei ragazzi per permettere di continuare nel loro percorso di crescita. I settori giovanili sono il serbatoio delle prime squadre, da sempre”.
Sulla modalità di archiviazione della stagione in corso, Redaelli ha il suo parere: “In caso di annullamento totale, la decisione andrebbe a danneggiare società come ad esempio la Casatese che era di un altro pianeta e che meriterebbe di essere promossa alla categoria superiore. Però penso anche a gironi dove la battaglia per il primato era ancora viva, come comportarsi qui? Non è semplice, ogni decisione porterà delle polemiche. Forse era meglio pensarci quindici giorni fa, quando la testa era ancora da un’altra parte”.