di Evro Carosi

Molti, ma molti anni fa, quando le notti erano buie, ma molto buie, sulla costa del Majab che guarda l’oceano indiano una coppia di contadini aspettava da tempo di avere un figlio che avrebbero voluto chiamare Luce. Quando finalmente gli Dei li accontentarono, nacque invece una bimba piccola piccola che chiamarono Lucina.
Nella regione la bimba divenne presto famosa per le sue dimensioni ridottissime e per la sua straordinaria bellezza. Un bimbo del villaggio di nome Samir si innamorò di lei e i due iniziarono a frequentarsi, amandosi come possono amarsi due bambini.
Un giorno i due fidanzatini si avventurarono per gioco nella foresta delle tigri dove incontrarono Waman, un vecchio stregone dai lunghi capelli che abitava nel tronco di un grande albero blu in compagnia del suo cane Serse. Waman prima di diventare uno stregone era stato un uomo bellissimo al quale una donna misteriosa aveva strappato il cuore e si raccontava che Jamin, la Dea dell’amore, per alleviarne la sofferenza, regalò all’uomo poteri magici.
Alla vista dello strano figuro i due rimasero piantati sulle gambe tremanti per la paura, fino a che il vecchio, incuriosito dalla statura della bimba, rivolse loro un saluto e li invitò a sedersi nella radura cosparsa di foglie dorate che si apriva intorno alla sua abitazione.
Lucina era ormai adolescente e soffriva per non essere abbastanza alta per il suo Samir. Lo stregone intuì il disagio della ragazza e le chiese se desiderasse crescere di più. Lucina rispose affermativamente con un dolce sorriso. Il vecchio posò allora l’inseparabile pipa carica d’oppio, aprì una scatola colorata di mille colori che diffuse nell’aria mille profumi omaniti e si mise a preparare un magico intruglio. La piccola donna bevve la pozione lentamente mentre, non convinta, sorrideva con gli occhi rivolgendo lo sguardo verso il suo Samir.
Giunto il tramonto Lucina e Samir si congedarono dallo stregone che raccomandò loro di tornare non appena la ragazzina fosse cresciuta, in modo da poterle somministrare una nuova pozione che ne avrebbe arrestato la crescita.
I due si incamminarono verso il villaggio ridendo di quello strano incontro, ma già dal giorno seguente Lucina cominciò a crescere e presto diventò alta come Samir. Si recarono allora di nuovo nella foresta alla ricerca dello stregone, ma arrivati all’albero trovarono solo il cagnolino Serse. Un grande libro rilegato con pelle di tigre bianca, che lo stesso stregone aveva lasciato aperto su una pagina ben precisa, diceva che proprio per quell’anno gli Dei, stanchi della cattiveria umana, avevano deciso la fine del mondo e che streghe e stregoni sarebbero stati richiamati in cielo alcuni giorni prima della catastrofe. Lucina e Samir, che ormai non dubitavano più delle miracolose proprietà della pozione magica, caddero nello sconforto.
La ragazza continuò a crescere e in poco tempo raggiunse dimensioni gigantesche tanto da creare seri problemi alla popolazione; ogni qualvolta si muoveva provocava terremoti e smottamenti del terreno e anche solo una sua breve passeggiata poteva distruggere interi raccolti. Il capo tribù decise allora di isolare Lucina nella foresta che stava oltre il lago Vadir, vietandole per sempre di tornare al villaggio e lei, da ragazzina rispettosa quale era sempre stata, obbedì.
Samir non smise mai di amarla, anche se per poterla vedere in volto era costretto a salire sulla mano di lei facendosi trasportare tanto in alto da poter guardare oltre le montagne.
Ogni sera il giovane, tornato dal lavoro nei campi, attraversava di nascosto il lago Vadir per recarsi dalla sua innamorata con un piccolo dono. Una notte durante la stagione delle piogge, decise di portarle un dono speciale: un cesto di petali blu. Nella tribù dei Galyn l’uomo donava petali blu alla donna amata quando voleva chiederla in sposa.
Il giovane era abituato ad attraversare il lago nell’oscurità, ma quella notte la tempesta e il forte vento avrebbero fatto tremare di paura il più esperto dei naviganti. Le sesse erano ben più alte della piccola canoa che imbarcava acqua e pareva avanzare senza seguire una direzione precisa. Arrivò una folata improvvisa che fece volare i petali e Samir, che non imparò mai a nuotare, cercò nel buio di afferrarli prima che il vento li portasse lontano. Impaziente come solo i giovani innamorati sanno essere, il ragazzo non voleva rimandare al giorno seguente la sua dichiarazione di amore eterno, ma ogni suo sforzo risultò inutile. Disperato, Samir lanciò con rabbia il cesto ormai vuoto, ma nel far questo perse l’equilibrio e cadde nel lago, dove annegò trascinato dalla corrente.
Non vedendolo arrivare Lucina ebbe un brutto presentimento e quando, oltre le nuvole, un petalo blu si posò sul suo viso, scoppiò in lacrime. La ragazza, disobbedendo al capo tribù, si mise disperatamente a correre verso il villaggio, distruggendo ogni cosa, alla ricerca del suo Samir.
Arrivò l’alba e Lucina, rassegnata e con il cuore a pezzi, dovette affrontare l’ira dei contadini che dopo una breve assemblea decisero di legarla alla montagna più alta per evitare nuove catastrofi.
Gli Dei, a differenza dei mortali, se fanno una promessa poi la mantengono, e infatti durante i festeggiamenti per la fine della stagione delle piogge, gli abitanti del villaggio scorsero nel cielo un grande asteroide infuocato avanzare veloce verso la terra.
Lo scontro tra quella palla di fuoco e il suolo terrestre avrebbe significato appunto la fine del mondo. Se streghe e stregoni erano stati messi al riparo, gli Dei avevano invece volutamente lasciato sulla terra gli scienziati, perché ritenuti inutili. Furono proprio gli scienziati a mettersi per primi al lavoro elaborando calcoli per l’epoca molto complessi, ma ottenendo risultati dei quali neppure loro erano convinti. Il tempo passava velocemente e non bisognava essere astrologhi esperti per capire che l’asteroide, ormai vicinissimo, si sarebbe abbattuto proprio sul villaggio. Un contadino propose allora di spostare la terra visto che non era possibile deviare la traiettoria dell’asteroide. Sulle prime l’idea suscitò ilarità, ma quando lo zotico spiegò meglio la sua teoria che consisteva nel liberare Lucina e chiederle di spostare la posizione del mondo saltando sulla sua superficie, tutti corsero verso la montagna per slegare la ragazza gigante e supplicarla di tentare l’impresa.
Lucina che non serbava rancore per chi l’aveva costretta a vivere isolata, obbedì anche questa volta. I suoi salti fecero tremare il mondo che, colpo dopo colpo, iniziò a muoversi, ma l’asteroide era vicinissimo e il tempo non sarebbe stato sufficiente. Quando ormai la palla di fuoco era così vicina da far sentire il suo forte calore sulla pelle dei terrorizzati contadini, Lucina le si gettò contro per deviarne la traiettoria. Si udì un tremendo boato, Lucina e l’asteroide divennero un unico corpo di fiamme che sfiorò il suolo per dirigersi poi velocissimo verso lo spazio dove d’improvviso si fermò mettendosi ad orbitare intorno alla terra.
La luna, quella degli innamorati, nacque così e oggi con la sua lucina illumina il mondo anche di notte per proteggere chi si ama. Se la osserverete bene, noterete dei petali blu sparsi sulla sua superficie e se avrete la fortuna di recarvi nel Majab, vi accorgerete che di notte il lago Vadir riflette un raggio lunare più bello e splendente degli altri.
(Lucina contro l’asteroide è un disegno di Vinicio Bonfanti)