Solo suoni di sirene e ambulanze. Giorno e notte. Notte e giorno. E se c’è chi, come noi, le sente come canti di disperazione e di morte da lontano, a interrompere il silenzio surreale di queste giornate tanto lunghe da sembrare non finire mai, c’è chi, al contrario, se le sente nelle orecchie in maniera incessante. Forse anche quando non ci sono. Questa è la triste ma eroica condizione dei tanti, tantissimi volontari del 118 che, in quest’ultimo mese, hanno dato davvero prova di grande coraggio: soldati in prima linea tanto quanto medici e infermieri degli ospedali, non si stanno risparmiando, pronti a tendere la mano al prossimo, al bisognoso. Una missione la loro, certo, ma anche una volontà di ferro che non manca ogni volta che indossano la divisa. E, in questo momento, i volontari non hanno età, sesso, colore né genere: sono lì, tutti uguali, tutti in fila, chiamati a fare il loro dovere, come se non ci fosse ora, tempo o spazio. E Vincenzo Todaro, giovane 23enne di Seriate, è uno di loro. Volontario della Croce Bianca Città di Bergamo da ormai 3 anni e mezzo, non fa fatica a raccontare cosa hanno visto i suoi occhi e cosa ha realizzato la sua mente, in un mese che ha cambiato non solo la dimensione delle cose, ma anche e soprattutto la vita di tantissime persone. E lo fa con una lucidità strepitosa, anche se ha appena finito il turno della notte e la stanchezza si fa giustamente sentire: «Ci stiamo davvero dando molto da fare in queste ultime settimane – ha raccontato Vincenzo -, ognuno secondo i propri impegni e secondo la propria disponibilità. Devo dire che, nonostante la drammaticità della vicenda che ci ha colpiti, ho visto e continuo a vedere un grandissimo senso civico da parte di tante persone, in primis da parte dei sanitari, passando per noi volontari, fino ad arrivare alla gente comune. Tutti nel loro piccolo stanno facendo uno sforzo, quello di aiutare gli altri, e lo fanno senza trattenersi, senza se e senza ma, senza mai lamentarsi o tirarsi indietro. L’imperativo è chiaro a tutti e tutti stanno dando la giusta risposta. Questo è confortante». Una speranza che riecheggia in un momento che pare ai più un frangente di guerra: «Anche la scorsa notte, quella tra sabato e domenica, è stata intensa, fatta di tante chiamate. Ad ogni richiesta, senza esitazione, siamo partiti con la nostra ambulanza per prestare soccorso a chi ce lo ha chiesto. Le nostre ambulanze, 5 in tutto, raccolgono le grida d’aiuto della nostra provincia e a chiamare sono cittadini di tutte le età che presentano chiari segni della malattia. C’è chi ha paura, chi è rassegnato, chi è depresso ma anche chi è fiducioso e tutti hanno piena consapevolezza di quello che gli accadendo perché riconoscono i sintomi. Nessuno chiama per nulla, per un’inezia. Tutti hanno un reale bisogno di essere presi a carico e di essere assistiti. Più o meno gravi, i pazienti che soccorriamo hanno età differenti, dai più giovani di 40 anni fino agli anziani. In te cercano un aiuto concreto ma anche uno sguardo, una parola. In questo momento storico, fare il volontario alla Croce Bianca non significa solo fare il tuo dovere, ma anche e soprattutto dare un supporto psicologico ed emotivo a chi carichi sull’ambulanza, sempre nel rispetto del protocollo. L’unica cosa che ci dispiace molto, al momento, è non poter portare nessun paziente negli ospedali della nostra provincia: sono tutti pieni e, a seconda della gravità del quadro clinico, vengono smistati nelle strutture delle città vicine alle nostre. Questa notte (sabato ndr), per esempio, li abbiamo accompagnati a Melzo, Lecco e Merate». Angeli con le ali, insomma. «Noi siamo circa 200 volontari e l’età spazia tra i 18 e i 75 anni, con una buona percentuale di giovani come me che hanno voglia e desiderio di mettersi in gioco per aiutare gli altri. Oggi siamo chiamati a dare il massimo, perché la situazione è davvero complicata e difficile: la guardia deve restare alta perché in ballo ci sono tante vite umane, perché non è una banale influenza e perché non si sa quando l’emergenza finirà. Si può solo sperare che tutto finisca il prima possibile». Prima di tornare al meritato riposo, visto che domani (oggi, ndr) avrà un nuovo turno, Vincenzo ci tiene a fare un appello importante: «Tutta la mia associazione ci tiene a far sapere ai lettori del vostro giornale che è possibile contribuire in maniera concreta a darci una mano con una donazione, anche piccola, ma in questo momento davvero necessaria. Abbiamo creato una raccolta fondi e chiunque volesse donare può farlo facendo un bonifico alla Croce Bianca città di Bergamo. Ci rivolgiamo al grande cuore dei bergamaschi e lo facciamo dicendo loro che, oltre alla raccolta fondi, è possibile anche donare mascherine a noi volontari. Chiediamo aiuto agli imprenditori che vi leggono: abbiamo bisogno delle mascherine FFP2 e per inviarcele potete consegnarle nella nostra sede di via Corti 12 a Bergamo. Il vostro aiuto per noi è prezioso e ci consentirà, a nostra volta, di aiutare qualcuno che in questo momento è davvero in difficoltà».
CAUSALE DONAZIONE: donazione P.A. Croce Bianca Città di Bergamo.
IBAN: IT87O0311111110000000060829
c/c INTESTATO A: P.A. CROCE BIANCA CITTA’ DI BERGAMO
UBI BANCA FILIALE DI BERGAMO – S.BERNARDINO 96
lunedì 16 Marzo 2020